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DUE SETTIMANE PRIMA

DELL'ULTIMO GIORNO DEL MESE

Quel giorno stava andando tutto male. Anzi, malissimo. Serkan proprio non riusciva a capire come fosse possibile che niente andasse per il verso giusto: Selin faceva pressioni per il matrimonio – un matrimonio che lui non era neppure sicuro di volere – il lavoro si accumulava, sua madre si comportava in modo sempre più strano e, insieme a lei anche Seify e la signora Ayfer. Non sapeva molto di quest'ultima, ma gli sembrava che insieme quei tre davvero non facessero altro che combinare guai.

E poi c'era Eda che lo ignorava completamente; era come se praticamente non esistesse per lei: arrivava, faceva il proprio lavoro, si prendeva una pausa di tanto in tanto, rispondeva vagamente alle sue domande e poi, a fine giornata, se ne andava a casa augurandogli una buona serata. E questo era tutto.

Non c'erano più battibecchi, non c'erano più frecciatine e proprio ora che lui voleva sapere di quel passato che per settimane aveva provato a ricordargli, lei proprio non ne voleva sapere di parlare con lui.

"Ho smesso di provare a farti ricordare" gli aveva detto quando le aveva chiesto cosa facevano un tempo, quando erano innamorati e – a detta di tutti – incredibilmente felici.

"Non ne vale la pena" aveva continuato, "tu hai rinunciato a me, quindi io ho fatto lo stesso."

Aveva concluso così la loro conversazione e se ne era andata lasciandolo seduto da solo sulla sedia, con tantissime domande e un vuoto dentro che non sapeva spiegare ma che, ne era certo in qualche modo, nessuno a parte lei poteva colmare.

"Mi odia" aveva detto a Engin e Sophia durante una conversazione. Ma mentre Engin aveva provato a farlo sentire meglio dicendogli che probabilmente Eda era solo stanca di tutta quella situazione, Sophia gli aveva sputato in faccia la verità.

"In verità le sei totalmente indifferente" aveva precisato, "che è anche peggio."

Serkan l'aveva guardata con occhi smarriti. Era stata brutale come al solito, ma aveva ragione, ed era per questo che faceva così male.

A proposito, ma dov'era finita? Le aveva telefonato quasi due ore prima e ancora non era arrivata. Sì, era sabato e lei di solito il sabato non si presentava al lavoro, per quella misteriosa ragione di cui non aveva voluto parlargli, ma quella volta si trattava di un'emergenza. Gli aveva assicurato che sarebbe arrivata presto, ma quanto presto?

Pensò di telefonarle di nuovo, e stava per farlo quando Eda entrò in ufficio parlando al telefono con qualcuno. Nell'altra mano stringeva una tazza che poggiò sul tavolo. Mentre spostava una ciocca di capelli dietro l'orecchio sorrideva, con quel suo bel sorriso dolce e sincero, con quelle fossette sulle guance. Sorrideva e Serkan sentiva il suo cuore sorridere a sua volta, anche se lei non stava sorridendo a lui.

"Va bene, okay" disse al suo interlocutore. "Ci vediamo stasera allora. A dopo."

Riattaccò e Serkan la guardò posare il telefono sul grande tavolo, aprire il portatile e fissare con aria concentrata qualcosa.

"Hai impegni per questa sera?" le domandò cercando di usare il tono più normale che aveva.

"Perché me lo chiedi?"

"Nessun motivo particolare. Ho sentito mentre parlavi al telefono, hai dato appuntamento a qualcuno per stasera, e mi sono incuriosito."

"Ah sì" Eda bevve un sorso dalla tazza. "Un amico. Si trova in città per qualche giorno, per una mostra fotografica. È un fotografo. L'hai conosciuto, ma non te lo ricordi, probabilmente."

The Last YearDove le storie prendono vita. Scoprilo ora