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UN MESE DOPO IL RITORNO DI SERKAN


Ultimamente Ceren era stata molto distratta. Sophia la capiva: aveva lavorato duramente ed ininterrottamente per un lungo periodo di tempo e adesso era stanca. Era per questo che quando Deniz aveva chiesto a lei, Eda e Ferit di partire per qualche giorno, Sophia si era offerta di essere sua sostituta alla delicata udienza che si sarebbe tenuta il giorno dopo la loro partenza e le aveva suggerito di andare e riposarsi un po'.

"Mi occuperò di tutto io" le aveva promesso. "E poi il posto dove andrete dista solo un'ora di automobile, se dovessero esserci problemi ti raggiungerò o ti chiederò di tornare."

"Non mi sembra giusto che io riposi mentre tu ti occupi di un mio cliente" aveva replicato Ceren. Ma era bastata un altro po' di persuasione perché si convincesse di aver bisogno di quei giorni di relax più di quanto ne necessitasse Sophia.

A quest'ultima non dispiaceva davvero, era abituata ai ritmi folli di quel lavoro, ci si era costruita un nome e una carriera sulla sua capacità di lavorare molto e riposare poco. Non era niente di troppo faticoso per lei. Non credeva avrebbe avuto bisogno di chiamare Ceren, ma si era dovuta ricredere. Quando si era messa a studiare il fascicolo, infatti, subito dopo la doccia e prima di andare alla Art Life, si era accorta che la sua amica e collega si era dimenticata di mettere delle firme sui documenti che le sarebbero serviti per permetterle di sostituirla in udienza l'indomani.

Così aveva preparato tutto, preso le chiavi dell'auto ed era partita di buon'ora per andare a recuperare le firme. Alle otto e mezza parcheggiò l'auto nel parcheggio di quella specie di agriturismo, o qualunque cosa fosse, dove Deniz li aveva portati e si incamminò guardandosi intorno alla ricerca dei suoi amici. Alla fine di un breve viale intravide dei tavoli, il più grande stava sotto un gazebo ed è lì che vide Ceren. Accanto a lei Eda e accanto ad Eda... qualcuno che avrebbe preferito non vedere. Dall'altro lato, di fronte, c'erano Ferit, Deniz e Serkan.

Li raggiunse fermandosi a pochissimi passi dalla staccionata di legno che delimitava il tavolo e sospirò scuotendo poco il capo quando gli occhi di tutti si posarono su di lei, quelli di Ceren per prima.

"Il tavolo più imbarazzante che mi sia mai capitato di vedere" commentò perplessa.

"Sophia" le disse Ceren, "che ci fai qui? È successo qualcosa?"

"Hai dimenticato di firmare i documenti necessari affinché possa sostituirti domani in udienza" la donna sollevò poco il fascicolo che teneva in mano. "Ho pensato di portarteli. Come sai mi servono necessariamente delle firme originali, altrimenti mi sarebbe bastata una copia via mail."

Ceren poggiò sul tavolo la tazza di tè. "Mi dispiace tanto, non so come sia potuto succedere."

"Non è così grave" replicò l'altra passandole il fascicolo e una penna. "Davvero un bel posto" commentò guardandosi intorno. Sorrise ad Eda quando la donna le passò un mandarino dicendole che doveva assolutamente assaggiarlo perché erano dolcissimi.

Sophia decise che l'avrebbe mangiato più tardi.

"Perché non vieni, domani? Dopo la tua udienza" le disse Serkan, incuriosito dall'amicizia che sembrava legare Eda e la sua migliore amica. Non ricordava nulla della bella donna dai capelli castani che era sua socia ed ex fidanzata, sapeva solo quello che Selin gli aveva raccontato e, in base a quei racconti, non si capacitava di come potesse andare così d'accordo con la donna che lui considerava come una sorella, ma che ora lo guardava spesso come se faticasse a riconoscerlo. "Riposarti non ti farebbe male."

The Last YearDove le storie prendono vita. Scoprilo ora