Gli ululati delle signore fra il pubblico mi riempirono le orecchie producendo un ronzio sordo, mentre l'unica cosa a cui riuscivo a pensare era la voglia matta di correre e fuggire via.
Ma la mano di Victor Belpois era ancora tesa nella mia direzione e, come seguendo una specie di impulso primordiale, gli porsi la mia che lui agguantò con grazia sublime.
"Onorato di fare la vostra conoscenza, madamoiselle" soffiò per poi calare il viso e premere le labbra sul dorso della mia mano, "Vi prego di concedermi l'onore di questo ballo" schioccò rumorosamente le dita e immediatamente un quartetto di archi prese a suonare qualcosa che sembrava una specie di valzer.
Io non riuscivo a parlare, ma ricordavo ancora l'espressione raggiante di Camille quando solo poco prima avevo accettato di partecipare ad un incontro privato con Victor: quella era la nostra occasione, non potevo permettere che scivolasse via da noi solamente perché ero troppo intimidita dallo sguardo selvatico dell'Adone Rosso.
Così mi schiarii la voce e sollevai il mento, raddrizzando la schiena e lasciando scivolare via dalle mie spalle lo scialle che avevo messo quando ero uscita sul balcone, "Con immenso piacere, monsieur" dissi sfoggiando quello che sperai fosse un sorriso il più possibile ammiccante.
Victor mi sorrise di rimando e con una delicatezza che mai mi sarei aspettata da lui, avendo assistito solo poco prima ad una performance stravagante ed energica, mi trascinò al centro della pista.
Il brusio del pubblico cessò non appena una voce femminile, vellutata e carezzevole, prese a cantare una ballata dal ritmo lento e a tratti quasi malinconico.
Il braccio libero di Victor si avvolse attorno alla mia vita, mentre l'altra mano teneva la mia in una presa salda, ma comunque gentile; dopo alcuni secondi cominciò a muoversi e io con lui, pregando silenziosamente di essere in grado di seguire i suoi passi senza incespicargli addosso.
Camille era molto più ferrata di me in queste cose, avrebbe dovuto esserci lei al mio posto: questo era il mio pensiero, mentre a denti stretti cercavo di mostrarmi ammaliata dallo sfarzo che ci circondava.
"Questo locale è strabiliante" commentai nel tentativo di rompere il ghiaccio, ma specialmente di sciogliere la tensione che mi annodava le viscere in quel momento, "Madame Julianne ha davvero un talento notevole"
Victor mi sorrise, "E' una gran lavoratrice, si dà molto da fare per tutti noi" avvertii la presa sulla mia vita farsi più esigente mentre il ritmo della musica cresceva sempre di più, con il canto che assumeva un'aria passionale "Non ha fatto altro che parlarmi di voi tutta la sera" disse guardandomi con attenzione.
"Oh, davvero?" chiesi, mentre nella mia testa mi domandai con quale rapidità Henri Delacour fosse riuscito a riferire di me e di Camille a Madame Pigalle, "Be' io e la mia amica saremmo davvero molto interessate allo spettacolo che state preparando"
"Ma davvero? È grandioso!" esclamò Victor, facendomi fare una rapida piroetta.
Inghiottii a vuoto, riuscivo a percepire il calore del corpo di Victor fin dentro la mia pelle e cercai di scrollarmi di dosso la profonda sensazione di vertigine che mi attanagliava ogni volta che lo guardavo in quei suoi occhi così ardenti, "S-sempre che vi piaccia quello che scrivo, ovvio!" esclamai rapidamente, accorgendomi solo in quel momento di quanto la presa ferrea delle sue mani su di me fosse così forte da riuscire quasi a farmi scordare il mio stesso nome.
Victor avvicinò il suo viso al mio, le punte dei nostri nasi avrebbero potuto toccarsi se non fosse stato per un millimetro di distanza, "Adorerei leggere i vostri scritti, mademoiselle"
Era troppo vicino, il suo calore era così intenso da darmi l'impressione che l'aria mi stesse venendo risucchiata via dai polmoni: feci un respiro profondo, e sostenni lo sguardo di Victor con tutta la forza che riuscii a racimolare in quel momento, "Potrei recitarvi alcuni dei miei versi, più tardi" dissi con voce ferma, malgrado dalla mia gola minacciassero di sgusciare fuori dei versi striduli di cui mi sarei penosamente vergognata fino alla fine dei miei giorni, "Magari..." inghiottii la saliva che mi aveva invaso la bocca, "... in privato?"
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MY HEART IS OPEN (Moulin Rouge inspired fanfiction)
FanfictionATTENZIONE: STORIA ATTUALMENTE IN REVISIONE, gli aggiornamenti potrebbero slittare di alcuni mesi. Parigi, 1900. Una giovane scrittrice onora la promessa fatta al suo amato: raccontare la loro storia d'amore. Si parte dal 1899, quando la giovane boh...