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a: diario Eren
b= narratore

Caro diario,
Mi presento: sono Eren Yeager e ho iniziato a scriverti perché la mia psicologa mi ha altamente consigliato a scrivere qualsiasi mia ultima avventura in un quaderno, taccuino o altro. Basta che lo scrivevo.
Strano, vero?
Vedere qualche malato terminale scrivere su un misero quaderno quando è l'ultima cosa a cui dovrebbe pensare.
Ma, sai, anche se ho iniziato a scriverti da poco, già mi piace questa cosa!
<Ehy Eren, perché ti senti con quella Ackermom?>
Scusa diario, i miei amici rompiscatole mi chiamano. Ma inizierò già a pensare cosa scrivere al tuo interno.
<Prima di tutto, si chiama Cheryl Ackerman, non Ackermom> specificai. Era davvero irritante quando sbagliavano il suo cognome: era più semplice del mio!
<Sisi, senti ma vorresti scopartela?>
Ci risiamo.
Ecco, diario, amo i miei amici, ma certe volte sono davvero fastidiosi. Parlano solo di quello, è il loro argomento preferito.
Hanno fame? Parlano di sesso. Hanno sete? Parlano di sesso. Stanno per morire? Dai un ultima scopata prima di crepare ci sta.
Mi porta i nervi alle stelle, davvero.
<È una bella ragazza, ma no, grazie>
Adesso, con l'affermazione che ho dato a lui, non voglio dire che non me la farei, ma sono un malato terminale e la conosco anche da poco e non mi sembra proprio il caso.
<Guarda però come ti osserva, è come se ti volesse mangiare con lo sguardo>
Cazzo, quando vuoi capire che la conosco da poco? Più parla e più lei ci sente, non credo sia sorda.
<Ray, ti voglio un bene dell'anima, ma basta>
<Dai Ray, che poi lo distrai perché deve pensare a come chiamare i suoi figli> scherzò un altro suo amico, prendendolo in giro per l'altro giorno.
L'altro giorno, caro diario, dissi a miei amici di voler chiamare i miei figli o Yuma, se fosse stato un maschietto, o Yuki se fosse stata una femminuccia.
Nonostante avessi spiegato i loro significati, hanno cominciato a prendermi per il culo. Simpatici vero?
Perché pensare che Yuma, che significa calma e tranquillità, sia un nome da babbeo? O che Yuki, che significa neve, sia il nome di una troia?
Davvero irritante.
Poi hanno anche il coraggio di chiedermi perché non esco mai con loro e passo più tempo con Cheryl.
<Eren, dobbiamo parlare> disse una voce femminile che il castano subito riconobbe.
<Oh, certo>
<In privato> aggiunse fulminando con lo sguardo i suoi amici che subito se ne andarono.
Infondo era davvero figo avere una ragazza come lei che faceva scappare qualsiasi ragazzo.
<Allora, cosa devi dirmi? >
<Nulla, avevo notato che quei due ti stavano dando fastidio quindi..>
Intelligente di nome e di fatto caro diario.
<Oh, grazie>
<Allora, qual è la nostra prossima tappa?>
Vedi, caro diario, dopo aver conquistato la sua confidenza (quella che sono riuscito ad ottenere perché è piuttosto difficile averne tanta) mi ha accompagnato nella mia prima parte dell'avventura. Sono felice che adesso lei me l'abbia chiesto.
Per le prime settimane era latitante nei miei confronti, ma vederla ""felice""" di chiedermi qual è la nostra tappa è un grandissimo traguardo.
<Non so, se oggi prendessimo un treno e andassimo in un'altra città?>
<Ogni tanto hai delle belle idee> rivelò la corvina prendendolo in giro.
<Ehi, il cervello mi funziona ancora rispetto ai polmoni e allo stomaco!>
Silenzio tombale.
Sai, diario, amo, e certe volte, odio fare ironia su me stesso.
Amo che riesco a riderci sopra, ma odio che devo nascondere la mia tristezza con l'autoironia.
Cheryl odia quando lo faccio, ma é più forte di me, giuro.
<Allora a dopo>
<A dopo>

Passò l'intera giornata scolastica e i due ragazzi si avviarono verso la metropolitana, ristrutturata da poco con nuovi colori e non più spenti come prima.
<Alloraa, hai avvisato i tuoi?> chiese il castano preoccupato per la ragazza.
Sai, diario, una volta incontrai Cheryl con un graffio sull'occhio.
Non mi rispose quando le chiesi che era successo. E da lì che capì che a casa c'era qualcosa che non andava.
<Sì> rispose secca.
<Sanno che devi andare in un hotel per una notte?>
<Sì, tanto mia madre mi lascia fare tutto>
<E tuo padre?>
Silenzio tombale.
Eren si voleva immediatamente scusare ma il rumore dell'arrivo della metro aveva interrotto il suo futuro discorso che conteneva le sue scuse.
Entrarono subito nella metro prima che si chiudessero definitivamente le porte e, così, poterono dichiarare di star per partire.

𝘉𝘳𝘪𝘯𝘨 𝘮𝘦 𝘸𝘪𝘵𝘩 𝘺𝘰𝘶. ᵉʳᵉⁿˣᵒᶜDove le storie prendono vita. Scoprilo ora