Capitolo XI -Venerdì sera, fino a notte fonda (Secondo finale)

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Reki's pov

Langa era in ritardo di una manciata di minuti, il che in realtà mi tornò davvero molto utile. Ebbi così la possibilità di rimediare all'orrenda pettinatura che mia mamma mi aveva fatto, convinta che mi stesse bene. Riuscii così a spettinarmi di nuovo in maniera aggraziata, cosa un po' paradossale che però a me riusciva alquanto bene; mi lavai nuovamente i denti e spruzzai un po' di profumo sui polsi e poi dietro i lobi delle orecchie. Non so quale fosse la ragione, ma la mamma mi disse che era giusto facessi in questa maniera. 

Il mio telefono raggiunse il cento per cento della carica, ed io intanto non trovai più nessun particolare da dover sistemare. Mi era stato perfino prepotentemente schiaffato in faccia del correttore per nascondere i brufoli, i miei abiti erano fra i più nuovi in mio possesso e, nel complesso, ero convinto di non poter far meglio di così. 

<<Sei bellissimo, Reki>> mi disse mia mamma con orgoglio, comparendo dietro di me, riflessa nello specchio in cui mi stavo specchiando da quasi mezz'ora. 

<<Faccio schifo>> risposi io invece, affatto convinto che fosse una buona risposta. In confronto a Langa, io sarei apparso come quello brutto all'appuntamento. Stavo cercando il più possibile di convincermi che quella sera fossi carino, ma poi pensavo a Langa. Qualunque outfit avesse sfoggiato lui, anche se faceva schifo, su di lui sarebbe stato perfetto. Langa era meglio di me. 

Non riuscivo a non pensarci. Paragonandomi a lui, io raggiungevo a stento la sufficienza. 

<<Ti ho fatto io e io non faccio cose brutte>> fece lei, quasi offesa da quel mio atteggiamento negativo nei confronti del mio aspetto. <<Di' di nuovo che sei brutto e non la passerai liscia!>> scherzò; mi sorrise, mi abbracciò e mi lasciò un bacio sulla guancia.

<<Dai>> proseguì. <<Sarà una serata fantastica e, se non lo sarà, domani andrò a fare la predica a Hasegawa-kun>>

Io annuii. Su quello non avevo troppi dubbi. Ero certo che sarebbe andata bene, indipendentemente da dove saremmo andati o cosa avremmo fatto. Anzi, non dubitavo nemmeno di tornare a casa senza essere più single. Mia mamma non sarebbe davvero andata a rompere a Langa per lamentarsi di quell'uscita poiché, semplicemente, non c'era modo in cui potesse andar male. 

Approfittando del ritardo di Langa, mia madre si permise non soltanto di sistemare più volte il mio look e di riuscire a lustrare una felpa già pulitissima: mi diede anche qualche imbarazzantissimo consiglio per passare al meglio la sera. Sembravano usciti da uno di quei manuali su come fare il genitore o, peggio ancora, dalla pagina di Wikihow "Come Approcciare un Ragazzo Gay" (esiste veramente ed ecco il link https://www.wikihow.it/Approcciare-un-Ragazzo-Gay).
Mi mise un po' a disagio, ma almeno posso garantire che apprezzai lo sforzo. 

Il ritardo di Langa si ampliò sempre più vistosamente. Passarono un totale di venti minuti senza che lui si facesse vivo. Mi sedetti sul divano con un pizzichino di ansia. Sentivo che qualcosa stesse andando per il verso sbagliato.  

Langa non era mai così tanto in ritardo. Di cinque, dieci minuti, sì, ma stavano diventando troppi. 

<<Arriverà>> mia mamma si sedette accanto a me cercando di darmi conforto. Anche lei, però, mi parve essere meno fiduciosa del solito, sebbene cercasse evidentemente di nasconderlo. Conosceva abbastanza quel ragazzo da capirne il carattere ed i comportamenti generali.  

Mi posò una mano sulla coscia, stringendomi delicatamente e con fare gentile. "Va tutto bene, vedi che ora viene, su" sembrava volermi comunicare. "Non ti agitare"

Passò mezz'ora, e di Langa nessuna traccia. 

Io scossi la  testa e sospirai, cercando di scacciare la mia crescente ansia. Avevo una specie di sesto senso, come se sentissi che non fossi stato solo bidonato. Doveva esserci un motivo diverso, una motivazione seria.

Impossibile ~LangaxRekiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora