7- L'arnica puzza spesso di amore

109 2 0
                                    

‹‹Scorpius se non torniamo si chiederanno che stiamo combinando!›› dissi ridendo cercando di raggiungere la corsa frenetica del biondo di fronte a me.

Per risposta ricevetti uno sguardo pieno di vita e di significati a me ancora celati. Era bello il suo volto, aveva qualche goccia di sudore sulla fronte a causa della nostra corsa frenetica sui prati e le guance piene e arrossate. Mi sorrise come solo lui sapeva fare, in quel modo che condivideva solo con me. Decisi che seguire i suoi occhi chiari e luccicanti non mi sarebbe dispiaciuto nemmeno se mio padre avesse sguinzagliato una squadra di Auror per cercare la sua amata primogenita.

<<Rosie temo che non mi interessi quello che pensa la tua famiglia>> rispose con l'affanno e quella sfrontatezza che lo aveva portato nelle panche dei Serpeverde.

Scossi il cappo sorridendo, era Scorpius e quando lo vedevo così sapevo che gliele avrei date tutte vinte, sempre.

Ricominciò a correre e lo segui divertita dalla sua ilarità.

Era una giornata estiva nemmeno troppo calda perché una brezza fresca addolciva queste temperature. Ci stavamo allontanando dalla Tana per giocare a rincorrerci nei campi circostanti.

Presa da uno scatto di competitività decisi di correre un po' più veloce per raggiungere lui che mi stava sempre davanti. Sapendo che i miei polmoni non avrebbero retto a lungo decisi bene di placcarlo.

Lui imprecò e io sbattei il mento sul suo ginocchio. Una fitta di dolore mi colpì e per poco non mi misi a piangere.

<<Rosie tu sei matta, non puoi proprio sopportare che io sia più veloce di te?>> disse lui pavoneggiandosi e provocandomi. Subito i suoi occhi si posarono sui miei pieni di lacrime e la sua arroganza venne completamente offuscata dalla sua premura. <<Ti sei fatta male? Va tutto ok?>> in risposta a ciò io annuii mettendo su un broncio infantile e Scorpius tirò fuori dalla tasca un barattolino di latta molto piccolo.

Svitò il tappo e si inumidì le dita con l'unguento giallognolo che il barattolo conteneva. Si avvicinò a me e con uno sguardo interrogativo si fece indicare la parte lesa.

Mi feci medicare con la pomata analgesica osservando il tappo che teneva in mano. Sorrisi vedendo l'incisione che era lì da tempo "Grazie per come sei. Rosie.", ricordai il momento in cui avevo grattato queste dolci parole sul metallo.

La sua espressione concentrata mi fece sciogliere mentre il sollievo immediato mi faceva sospirare.

Scorpius era la persona più premurosa che conoscessi, lo faceva in un modo estremamente naturale. Ma era una premura differente da quella che i fratelli Potter nutrivano nei confronti della loro spregiudicata sorellina, lui non era possessivo né eccessivamente protettivo; aveva solo una dote naturale nell'accorgersi di quando le persone attorno a lui avevano qualcosa che non andava. Sapeva inoltre di non essere sempre la persona adatta ad offrire aiuto oppure si vergognava per la poca confidenza che aveva con quelle persone in particolare, in quei casi decideva di avvicinarsi a qualcuno che conosceva l'individuo triste  e gli metteva la pulce nell'orecchio. Non diceva mai chiaramente cosa aveva notato piuttosto aggirava la cosa ponendo delle domande enigmatiche con un'ostentata indifferenza o addirittura un tono canzonatorio per nascondere la sua naturale indole apprensiva. Tant'è che a volte gli amici dell'oggetto della sua preoccupazione lo osservavano con diffidenza, ma alla fine lui otteneva sempre ciò che voleva: aiutare chiunque stesse male pur notandolo da lontano. Ovviamente la sua compostezza e l'aria da Serpeverde inarrivabile non gli permettevano di mostrare completamente questo suo lato estremamente dolce.

Io avevo notato questo suo atteggiamento a undici anni, lo osservavo incuriosita dai modi piuttosto particolari del piccolo Malfoy. Quando ne fui certa gli chiesi il perché del suo nascondere a tutti costi questa sua bella qualità. Lo feci nel mio modo diretto e chiaro, quello che metteva sempre  a disagio le persone, quello da grifona che prende tutto di petto. Il bambino biondo a quello smascheramento arrossì abbandonando il suo cipiglio regale e ostentato e mi attaccò negando. La Rose di allora lo osservò incuriosita e per nulla persuasa dal suo tentativo di preservare la sua aria di indifferenza e pensò che quel ragazzino era effettivamente una persona interessante, se non altro pensò di doverne approfondire la conoscenza.

Hai finito le parti pubblicate.

⏰ Ultimo aggiornamento: Mar 27, 2022 ⏰

Aggiungi questa storia alla tua Biblioteca per ricevere una notifica quando verrà pubblicata la prossima parte!

Solo un ricordoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora