CAPITOLO 6
Qualche giorno dopo io e Camille riuscimmo a mettere su una nostra compagnia che ci offrisse aiuto per scrivere lo Spettacolo.
Fu attraverso le conoscenze di Camille del mondo bohemienne che ci imbattemmo in quelle che, ancora oggi, considero come le nostre più care amiche.
Mirabel Aguirrez, di origini argentine, era una notevole ballerina con una grande predisposizione per il tango: si sarebbe occupata delle coreografie e della direzione dei ballerini all'interno della scena.
Théa Alvarò era un'eccellente pianista dotata di uno strabiliante orecchio e una voce d'angelo: a lei sarebbe spettata la composizione delle canzoni e in generale la direzione della musica di tutto lo spettacolo.
Infine, Camille si sarebbe principalmente occupata dei costumi e di redigere i testi dei futuri copioni insieme a me.
Sottoponemmo le nostre scelte (più di Camille che mie, anche se mi trovarono comunque d'accordo) all'attenzione di Madame Pigalle, la quale senza troppi preamboli ci diede il via libera affinché iniziassimo subito a lavorare.
"Sembrava piuttosto arrabbiata" rivelai a Camille quando ci rimettemmo in cammino dal Folies Berges per tornare a casa.
Camille sospirò, "Non te l'ho detto per non turbarti, ma sembra che la Contessa se la sia davvero presa per quello che è successo tra te e Victor quella sera"
"Non è successo niente!" mentii facendomi rigida, "E per la cronaca, la colpa è tutta tua. Il tuo Henri doveva essere molto ubriaco visto che ti ha dato le indicazioni sbagliate"
"Henri non c'entra nulla" ribatté Camille con forza, "E comunque, si è trattato solo di un breve incidente di percorso. Alla fine, ne siamo uscite vittoriose" concluse con un sorriso smagliante.
Io non riuscii a ricambiare, mi sentivo ancora troppo scombussolata al pensiero di Victor ed era passata appena una settimana dal nostro primo incontro.
"Senti" cominciò Camille, quando ci trovammo a passeggiare fra gli Champs-Elysees, "Puoi essere sincera con me"
"Riguardo cosa?"
"Riguardo Victor Belpois"
"Ti ho già detto che non è successo nulla"
"Andiamo, Lily! Ti conosco da quando eravamo bambine" mi tirò delicatamente per un braccio spingendomi a rallentare il passo fino a fermarmi, "Eri sconvolta quella sera, te l'ho letto negli occhi"
Trattenni uno sbuffo "Ma se eri talmente ubriaca da non riuscire nemmeno a reggerti in piedi!"
"L'indomani mattina" proseguì Camille insistente, "Avevi un'aria triste, eri davvero molto triste" mi spinse una mano sotto il mento e io mi voltai a guardarla, "Te lo leggo negli occhi"
Una cosa si poteva dire con assoluta certezza di Camille: per quanto svampita e superficiale potesse sembrare il più delle volte, in realtà possedeva un'attenzione maniacale per qualunque dettaglio. Forse perché era abituata a fissare i volti delle persone per scorgerne ogni emozione al suo passaggio... o forse, semplicemente, era dotata di un tipo di empatia con cui ancora faticavo a familiarizzare.
A quel punto, non volevo più nascondermi e quindi decisi di confidarmi con lei.
Camille ascoltò il mio racconto, restando inaspettatamente in silenzio e assumendo un'aria triste quando arrivai alla parte in cui era venuta a galla la verità.
"Mi dispiace molto"
Mi strinsi nelle spalle, "Non importa. E comunque..."
"Cosa?"
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MY HEART IS OPEN (Moulin Rouge inspired fanfiction)
FanficATTENZIONE: STORIA ATTUALMENTE IN REVISIONE, gli aggiornamenti potrebbero slittare di alcuni mesi. Parigi, 1900. Una giovane scrittrice onora la promessa fatta al suo amato: raccontare la loro storia d'amore. Si parte dal 1899, quando la giovane boh...