IV

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Hermione's pov

Quando sentii bussare alla porta di casa presi la bacchetta che avevo messo sul mobile e mi avvicinai per aprire.

Non era tante le persone che conoscevano la casa che avevo comprato però non lo potevo mai sapere.
Con quella situazione con i Mangiamorte non si poteva mai sapere.
Non potevo sapere se era girata la voce che avevo preso con me, comprato, Draco Malfoy e visto quello che mi era stato detto dovevo prepararmi a qualsiasi cosa.

Per fortuna era solo Harry.

- Come sta? - mi chiese appena entrò in casa.

Gli avevo mandato un messaggio la sera prima per parlargli della situazione, di come stava Draco il giorno prima.

Dopo averlo portato in camera, averlo liberato e provato a toccarlo, e dopo aver visto la sua reazione l'avevo lasciato in pace, da solo, a rilassarsi.
Erano passate delle ore e tutta la notte.

Mi ero affacciata qualche minuto prima ma non ero entrata, mi ero limitata a lasciargli la colazione e l'acqua sul mobiletto all'entrata ed ero uscita.
Non l'avevo visto sul letto, quindi o stava dall'altra parte, sul pavimento e non riuscivo a vederlo o era in bagno. E speravo veramente che fosse riuscito ad alzarsi e a fare qualcosa.

- Non lo so...devo... - feci e mi fermò, mettendomi le mani sulle spalle.

- Vado io, lascia provare me -

Non volevo. Mi dava fastidio che qualcun'altro lo potesse avvicinare, anche se quel qualcuno era il mio migliore amico.

- Andiamo insieme allora - dissi per non sembrare del tutto fuori di testa.

Mi stava venendo questa insana voglia di proteggerlo, ne avevo il bisogno, vederlo in quello stato, debole, me lo rendeva stranamente prezioso.

E so che c'era qualcosa di strano, di malato, anche perché non dovevo provare una cosa del genere verso Draco Malfoy, non aveva senso. L'avevo preso con me per salvarlo e poi, possibilmente, farlo sparire dalla circolazione per non farlo catturare di nuovo ma questo non era previsto, non che provassi un sentimento del genere nei suoi confronti.

- Va bene, come vuoi - fece Harry.

Feci strada e aprii la porta lentamente, per poi guardarmi intorno.

Il mio amico mi guardò, notando la stanza vuota.

- Sei sicura che è qui? - mi chiese.

Per forza, non poteva andare da nessuna parte.

La porta non si era aperta e la finestra aveva le serrande abbassate come le avevo messe io il giorno prima e poi dubitavo fortemente che Draco potesse saltare dalla finestra del terzo piano, non l'avrebbe fatto normalmente, figurarsi nello stato in cui era in quel momento.

Feci il giro del letto, con l'intenzione di andare nel bagno della camera ma mi fermai prima, inginocchiandomi.

- Come stai? - gli chiesi.

Era seduto a terra, le gambe piegate, con le ginocchia al petto e con le braccia poggiate sopra.
Si era lavato, perché i capelli erano bagnati e non più incrostati e anche le parti del corpo che vedevo non erano più sporche di sangue.
Si era messo i vestiti che gli avevo preparato, un pantalone della tuta morbido e una maglietta a manica lunga.

Si voltò a guardarmi, i suoi occhi chiarissimi non sembravano avere danni, tranne un pó di rossore.

Scosse il capo e tornò a guardare la parete davanti a sé.

- Ti ho portato da mangiare, è sul tavolinetto, che ne dici di mettere qualcosa sotto i denti? - gli dissi.

Strinse gli occhi in due fessure e si morse il labbro, ma di nuovo, non mi diede una risposta decente.

Mi passai una mano tra i capelli e mi alzai, sedendomi però sul letto, vicino a lui.

- Deve mangiare, Hermione - disse Harry - Se quello che ha detto la McGranitt è vero, non mette niente nello stomaco da settimane-

- Lo so - risposi.

Non potevo obbligarlo però.
Non potevo forzarlo a mangiare se non voleva.

Non sapevo che cosa l'avevano obbligato a fare mentre era prigioniero, ma non gli avrei dato nemmeno mezzo ordine.

Pensai a quello che avevano detto i suoi aguzzini quando l'avevano portato da me, che doveva obbedire e mettere in pratica quello che gli avevano imposto.

Non potevo fargli una cosa del genere, anche se era per il suo bene.

- Hermione...se non riesci a farlo tornare in sé forse è il caso che se ne occupi qualcun'altro, forse la professoressa può fare meglio - disse Harry.

Sapevo che non lo diceva perché pensava che non fossi in grado di essere d'aiuto, ma voleva aiutare me e in fin dei conti anche Malfoy.

Ma a quelle parole il corpo di Draco fu scosso da un brivido e si portò le mani alla testa.
Sussurrò qualcosa che non capii.

Volevo toccarlo ma non sapevo se me lo avrebbe permesso. Allora tornai in ginocchio, davanti a lui.

- Che cosa c'è? - gli chiesi.

- Devo...devo obbedire...se non mi vuoi già più...non...- disse con voce roca.

Mi avvicinai, infischiandomene di una sua reazione esagerata e gli presi le mani, trattenendole tra le mie. Non mi scansò ma non sollevò il viso.

- Non mi devi obbedire, voglio che fai solo quello che ti senti di fare...anche se mangiare è un discorso diverso...ma non ti manderò via e non ti riporterò lì, vogliamo solo aiutarti, ma se non ce lo permetti non so cosa fare - gli dissi.

Non aggiunse altro, semplicemente si avvicinò e mi poggiò la testa sul petto, lasciando le mani tra le mie.

Sospirai di sollievo, forse sarei riuscita, lentamente, ad avvicinarlo, a farlo tornare in sé.

Purtroppo però la tregua durò un attimo perché, come colto da un fulmine si agitò.
Scattò all'indietro e cercò di liberarsi, strattonando le mani.

- No! Non devo sfiorarti...non devo guardarti...non devo... -

Continuò così per un pó, strattonando le braccia per farsi lasciare ma non glielo avrei permesso.

Chiunque altro si sarebbe incazzato per quelle parole, ma sapevo, sempre perché la McGranitt mi aveva accennato qualcosa, che non era disprezzo il suo.
Gli avevano imposto che non doveva fare così con il padrone, che era inferiore e quei bastardi avevano fatto più danno di quello che pensassi.

Harry si avvicinò per aiutarmi ma lo guardai male, potevo gestirlo da sola, era troppo debole per opporsi.

- Smettila- gli dissi.

Non mi ascoltò.
Vedevo dolore sul suo viso e paura.

- Ti ho detto di smetterla! - esclamai, alzando la voce e si fermò, guardandomi ad occhi sgranati.

Avevo detto che non l'avrei fatto, che non l'avrei obbligato ma a quanto pare non mi lasciava molta scelta.

- Ora che ti sei dato una calmata mangi qualcosa, è chiaro? - dissi.

Draco annuì, rilassandosi.

- Perdonami - disse - Non...non lo faccio più -

- Cosa non fai più? - chiesi - Farmi incazzare o toccarmi? -

- Entrambi - rispose.

A quanto pareva il suo cervello reagiva solo quando usavo un tono perentorio.

Sospirai.

- Puoi toccarmi e puoi abbracciarmi se lo vuoi, però non costringermi ad alzare la voce, d'accordo? - dissi.

Lui annuì, poi allargai le braccia e mi si avvicinò, stringendosi a me, poggiandomi la testa nell'incavo del collo e circondandomi i fianchi con le braccia.

Gli accarezzai capelli.

- Ti tirerò fuori da questo incubo, anche se è nella tua testa - gli dissi - Te lo devo, perché non sono riuscita a salvarti in tempo -

Tuo, I Belong To YouDove le storie prendono vita. Scoprilo ora