Gennaio.

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Passano due settimane e lei mi contattó.
Nessun ehi, nessun ciao o buongiorno. Solo "come stai?" "Benissimo grazie.".
Finì lì.
Mi sentii in colpa per la mia freddezza e dopo cinque o sei ore le scrissi
"Ehi..mi ero promessa di non scriverti ma..vabbé lasciamo stare"
"Perché? "
"Perché ti sentivo distante. Non ero io ciò che volevi. Magari disturbavo pure e non me la sono sentita di cercarti. Ho preferto lasciar perdere per un pó. Lasciar perdere nel senso di non scriverti. Non lasciar perdere te."
"E ora perché mi hai scritta?"
"Mi avevi scritto come stai, e pensavo che t'avessi fatto due domande.."
"Me le sono fatte, ma non voglio farti soffrire. Io non so cosa voglio. E poi non posso cercarti sempre io."
"Neanche io sono il tipo che rimane in bilico, quindi come mi sforzo io di rimanere potresti l'orgoglio da parte anche tu.
Sempre se vuoi. Se vuoi che io rimanga. Perché posso andarmene anche adesso. Dovresti deciderti."
"Io voglio che tu rimanga da amica."
"D'accordo. Sarà fatto."

Finisce lì. Ancora una volta i sensi di colpa mi assalgono. Ma penso che in fondo era la scelta giusta. Voleva una ragazza menefreghista e io sapevo essere chiunque. Sapevo essere dolce, morbosa, stronza, fredda, romantica o insensibile. E decisi per stronza.
Mi contattó lei per i due o tre giorni seguenti con brevissime conversazioni ma finì lì improvvisamente: quando le dissi che il rapporto scopamicizia mi sarebbe andato bene e lei mi rispose che doveva pensarci.
La frase "va bene ci penso" fu il suo ultimo messaggio.
Lasciandomi così.. in sospeso.. passate due settinane ci avevo perso le speranze. Decisi di dimenticarla e così credetti. Intanto i giorni passavano e gennaio finì.

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