Capitolo 6: Exhausted.

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Ripensò a quella chiacchierata per tutta la mattina, tanto che, per la primissima volta, non riuscì a scrivere più di un paio di righe di appunti nell'arco dell'intera giornata scolastica.

A dire la verità ci pensò anche all'uscita e, nel tragitto dal liceo Nekoma alla fermata dell'autobus, non poté fare a meno di cercare quella folta massa informe di capelli neri tra la folla di studenti in divisa blu.
Non riuscì ad individuarlo, ma si impedì categoricamente di rimanerci delusa: si illuse di avercela fatta.

Il ricordo di quel posto proibito, dell'aver infranto le regole saltando la prima ora e di quell'incontro segreto la tormentarono perfino nel pomeriggio.
Certo era che i continui messaggi del corvino non la aiutarono affatto: diamine, se il suo rendimento scolastico fosse peggiorato sarebbe stata colpa solamente di Kuroo Tetsurō.

Eppure sorrise più e più volte di fronte a quel telefono, ridacchiò a qualche battuta e si distrasse ripensando a come era stato semplice parlare dell'orrendo periodo estivo con lui.
Non ce l'aveva mai fatta nemmeno con Kenma: gliene aveva parlato solo una volta e aveva finito con un bel pianto.

Forse le era passata, forse avrebbe potuto dimenticare, parlarne con Atsumu e abbandonarlo in un antro della sua memoria catalogandolo come un brutto ricordo su cui passare sopra e andare avanti, felici come erano un anno prima.
Quell'idea la fece stare bene, la semplicità dei messaggi di Kuroo rilassarono la sua mente di solito sempre tesa e nel tardo pomeriggio era così inebriata di belle sensazioni che inviò un messaggio carico di speranza al suo ragazzo.

Y/N
Ti va se stasera ti chiamo?
18.06

Non si parlavano al telefono da un sacco di tempo.
Anzi, forse non l'avevano mai fatto da quando lui si era trasferito ad Osaka: si erano limitati a quegli apatici messaggi e, ogni volta che lei provava a chiamarlo, lui non rispondeva.
Si era arresa presto, si era abituata alla sua assenza e le chiacchierate telefoniche più lunghe che riusciva ad intrattenere erano quelle con il fattorino delle pizze.
Ma quel giorno era diverso: Kuroo le aveva dato speranza.
Fu la prima di una lunga serie di volte in cui la fece sentire così sicura di sé.

Naturalmente il biondo alzatore non si era minimamente degnato di risponderle se non prima dell'ora di cena, ma Y/N non ci diede troppo peso: il pomeriggio aveva gli allenamenti con la squadra, era normale che non avesse tempo per lei, giusto?
E poi a tenerle compagnia adesso aveva Kuroo: chissà, magari sarebbero diventati degli ottimi amici e, oltre Kenma e Atsumu, ci sarebbe stato qualcun altro al mondo a conoscerla per quello che era davvero.

Atsumu
È successo qualcosa?
19.40

Doveva essergli sembrata così strana, così insolita, quella domanda, che la prima cosa che gli venne in mente di scriverle fu quella.
In una relazione che si definisca tale non ci sarebbe stato neanche bisogno di chiedergli il permesso, di domandargli se avrebbe gradito una sua telefonata, perché in una relazione sana è scontato aver voglia di sentire il proprio partner.
Ma questo Y/N non poteva di certo saperlo: lei conosceva solo quel tipo di rapporto.

Y/N
No, avevo solo voglia di sentirti.
19.40

Non le rispose subito come aveva fatto lei, l'attesa la immobilizzò sul letto con il telefono di fronte agli occhi e le dita che si muovevano veloci sulle schermo per andare a vedere, ogni dieci secondi, se quella dannatissima scritta "online" compariva sotto il suo nome.
Rimase lì come un'idiota ad aspettare anche quando effettivamente spuntò quella parola, ma lui continuava a non rispondere: significava che qualcosa stesse leggendo, che forse parlava con qualcuno che però non era lei.
Dimostrava che lei non era la sua priorità: allora posò il telefono sul comodino e sibilò uno stronzo a denti stretti, incazzata e decisa più che mai a mandare a puttane tutti i suoi buoni propositi e non rispondergli mai più.
Ma poi il suono di una notifica la fece scattare di nuovo su quel maledetto cellulare: non era lui, era Kuroo che si vantava delle sue doti culinarie. 
Almeno la fece sorridere.

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