Vincenzo

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L'ho saputo oggi. Ho un tumore. Maligno chiaramente. Arrivato in ospedale, sono andato allo sportello dove si ritirano gli esiti, ho consegnato il tagliando che mi avevano dato il giorno dell'esame. La signorina allo sportello  mi ha detto che dovevo pagare trentacinque euro di ticket. Glieli ho dati e sono uscito.

Salito in macchina, ho tirato fuori la lastra dalla busta e mi sono messo a guardarla in contruluce, appoggiandola al vetro della macchina.

Quando ritiri gli esami del sangue, le lastre e gli elettrocardiogammi, capisci perchè la laurea in medicina è una delle più lunghe. La capacità che hanno i medici di capire quello che significano è una cosa che mi ha sempre affascianato.

Per gli avvocati è diverso. Se leggi una sentenza, più o meno capisci quello che c'è scritto.

Lo stesso vale per gli architetti. Se vedi un progetto, sai più o meno quello che ne verrà fuori.

Per i medici no.Quello che vogliono dire gli esami lo capiscono solo loro.

Ho una moglie, Anna. Siamo sposati da otto anni. La amo. Ho anche una figlia, Caterina, che ha ventotto anni. Avuta con la mia prima moglie,Anna, morta in un incidente stradale dieci anni fa. Poi c'è Filippo, quindici anni. Figlio di Anna, la mia seconda moglie.

Agosti è il mio cognome.

Mi chiamo Vincenzo Agosti, sono nato a Padova, ma i miei genitori si sono trasferiti a Milano che avevo un anno. Mi definirei, quindi, milanese.

In casa con noi vive anche Anna, mia madre. Ha novantadue anni. Tutti la chiamano Nonna Anna. Ha il morbo di Alzheimer ed è totalmente riconglionita. Tu le parli, le racconti le cose e lei alla fine del discorso ti dice: ' Ma tu... chi sei?' E ogni volta le rispondo: 'Sono Vincenzo, mamma, tuo figlio'.

Alessandro Genovesi: Happy FamilyDove le storie prendono vita. Scoprilo ora