Il Passato Di Arthur Russell

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Arthur: <<Albero di Giuda? Davvero credete a quelle stronzate che si dicono in giro? Voi detective siete proprio stupidi sapete? HAHAHAHAHA!>>

Piccionichi: <<Non perderò tempo a farti la predica Russell, dimmi ciò che sai su quell'albero!>>

Arthur: <<Beh vediamo, è alto, ha delle foglie, ha una corteccia, posso dirti questo...ora sei contento? Spero se potrai dormire sogni tranquilli ora, idiota.>>

Piccionichi: <<Ok, visto che è solo una leggenda quindi non ti importerebbe se andassimo a controllare la tua prigione giusto?>>

Arthur: <<Cosa vorresti dire? Non ho nulla da nascondere.>>

Piccionichi: <<Allora quel piccolo pezzo di corteccia che hai in cella si può anche buttare no? Tanto non serve a nulla, è solo spazzatura!.>>

Arthur: << OK, OK, ti dirò tutto quello che vuoi sapere ma non toccare quel pezzo di legno, è l'ultima cosa che mi rimane di lui...>>

Piccionichi: <<Lui chi? Spiegati meglio Russell.>>

Arthur: <<È meglio che racconta le cose dall'inizio. Sono nato da una famiglia poverissima, che mi ebbe per sbaglio, infatti dopo solo alcuni giorni mi abbandonarono per strada, al freddo. Meno male che un uomo passò di lì e mi vide, si chiamava Pablo Russel, mi prese con sé e mi portò a casa sua. Mi insegnò a parlare, a scrivere, a leggere, come un bambino normale, ma arrivato all'età di sei anni mi cominciò ad insegnare a combattere, ad uccidere e compiere azioni illegali, mi fece addirittura arrampicare su un traliccio dell'elettricità per testare il mio coraggio e per punizione se solo avessi avuto l'idea di scendere mi puniva con cingliate e frustate, perchè come diceva lui un guerriro non si arrende davanti a nulla. All'inizio non mi resi conto che era una cosa sbagliata, ero solo un bambino. Passarono quattro anni di intensi allenamenti, fatica e sofferenza, un giorno mi prese nel sonno e mi portò nel famoso Albero di Giuda, quando mi svegliai vidi mio padre ed un uomo incappucciato, era gigante ed emanava un'aura a dir poco spaventosa. Dopo essermi svegliato mio padre in lacrime mi diede un pezzo di tronco con su scritto J.S., è l'unica cosa che tutt'ora mi rimane di mio padre, non so se odiarlo o no, ancora oggi non capisco cosa possa significare questa sigla. Comunque, ritornando al mio passato, una volta datomi il pezzo di legno se ne andò dicendo all'uomo incappucciato "te lo affido", e poi se ne andò. Sono stato fino all'età di quindici anni in quell'albero senza mai uscire. Un giorno due pellicani, di nome Red e Blue mi portarono un una stanza buia dove sedeva Jason, aveva un'aria strana, quasi divertita...gli dissi cosa aveva da ridere, mi sembrava che ce l'avesse con me, lui mi rispose con "lascia stare, è troppo presto per dirtelo, da oggi tu lavorerai per me. La tua prima missione è quella di uccidere mia moglie facendo in modo che tutte le prove portino a me, così potrò attuare il mio piano." Feci tutto quello che mi disse, in cambio mi dava un po' di denaro. Questa storia continuò per cinque anni, poi scappai da lì, non volevo capi o robe del genere, volevo essere libero...questo è quello che è successo davvero, non ho altro da aggiungere.>>

Nella stanza calò un silenzio tombale, quasi assordante. Ad un tratto Piccionichi con voce tremolante disse: <<Allora è tutto vero...non è solo una leggenda, per di più sei stato tu ad uccidere la moglie di Jason! Non ho tempo per questo ora.>>

Andò velocemente all'ingresso della centrale dove c'erano Piccionichi e Showen.

<<Kikirishima, non farti domande ma devi venire con me!>>, disse Piccionichi prendendo per il cappotto Kikirishima mentre usciva dalla centrale.

Kikirishima: <<Hey, dove mi sta portando detective?!>>

Piccionichi: <<Ho detto di non farti domande Kikirishima!>>

Showen: <<Dove diavolo stai andando Piccionichi?!!>>

Piccionichi: <<Scusi signore! Ma devo andare a prendere Jason, vivo o morto sarà mio!>>

Jason 2: Il Mistero Dell'albero Di GiudaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora