sono stanca delle mie stesse parole
come se potessero bruciarmi in petto,
come se potessero svanire.
mi chiedo come sia possibile
circondarsi di così tanta bruttezza,
forse non merito la bellezza?
forse è invidia di un desiderio remoto, chissà perché continuo ad angosciarmi,
a reprimermi e stringermi nel caloroso circolo vizioso del dolore.
forse è solo attrazione verso un unico desiderio di male
assecondare l'elemento di contrapposizione tra assoluta conoscenza di se stessi e il soffocamento di una vita imprevedibile.
eppure padroneggiare questo mio nemico,
prendere il controllo,
mi spaventa di più di assecondarlo
e allora ci convivo e lo rendo amico;
in questo mio dolore sto bene, lo desidero.