Capitolo XI- Venerdì sera (Primo finale)

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Piccolissima precisazione prima di lasciarvi al capitolo: questa storia ha due finali, uno bello e uno tragico. Leggete quello che vi ispira di più!

(Ma non vi dirò in che ordine sono stati messi MUAHAHAHA)

Vi voglio bene, 

Nikita

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Langa's pov

Mi presentai fuori da casa Kyan con pochi minuti di ritardo. Avevo perso un po' di tempo a rianimare mia madre ed a farle comprendere -o quantomeno sperare che avesse compreso- che la mia omosessualità non era né una fase e né me ne sarei pentito in futuro e che, soprattutto, "Mamma, sinceramente, pensi che con tutte le sciagure che ci sono nel mondo Dio perderà veramente tempo a preoccuparsi di quello che c'è fra le gambe del mio futuro ragazzo?". Dopo quest' ultima battuta ero riuscito a zittirla, il che non era esattamente un'accettazione della cosa ma almeno aveva smesso di farneticare cose assurde. 
O forse era solo entrata nel panico, non lo so.

Senza offesa ai credenti che si comportano da persone normali, ma i religiosi di solito mi fanno veramente paura. 

Ma va be', non è il momento di soffermarci su questo. Ci preoccuperemo di mia madre dopo che avrà finito l'incenso da bruciare in sacrificio all'anima di mio padre, nella speranza che stasera non venga a cercarmi e controllare quello che faccio spiando me e Reki dietro un giornale messo sottosopra.    

Stavamo dicendo, arrivai davanti a casa di Reki con qualche minuto di ritardo. Ero andato a piedi invece che in skate per timore di poter strappare i pantaloni nuovi che avevo messo ma il risultato era stato invece di aver sudato e sporcato la camicia nuova. Sono un genio, alle volte, non trovate?

Mi sentii un po' deficiente, ma in fondo mi dissi che Reki mi avrebbe o giustificato o non se ne sarebbe nemmeno accorto. A mia discolpa, il clima di Okinawa esisteva solo in due versioni: si muore di caldo e piove ma si muore lo stesso di caldo.

Mi rovistai per un po' all'interno delle mie tasche, certo di essermi portato un piccolo flaconcino di profumo per raggirare eventuali problemi del genere. Lo trovai, me lo spruzzai e suonai al campanello dopo aver preso un respiro profondo. A scoppio ritardato, mi resi conto che la fragranza che avevo indossato non era neanche di mio gradimento. 

Reki fu da me in un attimo. Lo vidi precipitarsi giù dal vialetto di casa correndo come un pazzo e sistemandosi i capelli come meglio potesse. Non che ne avesse bisogno o che fosse semplicemente fattibile; a differenza mia, lui in testa aveva un cespuglio indomabile. Lo trovavo adorabile e fui quasi contento quando constatai che non si era piegato alla volontà della lacca e del gel, continuando, a modo suo, a sfidare la legge di gravità. 

Il ragazzo, quella sera, s'era dato un gran da fare. Cioè, no, non proprio, però ci aveva evidentemente provato. Indossava un paio di jeans scuri, strappati sulle ginocchia ed una felpa rossa oversize; aveva tirato su le maniche all'incirca all'altezza del gomito, mostrando -non so se per caso o di proposito- alcuni braccialetti carini. Su di una sola spalla portava uno zaino di tela scura, tenendo la parte finale della cinghia con la mano. 

Era estremamente carino. 

<<Ehi>> lo salutai quando fu fuori dal cancello. Non gli nascosi il sorriso che andava nascendomi sul volto, e lo allargai nel momento in cui mi resi conto che me lo stesse ricambiando. Sotto questo punto di vista, il suo risultò essere di gran lunga più timido, ma anche quel piccolo sorrisetto trattenuto fu abbastanza per rendermi felice. 

Impossibile ~LangaxRekiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora