Pensiero

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Centosessantadue.
Erano centosessantadue i passi che conducevano, dall'entrata del cimitero, alla tomba di Claudia Stilinski.
Per Stiles quel numero era diventato un mantra. Se lo ripeteva in continuazione e nelle più disparate occasioni: lo diceva tra se e se quando si trovava in difficoltà, cercando di mantenere una parvenza di controllo e di pudore.
Il mondo lo aveva completamente abbandonato e, in ogni istante, sembrava tenesse a ricordargli che cosa lui aveva perso per sempre: l'affetto di una madre.
Quando, dondolandosi in solitudine sull'altalena del parco ad un isolato da casa sua, osservava i bambini giocare contenti assieme agli amici o ai propri genitori, il suo stomaco si stringeva in una morsa, perché sapeva che l'infanzia passata in compagnia di sua madre non sarebbe più tornata da lui.

Si era spenta nel suo letto d'ospedale un mese prima dei diciott'anni del suo bambino, e Stiles, a distanza di due mesi dalla sua prematura scomparsa, non faceva che rivolgere costantemente il suo pensiero al suo ricordo.
Gli mancava come l'aria: i suoi capelli sempre profumati per via del suo shampoo alla vaniglia, i suoi allegri e svolazzanti vestiti a fiori, la sua voce armoniosa che accompagnava i meravigliosi brani che suonava al piano, i suoi baci e le sue carezze.

Gli mancavano i suoi consigli e le sue battute, e gli mancava parlare con lei di Derek, il suo fidanzato. Era grazie a Claudia se loro due, amici fin dalla nascita, avevano trovato il coraggio di mettersi assieme, e per stiles questa era diventata una cosa insopportabile da portarsi dentro. Ogni volta che vedeva Derek nelle loro quotidiane videochiamate, lo stomaco faceva una capolvolta al pensiero che loro erano il frutto dell'amore di sua madre per entrambi.

Così, dato che il maggiore essendo due anni più grande aveva iniziato il college a New York ed era praticamente dall'altra parte del paese, aveva deciso di non dirgli nulla sulla morte di Claudia e di non sentirlo più.

Ed ora se ne stava lì, da solo, a contemplare un parco giochi vuoto per via del temporale imminente che stava per arrivare.
Perlomeno il tempo aveva scelto di compatirlo, accompagnandolo sulla via della disperazione totale. Abbassò lo sguardo a terra, osservando intensamente i sassolini grigi posti accanto alle sue scarpe, iniziando a pensare che nessuno lo avrebbe mai capito e tirato fuori da quella bolla di dolore che sembrava stringersi sempre più attorno a lui.
Gli occhi gli si riempirono di lacrime che presero a cadere verso il terreno, ed il cielo per evitare di lasciarlo disperare da solo, iniziò a piangere assieme a lui.
Erano passati minuti interi, o forse ore, ma stiles non poteva fare a meno di piangere ed urlare. Non smise di farlo nemmeno quando venne avvolto in un caldo e forte abbraccio.

-Va tutto bene Stiles. Io rimarrò sempre con te-
-D-Derek-
-Va tutto bene-
-M-ma... come?-
-Scott-

Si strinsero ancora più forte spartendosi il dolore di una perdita che entrambi stavano e avrebbero dovuto affrontare.

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