L'angelo caduto
vescovo del male...
da eterna bellezza
a incubo della purezza
del regalo per la nascita
di un Natale fatale,
Lucifero, angelo caduto
rinascita gloriosa di erbe cattive e dannate.
Può Dio scegliere per superbia
per invidia
di cacciare chi teme per superbia?
di lanciare dal Regno supremo
come una meteora
la sua fedele spalla destra?
Cabanel ci ha scritto una canzone,
di estrema grandezza e infelicità,
come il posto di angelo prediletto
che mai più sarà realtà,
anche lui sarà maledetto
ad essere schiavo del suo stesso quadro,
in un mondo a soqquadro
del principe dell'aldilà,
un'ultima lacrima
prima di perdere l'umanità;
se umano si può definire l'uomo.
Adesso vola,
sei già pronto al decollo
rivendica il tuo posto
di re dell'altro mondo,
macchie di pazzia
schianti sulla via
beate angeliche che ti tormentano,
nella pazzia, che attira
chi nella vita è sempre stato una pedina
di una mente creatrice morente
rediviva.
Sono io l'angelo caduto,
come ogni artista
destinato a far passare per invidia
il talento
che opprime, che ringhia
alle porte della mia testa
in cerca di un'altra vittima
a cui portare via la donna amata,
per ridere della sua malinconia.
Un artista è come un angelo caduto,
condannato dal mondo e dall'umanità
a vivere da solo e in solitudine
per scrivere o dipingere cose,
che nessuno capirà...
nessuno apprezzerà...
vittima di un'omertà
in cui un popolo si allea
per rinchiuderlo nella sua stessa
creatività;
una donna che lo ispira
e che non esiste