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Nonostante quella prima serata, non riuscì ancora a presentarmi. Mi sentivo un po' delusa e offesa da me stessa, più che altro perché ero l'unica ancora a non averlo conosciuto. 

Ed eccoci di nuovo lì, nello stesso luogo che ci accumunava e che ci accumuna ancora, la nostra seconda casa, se non la definiamo direttamente la prima per la sua importanza. Entro, mi guardo attorno, saluto tutti... e a lui? Ancora nulla! Si lo so, cosa mi costava presentarmi subito come fecero gli altri? Purtroppo, ancora una volta la timidezza prese il sopravvento. 

Passata la serata, prima che tutti quanti noi tornassimo alle nostre case, dirigendomi verso l'uscita, una sbandata alla spalla. MA? Cos... eccolo lì! 

Si presentò, gentile lui, con la sua voce squillante da ragazzino che lo caratterizzava. Mi guardava, con la mano tesa verso di me in attesa che gliela stringessi; mi sorrideva con il suo "faccino" adorabile, caratterizzato dalle sue tenere guance rosse. Io, antipatica a primo impatto con tutto ciò che è nuovo, non faccio altro che stringergli quella sua calda mano, sforzandomi di accennargli uno di quei sorrisini già pronti per le occasioni, senza alcun minimo sforzo. 

Ma dai, almeno anch'io avevo avuto il piacere di conoscerlo. Soddisfatta da questa situazione (anche se non lo davo a vedere), mi diressi in macchina e nel tragitto non pensavo ad altro che alla sua calda mano, che poi nel tempo si è rilevata la mia fonte di calore. 

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