Lesson Thirteen: the Life

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"Ma dove sarà andato a finire?" Esclamò la signora Roberts.
"Sarebbe dovuto essere qui da più di mezz'ora." Scosse la testa la signora Roland, guardando l'orologio al polso "Mio figlio non è mai in ritardo."
"Bel giorno ha scelto per cominciare." Commentò piccata la donna grassa seduta alla toiletta.
"E se gli fosse successo qualcosa?" Esclamò la mamma di Pier, girovagando per la stanza come un'anima in pena.
Sbuffando, Faith appoggiò il mento al palmo della mano, seduta sul divanetto. Lanciò l'ennesima occhiata all'orologio, sentendo lo stomaco stringersi per il nervosismo.
Dove ti sei cacciato, pensò, con l'ennesimo sbuffo.
Passi concitati dall'esterno attirarono l'attenzione di tutte le donne all'interno della stanza. Si fecero sempre più vicini alla porta, finché non venne spalancata.
"Ci sono!" Esclamò Pier, i capelli scompigliati, le gite arrossate e il fiatone.
"Sia ringraziato il signore!" Esclamò sua madre, alzando le braccia al cielo.
"Che cosa aspetta?" Battè le mani la seconda truccatrice "Ha solo dieci minuti per prepararsi."
Mentre sua madre stava già per spingerlo fuori, la superò per raggiungere Faith.
"Mi dispiace tantissimo, Faith." Disse, prendendole le guance tra le mani per incontrare i suoi occhi.
"Ma dov'eri finito?" Gli chiese.
"Ho fatto tutto il possibile, Faith." Rispose lui, guardandola aggrottare le sopracciglia confusa "Ho fatto tutto il possibile, per te Faith."
"Pier, non..." Provò a dire lei, prima che venisse interrotta.
"Sette minuti!" Esclamò la stessa truccatrice.
"Si sistemerà tutto." Le sussurrò, piegando il viso verso di lei per baciarla.
Faith si sentì arrossire, pensando che Pier non l'avesse mai baciata davanti ai loro genitori, soprattutto non con l'insolita dolcezza di quel bacio.
Quando si separò da lei, correndo fuori dalla porta seguito da sua madre, si ritrovò accaldata e confusa, in piedi davanti al divano.
Intorno a lei, le tre donne rimaste ricominciarono a mettersi all'opera per gli ultimi ritocchi.

"Sei bellissima, tesoro." La salutò suo padre, nell'enorme corridoio marmoreo.
"Grazie." Gli concesse un sorriso, prima di tirare un sospiro, nervosa.
"Non essere nervosa." La rassicurò, offrendole il braccio.
"La mamma mi ucciderà se non sarà tutto perfetto." Scosse la testa, accettando il braccio.
Ridacchiando, l'uomo annuì "Probabilmente. Ma ci sono io a difenderti."
Si guardarono, rivolgendosi un sorriso genuino, uno di quelli che non condividevano da tempi immemori.
La fila di ragazze accompagnate dai loro padri si mosse, quando dal salone principale cominciarono a sentirsi delle voci dai microfoni.
Prendendo un respiro profondo, Faith si mosse, aspettando il momento in cui anche il suo nome sarebbe stato annunciato.
Giunti ai piedi dell'enorme scalinata, si ritrovò a guardarsi meravigliata intorno. La sala circolare era stata abbellita da decorazioni d'oro e rosse, rendendo l'atmosfera della serata quasi come quella di un ballo inglese dell'Ottocento.
"Scusa, non credevo esistessero ancora stronzate come il ballo delle debuttanti."
Scuotendo la testa, scaccio il ricordo della sua voce e di quanto aveva detto la prima volta che aveva nominato il ballo.
"La signorina Faith Elisabeth Roberts..."
Si riscosse, sentendo il suo nome pronunciato dall'uomo accanto a suo padre, che reggeva dei cartellini in mano.
"Accompagnata dal signorino..." Si interruppe, aggrottando le sopracciglia, prima di voltarsi verso gli altri organizzatori e allontanare il microfono "Ma chi è che ha corretto con la penna?"
La donna in tailleur dietro di lui si limitò a scrollare la spalle, facendogli segno di procedere e basta.
Faith guardò suo padre confusa, ma ritrovò lo stessa espressione sul suo volto, finché l'uomo tornò a impugnare il microfono.
"Chiedo venia." Bofonchiò, schiarendosi la gola "Come dicevo, la signorina Faith Elisabeth Roberts, accompagnata dal signorino... Johnatan Paul Del Roy."
Faith spalancò gli occhi, trattenendosi dal fare lo stesso con la bocca, rimanendo come paralizzata dalla sorpresa.
Suo padre, altrettanto confuso, fu il primo a riprendersi. Schiarendosi la gola per attirare l'attenzione della figlia, mosse appena il braccio, indicandogli di seguirlo.
Usò la mano per tenere l'enorme vestito smeraldo alzato, impedendole di inciampare con i tacchi.
Faith sentiva gli occhi di tutti i presenti puntati addosso, come dovevano aver fatto con tutte le altre debuttanti prima di lei, studiando ogni suo passo ad ogni gradino.
Ma fu all'incirca a metà della scala, che cominciò a non farci più caso, l'attenzione focalizzata tutta sul ragazzo che l'attendeva ai piedi della scala.
Johnny.
Bellissimo, con i capelli tirati indietro, il completo elegante che avrebbe dovuto indossare Pier, se ne stava dritto con la schiena, le mani congiunte dietro.
Quasi rischiò di inciampare quando, ormai vicina, incontrò l'argento del suo sguardo.
Giunti alla fine della scala, suo padre si voltò e lei lo seguì, fino a ritrovarsi di fronte al suo accompagnatore.
Suo padre le sorrise, accompagnando la sua mano fino a Johnny che, posandola sul palmo della sua, si piegò per sfiorare il guanto con le labbra.
Suo padre si dileguò, o così le sembrava, mentre Johnny si metteva di fianco a lei, la mano ancora nella sua, e la scortava verso il centro della sala.
O forse era tutta la sala che svanì, agli occhi di Faith, concentrata solo sul ragazzo accanto a sé.
Arrivati al loro posto, lui si fermò e lei lo seguì. Si voltò verso di lei, stringendo la mano che aveva nella sua all'altezza delle loro spalle e posò l'altra sulla sua vita.
Prima che l'orchestra cominciasse a suonare, una spintarella la costrinse a schiacciarsi contro il suo petto.
"Sei splendida, bambolina." Le sussurrò ad un passo dalle labbra, prima che la musica iniziasse e lui la riportasse alla distanza consentita.
Cominciarono a ballare, muovendosi per la sala e tra le coppie secondo lo schema prestabilito, senza mai smettere di specchiarsi l'uno negli occhi dell'altro.
"Sei silenziosa stasera." Parlò lui, per primo.
"Io..." Balbettò lei, socchiudendo appena la bocca.
L'orchestra terminò di suonare, dandole il tempo per cercare le parole, mentre, tenendosi con una mano, si allontanavano di un passo l'uno dall'altra, rivolgendosi un inchino.
Quando la canzone successiva iniziò, fu il momento di affrontare il discorso.
"Ma... Pier?" Di tutte le domande che le vorticavano per la mente quella fu l'unica che riuscì a dire.
E si diede della stupida, sospirando.
Johnny aggrottò le sopracciglia "Avresti voluto che ci fosse lui adesso?"
Boccheggiando, Faith alzò il viso, tornando a guardarlo "No."
Riservandole il suo solito ghigno, Johnny sembrò soddisfatto della risposta. Si leccò le labbra, prima di parlare "È venuto a cercarmi, il francesino, mezz'ora fa, scongiurandomi di venire."
"Ma... perché?" Aggrottò le sopracciglia.
"Diceva di essersi accorto che tu non eri felice con lui." Sussurrò, avvicinandosi appena con il viso "E che io non ero felice senza di te."
"Sei stato tu a dirmi..." Provò a protestare lei, prima che la interrompesse.
"Bambolina, se non te ne fossi accorta, io sparo stronzate di continuo." Riuscì a dire, prima che la musica terminasse di nuovo.
Quando ricominciò, aveva un andamento più movimentato, indicando alle coppie di voltarsi alla loro sinistra, per scambiarsi.
"Non finisce qui." Le sussurrò, prima di lasciarla al damerino di fianco a lui.
Scambiandosi sguardi mentre passava di braccia in braccia, attese il momento in cui le coppie si disposero in modo tale da ritrovarsi di nuovo con lui.
"Perché allora?" Gli chiese subito.
"Faith, tu hai detto di amarmi..." Sospirò, scuotendo la testa "Di amare me."
"E chi altro avrei dovuto amare, scusa?" Sospirò anche lei.
"Non lo so..." Alzò le spalle "Ci sono altri mille uomini meglio di me."
Di nuovo, dovette cedere la sua bambolina e ballare con un'altra ragazza.
Sospirando, aspettò di nuovo, finché non poté stringerla di nuovo.
Lo guardò negli occhi, spiazzandolo quando aprì bocca "Sei tu l'unico che voglio."
Sentendo la presa sul suo vestito intensificarsi, si ritrovò di nuovo contro il suo petto, le fronti che si sfioravano.
"E tu non immagini quanto vorrei baciarti in questo momento." Le soffiò ad un passo dalle labbra.
"Johnny, perché mi hai detto quelle cose?" Gli chiese, aggrappandosi alla sua giacca "Hai detto di avermi preso in giro."
"Perché sono stato un codardo, bambolina." Ammise "Perché tu sei fantastica e meriti solo il meglio e io... se ti deludessi?"
"È tutto nuovo anche per me, Johnny." Lo rassicurò "Sii te stesso. Sii sincero con me."
Abbassò appena la mano, portandola dalla sua spalla al suo petto.
"Io non ho mai incontrato nessuna come te, non ho mai provato quello che provo per te per nessun'altra." Confessò, desiderando stringere la sua mano sul suo cuore "È questo l'amore?"
Ignorando l'etichetta, posò un dito sulle sue labbra "È sufficiente."
Sapeva che per Johnny non sarebbe stato facile dichiarare i suoi sentimenti, che ci sarebbe voluto del tempo. Quello per lui era già un grande passo e lei era felice così.
Il resto, lo avrebbero costruito insieme, passo dopo passo.
"Posso baciarti, bambolina?" La pregò.
Buttando appena un occhio intorno, poco le importava che li stessero guardando.
Annuì, e subito si ritrovò il braccio dietro la vita a stringerla, una mano ad accarezzarle il viso, le labbra sulle sue in un bacio pieno di dolcezza, desiderio, aspettativa.
Si abbandonò contro il suo petto, quasi a concedergli il suo cuore anche fisicamente, le mani tra i suoi capelli.
"Non ti lascerò sfuggirmi dalle mani così, mai più bambolina." Sussurrò lui.
"Attento, potrei prenderla per una promessa..." Sorrise, accarezzandogli i capelli dietro la nuca.
"Ricordi quando ti ho promesso che ti avrei insegnato a vivere?" Le accarezzò la guancia con i pollici "Beh, tu mi hai insegnato qualcosa di molto più importante."

~~~❤️~~~
Eh che dire...
Omnia vincit amor!

Sinceramente, non so bene cosa potrei scrivere nelle note finali, perché sono più curiosa di leggere i vostri di commenti!
Quindi mi raccomando, accorrete numerosi... ❤️

Ps: Il prossimo capitolo, sarà l'ultimo. Una specie di epilogo, come si dice in gergo tecnico... :')

Ah vorrei ringraziare Sarah Tramuto, e ricambiare il favore invitandovi a leggere la sua nuova storia "Strangers" ❤️

Teach me Life, I'll teach you LoveDove le storie prendono vita. Scoprilo ora