❧ 19.

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I due poco dopo erano crollati nel sonno più profondo. Non passò molto tempo che Changbin cominciò ad agitarsi appena. Il suo sonno venne scombussolato da uno dei suoi sogni ricorrenti durante il periodo precedente alla comparsa di Felix nella sua vita: era in un grande parco con tantissima gente intorno. Un gruppo di ragazzi lo aveva circondato e avevano cominciato a insultarlo con parole sprezzanti. A ogni insulto seguiva un calcio o un pugno in diverse parti del corpo. Nessuna persona lo aiutava, neanche quella che diceva di amarlo. Felix infatti era tra la folla, proprio accanto ai ragazzi che stavano picchiando Changbin e non faceva altro che ridere e urlargli contro che per tutto quel tempo aveva finto di amarlo, che andava a letto con lui solo perché in realtà la sua vera agenzia lo pagava per farlo e che il tutto gli aveva sempre fatto schifo. Ma in quel momento aveva raggiunto i soldi necessari e lo avrebbe abbandonato come un cane, come il loro cane. Il viso di Changbin si era ricoperto di lacrime, non tanto per i colpi che stava ricevendo ma per le parole che uscivano dalla bocca di Felix.

Felix, sentendolo agitarsi si svegliò e lo guardò preoccupato. Notando le lacrime che scorrevano davvero sul viso di Changbin si tirò su e si mise seduto sul letto. Gli sciugò le lacrime con i pollici e poi lo afferrò dalle spalle, lo scosse con forza per farlo svegliare e chiamò il suo nome più volte. Changbin continuò ad agitarsi nel sonno ma poco dopo riuscì a svegliarsi da quel sogno. Aprì gli occhi e deglutì forzatamente mentre annaspava in cerca di aria.

«Lasciami stare. Non toccarmi. Vai via.» urlò Changbin non riuscendo ancora a distinguere il sogno dalla realtà. Continuò ad agitarsi, cercando di scrollarsi di dosso le mani di Felix.

«Amore, che stai dicendo?» sussurrò Felix confuso, continuando a tenere le mani sulle spalle di Changbin.

«Non chiamarmi amore. Non toccarmi. Ti faccio schifo. Perché mi hai fatto questo? A cosa ti servivano quei soldi? Perché sei come tutti gli altri? Io credevo in te. Io pensavo...» urlò ancora Changbin, sputando quelle parole con delusione e tristezza.

«Changbin! Cosa stai dicendo? Di che soldi parli?» Felix sospirò e gli prese il viso tra le mani dopo averlo tirato su per farlo sedere a sua volta: «Cosa hai sognato?» 

Changbin con quell'ultima domanda sgranò gli occhi, come se avesse realizzato che tutto quello era solamente un sogno. Che in quel momento era sveglio e non aveva davanti l'uomo che gli aveva sputato veleno nel sogno. Scoppiò nuovamente in lacrime e tirò su le coperte per coprirsi sentendosi in colpa. Felix scosse la testa guardandolo e si mise alle spalle del fidanzato abbracciandolo forte. Poggiò la testa contro la sua schiena e chiuse gli occhi.

«Bin... sono qui.»

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