CAPITOLO12 DOPO JASON

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Dopo Jason niente mi sembrava normale,nemmeno parlare con Franz dello stronzo che mi ha considerato cestona e sfigata,nemmeno sentire che fa felice che ci siamo mollati,nemmeno accettare di vederci davanti alla scuola.
I fatti erano in confusione nella mia testa,prima di Jason,dopo di Jason,Jason era lo spartiacque.
Non mi rendevo conto di quello che facevo o dicevo,ho chiacchierato per non so quanto con Franz eppure non ricordo una parola.
Ho raccontato tutto ogni dettaglio a Lisa eppure non so cosa ha risposto.
Non capisco più niente.
Nemmeno a scuola i teoremi si sovrappongono come i confini di Spagna e Francia le date di Napoleone e Carlo Magno.
L'unica cosa che ricordo sono le lacrime di quella settimana,ben definite scendevano lente sulle mie guance,calde,salate,interminabili.
La settimana appena dopo Jason è stata la peggiore, solo grazie a Franz e grazie al tempo,alcuni giorni,ho ricominciato ha riordinare tutto:date,parole,confini.
Ma non ho smesso di non rispondere alle chiamate di Jason,anche se solo leggere il suo nome sullo schermo era una coltellata.
Una coltellata al mio cuore che sanguinava.
Troppo.
Dovevo mettergli un cerotto,e, quel cerotto arrivò.

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