Esattamente un ora più tardi lo trovai sul vialetto di casa in sella ad una scintillante motocicletta nera.
Gli feci i complimenti per la moto cercando di darmi un tono quando in realtà tentavo di ritardare il momento in cui sarei dovuta salire sul quella trappola.
Non ero mai salita su una moto in vita mia e non ero sicura di voler cambiare le cose quella sera.Una parte di me continuava a ripetermi “lo vedi che non è stata una buona idea?”
L’altra mi spronava ad essere un po’ meno fifona.
«è difficile da guidare?» chiesi
In realtà la domanda era “è sicura?”«no» Aveva risposto ad entrambe le domande.
«salta su»Mi trovai costretta a salire e mi accorsi di quanto mi sentissi instabile.
Insomma Taylor cosa ti aspettavi? Che ti ci portasse in macchina e magari che fosse suo padre a guidare?
In mia difesa c’era da dire che l’altra sera mi aveva riaccompagnata in macchina.vE a quanto pareva ricordava il mio indirizzo. Quel pensiero mi mise i brividi o forse era per il fatto che eravamo fin troppo vicini?
l’accelerazione improvvisa mi fece sobbalzare. Convinta che bastasse per mantenere l’equilibrio avevo afferrato la sua giacca di pelle ma fui costretta ad abbracciarlo.diede gas ed io mi strinsi, involontariamente, a lui con le cosce. Sperai non se ne fosse accorto.
Ero convita che avrebbe toccato il freno solo arrivati a destinazione invece frenò dolcemente in vista di uno stop facendomi scivolare più vicina a lui.Tirai un sospiro di sollievo quando accostò e potei finalmente rimettere i piedi a terra. Rendendomene connoto sperai non se ne fosse accorto ma la sue espressione divertita mi faceva dubitare che avessi avuto tanta fortuna.
Il Beacon seaport offriva occasionalmente un animato parco divertimenti con tanto di musica live e spettacoli. Era il posto più frequentato dagli studenti durante le vacanze.
Reeve si guardava intorno e la sua espressione era per me indecifrabile. Non gli avevo accennato al fatto che fosse una festa di liceali e che probabilmente metà della gente che avremmo incontrato frequentavano la mia scuola.
Il sole era appena tramontato e presto in spiaggia avrebbero acceso il falò.
Anziché dirigersi verso la spiaggia andò verso le casse del parco divertimenti.«due biglietti» disse alla signora alla cassa. Lei prese il denaro e ci passo due braccialetti sotto lo sportello.
Reeve me ne porse uno.
Dopo l’autoscontro, un giro su una giostra e diverse bancarelle di giochi decisi che era il momento di cercare Abby.
«giochiamo?» Reeve indicò col mento i tavoli da biliardo.«vuoi approfittare del fatto che non abbia la minima idea di come si impugni una stecca per caso?» il mio tono era più scherzoso di quanto volessi.
«se credi che non io aspetti altro che metterti le mani addosso sei fuori strada.»
Fino ad allora mi era sembrato fin troppo simpatico e fui lieta e che mi ricordasse quanto fosse irritante in realtà.
«comunque non posso. Devo cercare alcuni amici» dissi.Mi immersi nella folla alla ricerca di qualche faccia famigliare finché fortunatamente non scorsi l’inconfondibile chioma rosso fuoco di Abby. Li raggiunsi, seguita da Reeve , al biliardino.
«hey Abs!»la chiamai
«sei arrivata! E... »
Rimase senza parole, letteralmente, quando vide chi era il mio accompagnatore.
Accennò un sorriso in sua direzione e poi mi afferrò per un braccio portandomi via e asciando che gli altri facessero le presentazioni da soli.
«che ci fa lui qui?»«l’ho invitato io» dissi risoluta
«ma mi ascolti quando ti parlo o cosa?»
Mi irritai. In parte era per colpa sua se avevo chiamato lui. Lei e la sua fissazione che avessi dovuto andarci con un ragazzo a quella stupida festa!«qual è il tuo problema?» le urlai contro «sei qui con John come volevi, sono venuta accompagnata ad una festa a cui non volevo venire solo perché me lo hai chiesto tu!»
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Haunted
RomanceIn quel momento, una parte di me, sapeva che avrei dovuto girare i tacchi e tornare dalla mia migliore amica, perché quella era la cosa giusta da fare, era quello che la Taylor che conoscevo avrebbe fatto e invece lo segui. C'era l'altra parte di m...