Victor Belpois sedeva sull'altalena con grazia, il corpo e il viso illuminati dal bagliore accecante del riflettore: la chioma biondo rame da cui derivava il suo nome al locale, era pettinata all'indietro ad eccezione di alcuni piccoli ciuffi sottili che gli ricadevano sopra la fronte; gli occhi erano cerchiati di matita nera; la pelle era diafana, lattea e candida come la luna e spruzzata da efelidi lungo il viso, le braccia muscolose e il petto ampio. Una bocca carnosa e invitante si aprì in un sorriso scoprendo denti così bianchi da sembrare perle, mettendo in risalto lo strato di rossetto applicatovi sopra.
Tutti i ballerini del Folies Berges erano truccati, ma c'era qualcosa nel volto di Victor che lo rendeva immediatamente riconoscibile come l'Adone Rosso.
Era bellissimo, il più bello di tutti.
Ancora non sapevo quello che sarebbe accaduto fra noi.
Ma al solo guardarlo mentre calava sul pubblico in visibilio da un'altalena appesa al soffitto, mi si era mozzato il fiato.
Lui era la stella del Folies Berges, il diamante della corona di Monmartre per le gentildonne di Parigi.
Ricordo ancora com'era vestito, perché il mio cuore ebbe un sussulto alla vista e i miei sensi già appannati dallo champagne si risvegliarono con un brio insolito e stranamente accattivante: portava un paio di pantaloni gessati con delle scarpe su cui erano incastonati dei diamanti; il petto sarebbe stato nudo se non fosse stato per un gilet aperto tenuto da paio di bretelle rosso fuoco su cui campeggiava un sentiero di diamanti luminosi come le stelle nel cielo notturno.
I sorrisi che lanciava erano peccaminosi, così come i suoi sguardi infuocati e lascivi che facevano emettere gridolini striduli al suo passaggio: ogni cosa che toccava si tramutava, diventava una reliquia preziosa e che fosse un cappello o un nastro le donne vi ci avventavano come avvoltoi su una carcassa.
Aveva una voce profonda e calda, a tratti roca e che aveva la capacità peculiare di riecheggiarti dentro come un tamburo.
Camille mi aveva raccontato di quanto fosse conteso tra l'elites che si avventuravano al Folies Berges: tutti i salotti parigini parlavano di lui, e molte erano le nobildonne disposte a spendere un patrimonio pur di trascorrere la notte insieme a lui. Giravano voci sul suo conto, sostenendo che si facesse pagare in diamanti anziché in denaro, pietre che poi venivano incastonate fra i suoi abiti di scena e che dallo sfarzo dei tessuti si potesse intuire con quante nobildonne diverse fosse stato.
Altre voci ancora erano dell'opinione che la compagnia di Victor fosse talmente esclusiva da non poter essere ripagata in denaro, bensì attraverso segreti: si diceva infatti che l'Adone Rosso fosse a conoscenza di tutti gli scandali più scabrosi e oscuri delle elites di Parigi e dintorni.
Qualunque fosse la verità, nessuno sfuggiva al fascino di Victor Belpois che si faceva largo fra la folla di ammiratrici urlanti come Mosè che separa le acque.
La canzone che cantò aveva un ritmo veloce e accattivante: parlava della giovinezza che appassisce in fretta, al contrario dell'eterna bellezza dei diamanti.
Ma non riuscii a concentrare la mia attenzione sulla canzone, perché non riuscivo a staccare gli occhi da Victor.
"Sai che Madame Pigalle sta ingaggiando giovani scrittrici bohemienne per il suo Spettacolo Spettacolare?" mi urlò Camille all'orecchio, tentando di sovrastare le urla della platea come il rombo della musica.
"Cosa sarebbe?" urlai io di rimando.
"Henri mi ha raccontato che Madame Pigalle vuole organizzare un'esibizione teatrale per rilanciare il prestigio del suo locale" gridò Camille, "Victor Belpois sarà la stella dello spettacolo naturalmente... Io gli ho detto di ingaggiarci!" mi fece l'occhiolino.
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MY HEART IS OPEN (Moulin Rouge inspired fanfiction)
FanfictionATTENZIONE: STORIA ATTUALMENTE IN REVISIONE, gli aggiornamenti potrebbero slittare di alcuni mesi. Parigi, 1900. Una giovane scrittrice onora la promessa fatta al suo amato: raccontare la loro storia d'amore. Si parte dal 1899, quando la giovane boh...