10. 【第十章】

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Avete presente quei giorni in cui vorreste solo rimanere a casa tutto il giorno, sotterrati tra le lenzuola e con le cuffie alle orecchie?

Ecco, Yoora quella mattina si sentì così.Odiava avere la testa piena di pensieri confusi tanto da non riuscire a metterli al proprio posto. Nonostante ciò, si alzò dal letto, si fece una doccia, si vestì e uscì di casa per andare all'università.

Dovette rassegnarsi a convivere con quei pensieri finché non sarebbero spariti, o finché non avrebbe deciso di non dargli molta importanza. Era stanca di vivere un'amore - se così poteva definirlo - la cui strada era percorsa da lei e lei soltanto. Voleva uscire dal circolo vizioso dell'amore platonico: voleva sentirsi viva, voleva qualcuno che la potesse tenere per mano, la potesse baciare, accarezzare, toccare. Magari era solo innamorata dell'idea dell'amore, o forse stava semplicemente impazzendo.

Fu per questo che allora, quella mattina, durante il tragitto all'università, aveva mandato un messaggio a Jungkook, dandosi appuntamento quella sera? Bel modo di festeggiare l'inizio del semestre, pensò mentre si affrettava a trovare l'aula della prossima lezione.

In realtà doveva cominciare a pensare alla tesi invece che uscire con ragazzi. Il nuovo semestre era iniziato, e l'università non aspetta mica. Inoltre, doveva presto anche trovare un nuovo lavoro. Mentre entrò nell'aula e prese posto, guardò il foglio con gli orari delle lezioni: avrebbe deciso che avrebbe saltato quelle di letteratura giapponese. Non voleva più pensare a lui e così avrebbe fatto. Ormai capì che qualsiasi cosa ci fosse stata tra loro due, ormai era finita. Anzi, non era nemmeno iniziata, perché era lei e solo lei che si era creata tutti quei film nella sua mente, convincendosi potesse esserci mai studentessa passò l'intera giornata distratta tra lezioni e chiacchiere sul prato con i colleghi.

Quando finalmente la faticosa giornata di inizio semestre finì, si stava già facendo sera. Dopo essersi prepata per la serata con Jungkook, si affrettò per andare un attimo in biblioteca prima che chiudesse. Doveva prendere qualche libro che le serviva per poter cominciare a lavorare sulla sua tesi non appena sarebbe tornata dal suo appuntamento. Nel frattempo fantasticò su come sarebbe andato. Probabilmente fece tutto questo solo per continuare a tenere la sua mente occupata e distrarre i suoi pensieri.


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Entrò in biblioteca, ormai quasi vuota. La luna aveva iniziato a fare la sua comparsa, il buio aveva avvolto tutta la città e in quel grande posto restavano solo le fievoli luci gialle provenienti dalle lampade sul soffitto.Guardò il foglio su cui aveva appuntato i libri che le servivano e cominciò a vagare tra gli scaffali per cercarli. Pochi minuti dopo, una voce la richiamò-

«Stiamo per chiudere» la avvisò la bibliotecaria.

«Ah, cercherò disbrigarmi.» si scusò Yoora.

Sentì lo sguardo della bibliotecariaaddosso che la mise fretta.

Finché non sentì la sua voce «È una miastudentessa. Ci penso io qui, Kate. Tu va' pure. Chiudo io non appenafinisce.»

«Grazie, Namjoon. Come farei se non ci fossi tu», rispose lei rincuorata.

Yoora si girò e trovò Namjoon che prendeva le chiavi da Kate - a quanto pare questo era il nome della bibliotecaria.

Non appena la porta della biblioteca si chiuse e rimasero soli, la ragazza cercò di restare il più composta possibile. Avrebbe preso i suoi libri e se ne sarebbe andata, senza fare domande e senza guardarlo.

Nel frattempo le vibrò il cellulare: un messaggiò da Jungkook, nella quale avvisò che la stava già aspettando fuori dall'università.

- Fai pure con calma -disse lui. Parlò come se i due fossero davvero solo una studentessa e un professore. Come se non ci fosse altro. La ragazza afferrò un libro per aggiungerlo alla pila di quelli che aveva già preso.

«In realtà, avrei una certa fretta», disse.

Sentì l'eco dei suoi passi avvicinarsi. Lei non si voltò, continuò a guardare tra gli scaffali con indifferenza. Il Professore, dietro di lei, le prese la pila che la ragazza teneva in equilibrio con un braccio

«Hai fretta perché ti senti a disagio a stare qui con me?», disse in tono pacato.

«Perché fuori qualcuno mi sta aspettando, in realtà»

«Il ragazzo dell'altra volta?» chiese, poggiando i libri su uno dei tavoli.

«Non penso siano cose che la riguardino. Che le importa, Professore?» rispose la ragazza, dandogli del lei di proposito. Non sarebbe ricascata ai suoi giochetti.

«E se ti dicessi che mi importa?» quella voce sempre seria.

La ragazza non si voltò, non rispose, rimase in silenzio. Non voleva cedere.

Il professore la fece roterare tirandola dal polso. Yoora cercò di allontanarsi un po' da lui, ma finì per sbattere la schiena contro gli scaffali pieni di libri.

Alzò lo sguardo. La tensione che aleggiava la stava letteralmente divorando.

«So che menti solo per riuscire a giocare con me» rispose lei.

L'insegnante sbuffò, poi poggiò un gomitò sullo scaffale per circondare la studentessa.

«Non ho mai giocato. Ho provato ad allontanarmi da te proprio perché non voglio giocare, ma le nostre strade finiscono sempre per incrociarsi. Mi compari sempre davanti, anche adesso, diamine, guardati», il Professore fa scendere il braccio sul fianco di lei «con questa gonna...»

Yoora arrossì. Aveva indossato quella gonna in camoscio marrone e la camicia in viscosa per il suo appuntamento.

Si sentì impazzire davanti a lui, ma non voleva perdere il controllo.

Decise di fare un'unica domanda per riuscire finalmente a capire come comportarsi con lui

«Stai dicendo che provi qualcosa per me?»

Il Professore non rispose, ma avvicinò il corpo al suo, sfiorandolo. Continuò a guardarla.

Diavolo, la stava facendo impazzire. Come sarebbe riuscita a dimenticarlo se ogni volta se lo trovava davanti, così vicina a lui?

La ragazza prese il volto del suo insegnante tra le mani e lo baciò, uno schiocco soltanto. non riuscendo più a mantenere la compostezza che si era ripromessa.

«Yoora», Namjoon la chiamò pernome «Non posso darti l'amore che cerchi tu. Sono un insegnante e lo sapevi sin dall'inizio. Ma sono anche un boss, e l'ultima cosa che vorrei è che tu finissi nei guai per colpa mia. Ma se a te questo stabene...» Stavolta fu lui a prenderle il viso tra le mani ebaciarla. Il bacio duró qualche momento.

Poi continuó «Se a te sta bene,questo amore dovrà restare all'ombra, solo così potremmo amarci. Permettimi di farlo, ma solo se tu lo vuoi» Non le diede tempo di rispondere, perché lui tornò a baciarla, sta volta con vigore. Yoora capì che solo con lui, solo con i suoi baci si sarebbe davvero sentitaviva. Era questo che cercava, solo così avrebbe potuto mettere ordinetra i suoi pensieri confusi, solo con lui avrebbe potuto sentirsidavvero viva.

«M-Mi hai fatto licenziare...» gemette la ragazza tra un bacio è l'altro.

«Parleremo di questo più tardi» rispose lui con il fiato corto. Fece scivolare la mano sotto la sua gonna, verso l'interno delle sue coscie, mentre con l'altra cercò di sbottonare i suoi pantaloni. Al tocco dei loro corpi che si scontravanoo, la studentessa si sentì ardere. Era proprio questa la sensazione che le era mancata, quel fremito che solo lui riusciva aprocurarle.

Se lei avesse potuto decidere quando e dove morire, sarebbe stato in quel momento paradisiaco, mentre si trovata tra le sue braccia, le mani di lui che reggevano le gambe e i polpastrelli che le stringevano le cosce. Lei avvolta stretta nella vita dell'insegnante, la schiena inarcata contro quei libri, e lui che si spingeva sempre più dentro di lei.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Jul 09, 2022 ⏰

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