Tribunale (p. 2)

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Dopo un pianto assordante vidi nuovamente quei due uomini che mi prendevano. Chiusi gli occhi e mi addormentai sperando che mi avrebbero portata in quella stanza, ma rivenì dentro un camiciotto arancio davanti ad un grand'uomo dai capelli bianchi e dall'aria astuta. Aveva un gran martello in mano, i miei polsi sanguinavano ma io stavo ferma. Nessun urlo. Nessun morso. Niente di niente. Stavo in silenzio e talvolta aggrottavo le sopracciglia. La voce tentava di farmi mangiare tutto ciò che era di fronte ed accanto a me, ma io non cadevo nella tentazione, finché non arrivò Diego. Cominciai ad impazzire ed infine scappai dal tribunale, pensa che avevo più di seicentomila persone contro che mi inseguivano e avevo la possibilità di sbranarle tutte, no tranquilli non dirò "e così feci" dirò solo che ero... Tentata

-Fallo per Diego, lui non sarebbe orgoglioso di te se ti mangiassi tutte queste brave persone giuridiche-

Mi pensavo e ripensavo mentre ero sempre più debole e zoppa.

-Wow, ma non hai fame Jennifer?-

Sussurrò quella voce ormai stanca che non reagissi più impazzendo

-Io fossi al posto tuo me li mangerei tutti quanti persino quel cretino di Diego hahahaha!-

Ero turbata ma sapevo che ormai quello stupido mormorio non poteva che darmi fastidio ma non mi avrebbe fatto del male.

-Ehi, sono Diego ti prego stai ferma, non vogliamo farti male
Disse Diego consapevole potessi mangiarlo
-Vuoi farti mangiare o cosa? Sembri delizioso, volevo proprio fare pranzo!
Me la risi io.
-Ti chiedo di stare ferma, è per il bene delle persone Jennifer.
-Va bene mi hai obbligato tu

Lo presi dal busto e iniziai a strattonarlo per poi graffiarlo sul naso sapendo avesse capillari bassi e quindi ci volesse solo un'attimo per fargli scattare il naso

-So che vuoi mangiarmi, ma prima ricordati di cosa siamo stati...

Ci ripensai e lo lasciai andare delicatamente, poi fermai il sangue del suo naso e le sue fratture.

Di fronte a me c'era mia madre ma ero di nuovo miope

-Jennifer, tu ricordi di me? Sono io, Agata

Quella donna rugosa mi ricordò la donna che mi aveva regalato l'autolesionismo, quel giorno avevo un lama fra i polsi e gli avambracci

-Vai via, lurida... M'hai rovinato la vita e adesso il mio unico desiderio è vendicarmi
-E il mio unico è quello di farti calmare, so che non mi sbranerai anche se ti ho rovinato la vita la mamma è sempre la mamma...
-Se vuoi che non lo faccia, ti conviene sparire dalla mia vista, perfida donna.
-Oddio che carina, non dici parolacce!
-Vai via vacca
-Moderiamo i termini ragazzina
-Ho ventun' anni
-Avanti, sarai sempre la piccola della mamma...

Quando pronunciò quelle acide parole la presi dal collo e la mangiai sputando tutte le ossa.

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