Capitolo 5: Annoyed.

372 33 143
                                    

Che il lunedì fosse in assoluto il peggior giorno della settimana forse era il pensiero di chi viveva gli altri in attesa di un allettante weekend, ma per lei che sapeva già fin troppo bene che cosa avrebbe fatto in quei giorni per, almeno, il rimanente anno scolastico, ogni giorno le sembrava esasperante come il lunedì.

Anche il martedì le appariva noioso, il mercoledì poi, così mediocre, il giovedì piatto come i due giorni precedenti e il venerdì la coronazione della banalità della sua vita.
Se addirittura il sabato e la domenica si prospettavano come quelli appena passati, avrebbe preferito essere colpita da un maledettissimo fulmine piuttosto che riviverli.
Naturalmente il cielo, quella mattina, era serenissimo.

Dopo l'uscita di sabato assieme a Kita e Aran e dopo la sua pessima condotta, come l'aveva apostrofata Atsumu, i due fidanzatini avevano passato buona parte della notte e l'intera domenica mattina a litigare, finché lui era ripartito per Osaka e lei non lo aveva neanche accompagnato in stazione.
Magari avrebbe sbagliato treno, focalizzato com'era unicamente da sé stesso, e sarebbe finito il più lontano possibile dalla sua vita: Y/N era così furiosa che, per un solo momento, pensò addirittura di lasciarlo.

Non la sorprese per niente, però, il fatto che solo poche ore dopo, fatta l'ora di cena, le era già passata totalmente la rabbia e gli aveva mandato un messaggio per chiedergli se fosse arrivato.
Lui aveva risposto nello stesso modo apatico in cui gli era stata posta la domanda e così avevano dimenticato i diverbi del weekend.
Funzionava così, per loro: i problemi non li risolvevano, facevano semplicemente finta che non fossero mai esistiti.

Entrambi, a circa cinquecento chilometri di distanza, in prima serata appoggiarono i rispettivi telefoni in un angolo delle loro stanze e riposero, in quel modo, la parentesi del fine settimana in un antro profondo delle loro menti, riprendendo le loro vite come se niente fosse, come se lo spettacolo dovesse riprendere in futuro, ma che per il momento non li riguardava minimamente.
Scoccata la mezzanotte e iniziato il lunedì, lo sfondo del teatrino cambiava e tornavano nella loro favola: erano una coppia felice e tutto andava bene, anche con due messaggi al giorno e mille dubbi alle spalle.

Y/N viveva nella costante attesa che qualcosa cambiasse, pur sapendo, nel profondo, che doveva essere la prima a farlo se voleva che le cose funzionassero.
Eppure si ostinava a procrastinare: il cambiamento non la entusiasmava, anzi, le faceva una gran paura.

Così, quel lunedì se ne stava ancora rannicchiata nel suo angolo privato di autobus in attesa di un messia che andasse a strapparla da quel grigiore quotidiano per portarla in un mondo di passioni tanto violente da bruciarla.

Si accigliò: neanche il volume alto della musica nelle cuffiette le impedì di pensare a una folta cesta nera di capelli.
Kuroo Tetsurō le aveva fatto sperare, sotto sotto, che avrebbe dato un po' di brio alla sua esistenza.

Durante quelle scarse ventiquattro ore in cui si erano parlati Y/N si era arrabbiata, era arrossita, erano tornate nel suo stomaco delle farfalle impazzite e aveva perfino riso di gusto.
Certo, era anche spaventata a morte dall'idea che qualcuno scoprisse di quell'innocente, o quasi, scambio di messaggi, ma anche la paura l'aveva fatta sentire viva, le aveva ricordato che non era una bambola priva di emozioni che doveva apparire sempre perfetta ma che, come tutti gli esseri umani, era ancora in grado di sbagliare e sentirsi in colpa.

Da quando gli aveva scritto di essere con Atsumu, il corvino non si era più fatto sentire.
Neanche la domenica sera o quella mattina di inizio settimana per mandarle il buongiorno come aveva fatto il venerdì.
Probabilmente si era già dimenticato di lei: Y/N sbuffò, sistemandosi in una posizione più comoda su quel sedile polveroso e scarabocchiato di scritte di inchiostro indelebile, nero quasi quanto il suo umore.

LoveGame [KurooxReader]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora