Parte 1

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8 mesi, 8 tristissimi mesi da quando si erano lasciati ed ora dopo tutto quel tempo si sarebbero rivisti. 

Taehyung aveva trascorso gli ultimi giorni prima della partenza a ripetersi posso farcela, posso affrontarlo senza crollare a piangere davanti ai suoi occhi, devo essere forte perché, seppure era stato lui a dire basta, fare le valigie ed andare via, l'amore che provava per il suo uomo era ancora lì ben presente, forte e pesante come solo un vero amore può essere. 

Quando aveva ricevuto la chiamata da parte di Steven, uno dei suoi più cari amici, e il relativo invito a quel weekend, il primo istinto era stato quello di rifiutare, ed anzi arrabbiarsi anche con lui perché nonostante conoscesse alla perfezione la loro situazione aveva osato invitarli entrambi a trascorrere qualche giorno insieme sotto lo stesso tetto. Poi era subentrato l'orgoglio: se non si fosse presentato Jungkook avrebbe potuto pensare che non avesse il coraggio di vederlo, e cosi facendo gli avrebbe confermato che provava ancora qualcosa per lui. Ma Taehyung questo non poteva permetterlo, non doveva assolutamente fargli sapere che spesso e volentieri si rintanava sotto le coperte al buio e, pensando a lui e alla loro storia ormai naufragata, piangendo per ore fino ad addormentarsi. Lui non doveva sospettare che aveva messo le piccole cose che gli appartenevano e che aveva portato con sé quando era scappato via in una piccola scatola e l'aveva posta in una mensola alta dell'armadio, e che quando non riusciva a resistere alla nostalgia correva lì e gli bastava sfiorare quella scatola per placare, temporaneamente, i battiti impazziti del suo cuore, perché era come sfiorare la guancia del suo uomo, una cosa che entrambi adoravano.. No, lui doveva vederlo felice di essere lì in quella baita di montagna con i loro più cari amici a trascorrere dei giorni di vacanza tra la neve, come se nulla fosse, come se tutto andasse bene ed avesse messo definitivamente una pietra sopra la loro storia.

Jungkook aveva fatto e disfatto la valigia almeno tre volte, composto il numero di Steven almeno dieci, e scritto e riscritto un messaggio per avvertirlo che gli era capitato chissà che cosa pur di non partire, cancellandolo puntualmente ogni volta. Aveva paura, terrore, a rivederlo, ma anche la voglia irrazionale di poterlo fissare ancora una volta negli occhi e fargli capire che vedi, sono sopravvissuto anche senza di te. Jungkook era arrabbiato, molto, e quella era stata la motivazione che alla fine aveva prevalso su tutto. Voleva dimostrare alla persona con cui aveva condiviso quasi tre anni della sua vita che, nonostante tutto, lui ce la poteva fare, poteva vivere anche da solo. Che illuso, che bugiardo! Negava l'evidenza anche a se stesso ma non riusciva a  farne a meno, era il suo stupido orgoglio a guidare le azioni, fino al punto di inventare un falso scenario. Si era accordato con un suo amico per farsi mandare dei messaggini durante quei giorni in modo tale da far credere a tutti che aveva una fiorente vita sociale e che magari si stava anche sentendo con qualcuno. Cosa non vera. Anzi, non usciva quasi di casa, se non per lavorare e per svolgere le commissioni necessarie. Era da sciocchi, era infantile, e lo sapeva bene, ma voleva capire se Taehyung fosse magari ancora geloso di lui e dell'idea che avesse qualcuno nella sua vita e studiare le sue reazioni. 

Con questo carico di aspettative arrivò alla porta della baita di Steven nel primo pomeriggio. Era già stato lì in quella casa innumerevoli volte durante gli anni, ormai la conosceva bene, e sapeva anche che sotto il grosso vaso a forma di scarpone avrebbe trovato la chiave che apriva la porta nel caso fosse stato il primo ad arrivare sul posto; e fu proprio lui il primo ad oltrepassare quella entrata, degli altri cinque inquilini non c'era ancora traccia. Varcò la porta e, posati i bagagli, si affrettò ad aprire le imposte e far giungere la luce dorata del pomeriggio in ogni angolo dell'ambiente. Improvvisamente un fiume di ricordi apparve davanti ai suoi occhi come fossero scene di un film: tutte le volte che era stato lì, tutte le serate davanti a quell'immenso camino in pietra che occupava quasi la metà del soggiorno, tutte le bevute, le risate e gli scherzi fatti e ricevuti, tutti i baci che si era scambiato con Taehyung.. No, quelli dovevano tornare nel cassettino, non avevano il permesso di sfuggire dal cantuccio in cui li aveva rilegati da mesi per ricominciare a torturargli il cuore. No, via, di nuovo sotto chiave! 

Tutto in una notte { Kookv~Taekook} Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora