«Sorridi!»
nonostante quella voce non potesse essermi più familiare di così per lo spavento feci cadere la penna e il quaderno che avevo in mano circondandomi di fogli che si sparpagliarono sull’erba per colpa del vento esattamente un secondo prima di essere accecata da un flash.
Sbattei le palpebre un paio di volte cercando di ritrovare il senso della vista.
«se sono compiti giuro che… » non sentì il resto della frase perché la sua voce fu coperta dall’assordante rumore di un tosa erba.
Lei continuò come se non ci fossero state interruzioni « …siamo in VACANZA, cavolo!»
Alzai lo sguardo avevo ancora qualche problema a mettere a fuoco la sua figura a volte distorta da qualche luce nera, tutta colpa dell’enorme macchina fotografica che aveva in mano. se la portava ovunque ormai, poche volte l’avevo vista appassionarsi a qualcos’altro che non fosse il nuoto e dovevo ammetterlo era anche brava con la fotografia.
Disse altro ma di nuovo non seti per colpa di quel tosa erba.
“Addio pace” pensai tra me e me.
Avevo approfittato della fresca mattinata per distendermi un po’ in giardino con la sola compagnia del mio block notes e una penna e poi fu come se le parole si scrivessero da sole. Quando ero così ispirata di solito non facevo molto caso a dove fossi o se ci fosse silenzio ma tra mio fratello che si era improvvisato giardiniere –il che significava che o era in punizione o aveva bisogno di qualcosa- e Abby che non si poteva definire una tipa taciturna non avevo molte chances di tornare al mio lavoro.
«It’s just wrong enought to make it feel right» lesse ad alta voce.
Aspettai un qualsiasi commento guardandola in silenzio. Era l’unica persona a cui lasciassi leggerei miei testi prima che fossero finiti poiché qualunque fosse la sua opinione avevo la certezza che sarebbe stata sincera. Lei diceva sempre quello che pensava.
«allora, come ti sembra?» incalzai
«sembra l’inizio di un altro grande successo! Mi piace vederti così ispirata, finiscilo perché la tua eccezionale migliore amica non che manager ti ha trovato un posto dove suonare»
A quelle parole mi illuminai, era più forte di me amavo la musica, amavo scrivere da me le mie canzoni e amavo poterle cantare ad un pubblico.
Poi pero cercai di tenere a bada l’euforia ripensando ai vecchi “concerti” che mi aveva organizzato Abby e lei sembrò accorgersene
«questa volta niente scantinati bui o centri anziani lo giuro!»
«peccato! Mi ero cosi divertita al compleanno di tua nonna!» replicai
«mi spiace dovertelo dire ma hanno trovato qualcun altro quest’anno»
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Haunted
RomanceIn quel momento, una parte di me, sapeva che avrei dovuto girare i tacchi e tornare dalla mia migliore amica, perché quella era la cosa giusta da fare, era quello che la Taylor che conoscevo avrebbe fatto e invece lo segui. C'era l'altra parte di m...