Capitolo 7

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Capitolo 7

Deglutii rumorosamente.

“V-va bene, dimmi.” bisbigliai.

Possiamo vederci?”

Strizzai gli occhi, cercando di ricacciare indietro le lacrime.

“Certo, dimmi dove e quando.” Harry mi guardava, preoccupato. Gli feci un sorriso tirato, cercando di tranquillizzarlo, ma non funzionò.

Mi guardai un'ultima volta allo specchio: gli occhi erano ancora un po' gonfi per il troppo piangere, ma tutto sommato ero presentabile. Presi un respiro profondo e uscii dalla mia camera, attraversando il salotto silenziosamente. Harry, come sempre seduto sul divano, si alzò di scatto e mi trattenne, prendendomi per il polso.

“Non andare.”

“Harry, dai, ne abbiamo già parlato.” guardai la sua mano, sperando che mollasse la presa. E in effetti lo fece.

“Resta qui con me.” la voce gli si spezzò e gli occhi diventarono lucidi e arrossati. Paradossalmente, sembravano ancora più belli. Vedendolo così, venne da piangere anche a me. “Il mio grande e grosso cucciolo.” sussurrai, mentre gli gettavo le braccia al collo. Si abbassò, per essere più o meno della mia altezza ma, nonostante fossi già in punta dei piedi, riusciva comunque ad essere più alto di me.

“Non andare..” sentii le sue lacrime calde sul collo.

“Non posso.” sciolsi l'abbraccio, e me ne andai, senza guardarlo.

Mi fermai un attimo fuori dalla porta e lo sentii colpire la porta. Non riuscii a capire se era un calcio o un pugno. Sospirando, mi incamminai per la strada.

L'aria era particolarmente fredda e subito rimpiansi di non aver messo il cappotto, mentre guardavo il maglione leggero. Guardai il cielo, scuro. Ormai potevo dire addio definitivamente alle rare giornate di sole estive, che avrebbero lasciato il posto a pioggia, pioggia, e ancora pioggia.

Camminavo in fretta e a testa bassa, avvolta dai miei pensieri. Continuavo a ripensare alla conversazione che avevo avuto poco prima con Zayn, al telefono. Doveva parlarmi, ma non mi aveva di cosa. L'ansia mi assaliva, mentre mi dirigevo al Regent's Park, dove ci eravamo dati appuntamento ci saremmo incontrati davanti al cancello dell'università.

Arrivai all'ingresso del parco. L'ansia mi assalì. Sarebbe potuto succedere di tutto. Camminavo con passo più lento del solito mentre mi avvicinavo alla meta. Pensai di morire quando lo vidi seduto su una panchina. Aveva lo sguardo perso nel vuoto, mentre fumava una sigaretta, ormai quasi finita. Notai che sotto al giubbotto di pelle aveva solo una maglietta e ne fui lieta, vedendo che non ero stata l'unica stupida a vestirmi leggera. Rallentai ulteriormente, cercando di prepararmi mentalmente a qualsiasi cosa mi avrebbe detto. Gettò il mozzicone a terra e, mentre lo schiacciava con il piede, si infilò in bocca un'altra sigaretta. Non potei fare a meno di notare che a terra c'erano altri quattro mozziconi.

Stava ancora frugando nelle tasche alla ricerca di un accendino, quando lo raggiunsi. Mi guardò, senza salutarmi, e rimise la sigaretta nel pacchetto.

“È da tanto che aspetti?” gli sorrisi.

“Non da molto.” non sorrise.

“E hai fumato così tanto?” dissi, riferendomi alle sigarette spente ai suoi piedi.

“Già.”

Abbassai lo sguardo, imbarazzata e delusa.

“Vuoi sederti o preferisci camminare?” mi chiese, riprendendo la sigaretta e accendendola.

“Per me è uguale.” quindi si alzò e iniziò a camminare, aspettandosi che lo seguissi. E così feci

Camminavamo vicini, ma allo stesso tempo distanti l'uno dall'altra. Restavo in silenzio, aspettando che dicesse qualcosa mentre fumava. Ogni tanto lo guardavo, cercando di intercettare qualche suo sguardo che potesse rivelarmi qualcosa, ma continuava a fissare davanti a sé, impassibile.

Stavamo ancora camminando, quando buttò per terra la sigaretta. Lo guardai, dentro di me c'era un misto di ansia, agitazione, curiosità, paura. Finalmente mi guardò: dei brividi mi scesero lungo la schiena. Era uno sguardo nuovo, diverso da quelli che avevo già visto: i suoi occhi erano completamente impassibili, distanti. C'era qualcosa in quell'immagine che mi spaventava, ma allo stesso tempo mi attirava.

“Non penso sia il caso.” disse infine. La voce rispecchiava perfettamente il suo volto. Di risposta ebbe il silenzio, visto che non capivo completamente a cosa si riferisse.

Sbuffò. “Ma perché ti si deve spiegare tutto? Non voglio più uscire con te.”

“Perché?”

“Perché di sì.”

E riniziò a camminare, veloce, tanto che facevo fatica a stargli dietro. Si girò di scatto e mi guardò dritto negli occhi. “Vattene, Veronica.”

Rimasi paralizzata, sconvolta. Non riuscivo più a muovermi, mentre lo vedevo allontanarsi. Mi veniva da piangere, ma le lacrime non volevano scegliere. Ma cosa avevo fatto di così brutto per meritarmi un trattamento del genere?

Avevo cercato di prepararmi alle notizie, ma non mi aspettavo un abbandono, o almeno non così brusco. A questo non ero per niente pronta.

Nota dell'autrice:

Chiedo nuovamente scusa, ma ho avuto da fare, più di quanto mi aspettassi.

Comunque, per un po' non scriverò: come potrete capire, ora come ora mi risulta piuttosto difficile scrivere di Zayn. Se mi passerà e riuscirò a scrivere senza mettermi a piangere, continuerò la ff più avanti.

Ci terrei a dire la mia, visti gli ultimi avvenimenti: loro quattro restano uniti, ma non sarà la stessa cosa. Che canzoni saranno senza la sua voce? I "One Direction" erano cinque, ora che sono quattro non sono più tali. Non andategli tutti contro: non è una vita facile, e ci sta la sua decisione, la comprendo e la capisco: dev'essere una vita difficilissima e da non augurare a nessuno, ma è comunque difficile da accettare come cosa, è difficile rendersi conto che i cinque anni passati sono giunti ad una grande svolta, se non ad una fine. Però, se questa è la sua decisione, spero che abbia ciò che desidera: una vita da “normale ventiduenne”, spero che possa essere finalmente felice.

Non sono ormai da anni una ragazzina pazza per loro che continua a fangirlare, sapevo che prima o poi questo momento sarebbe arrivato, non credevo, come tanti altri fan, che sarebbero durati per sempre. Però non si è mai abbastanza pronti ad una cosa del genere. Ora inizio a prepararmi alla fine anche della band che rimane.

Che poi, magari poi tornerà, magari inizierà una carriera da solista. O magari riuscirà finalmente ad essere felice, ed io con lui.

Ci mancherai, Zayn.

Detto ciò, ringrazio di cuore chi ha seguito la storia fin qui, spero di aggiornare presto la storia, e vi auguro un buon proseguimento.

#AlwaysInOurHeartsZaynMalik

You give love a bad name. (Zayn Malik)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora