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ci incontravamo sul 310 di notte.
io con il trucco sfatto e tu con qualche bicchiere di birra in mano.
l'autobus era nostro anche se qualche barbone occupava i posti infondo.
non ti piaceva stare troppo tempo fuori casa, lo capivo da come fissavi l'ora.
ricordo come i lampioni lampeggiavano sul tuo volto pallido e le tue mani stringevano la plastica trasparente di quei bicchieri.
non ho mai saputo il tuo nome ma riuscivo a riconoscerti anche fuori da quei sedili rossi e quelle scritte sui vetri.
che poi fondamentalmente cosa c'era di così romantico nei nostri incontri?
io non sapevo cosa fosse l'amore e non lo so neanche ora però quei tuoi occhi verdi, che brillavano con le luci di roma, sono ciò che definisco amore.

il 310 smise di raccoglierti un giorno; su quei sedili rossi eravamo parcheggiati solo
io, la mia apatia e un ubriaco dormiente.
tutto ciò che era nostro, quegli incontri notturni su dei mezzi sporchi e soli erano finiti, e un'altra notte la passo seduta aspettando che tu salga e mi faccia compagnia.

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