Parte 4

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Tae aprì gli occhi svegliato dai raggi del sole che illuminavano tutta la stanza, li strizzò un paio di volte perché la luce gli feriva quasi le pupille che infatti lacrimarono un po'. Si coprì il volto con l'avambraccio e sospirò a fondo, il ricordo degli eventi delle ultime ore gli piombò addosso all'improvviso, riaprendo le ferite, creando un groppo in gola che quasi lo soffocava e un martellare doloroso del cuore nel petto. Era stato uno sciocco, un illuso, e ora doveva prendere tutto quel bel pacco di sentimenti negativi che gli schiacciavano il petto, cercare di comprimerlo il più possibile e chiuderlo in qualche angolo della sua anima. Doveva ricominciare, come aveva già fatto mesi addietro, partendo dall'ammettere i suoi errori. Aveva volutamente bevuto un po' di più la sera precedente, voleva lasciare andare a briglie sciolte i suoi freni inibitori, cosa che non avrebbe mai fatto se fosse rimasto lucido. Voleva tentare Jungkook come il più sciocco dei ragazzini, vedere fin dove l'altro si sarebbe spinto, fino a che punto gli avrebbe retto il gioco, avrebbe giurato che nel momento in cui lui si sarebbe sporto più vicino al suo viso, il corvino lo avrebbe gentilmente allontanato e in quel momento ne avrebbero anche riso insieme, scoprendo le sue carte, confessandogli che era tutto un gioco. 

Ed invece le cose erano state ben diverse. Appena aveva toccato quelle labbra con le sue ogni briciolo di razionalità era andata a farsi benedire; quando le loro lingue si erano ritrovate, il suo povero cuore aveva ripreso a battere al ritmo giusto, quello che lo faceva sempre sentire vivo, quello che gli faceva sempre avere la sensazione di camminare su una nuvoletta, un ritmo allegro e gioioso e non quello più simile ad una marcia funebre degli ultimi tempi, lento, triste e senza prospettive.

Aveva dormito soltanto poche ore, forse tre, quella notte quindi, quando l'alba sorse e con lei arrivò la luce del sole a illuminare quella stanza, Jungkook non esitò neanche un minuto di più a rialzarsi e a cercare di uscire da quelle quattro mura che rischiavano di soffocarlo. Guardò l'orologio e poi cercò il telefonino per verificare se ci fossero notizie da parte del padrone di casa, e non si sorprese quando lesse il suo ultimo messaggio in cui gli annunciava che non li avrebbero raggiunti a causa del maltempo. Aveva dato una rapida occhiata fuori dalla finestra prima di lasciare la sua stanza ed ora che si trovava in piedi davanti alla vetrata del salotto, con le braccia abbandonate lungo il suo corpo e le spalle quasi ricurve per lo sconforto, non si meravigliò nel constatare che era tutto sommerso da almeno un metro di neve. Non ne aveva mai vista così tanta in vita sua, e forse neanche gli abitanti di quel piccolo paese di cui ora faceva fatica anche a distinguere i tetti.

"Resteremo bloccati qui per giorni.." 

Si disse quasi tra le lacrime, immaginando che soltanto grazie ad un intervento divino o un elicottero lui e Taehyung avrebbero potuto lasciare quella baita senza aspettare che tutta quella neve si sciogliesse. 

Già, Tae, chissà come sta.. Era sveglio? Era riuscito a dormire un po'? Non riusciva a frenare quei pensieri, era preoccupato per lui. 

Fu tentato di salire quella scala ed arrivare dietro la sua porta anche solo per accertarsi che non stesse piangendo di nuovo, ma almeno in quell'istante non cedette a quello che il cuore gli diceva. Avrebbe aspettato, di certo lui sarebbe sceso da un momento all'altro e nel frattempo lui avrebbe preparato la colazione per entrambi. Sì, era proprio quello che doveva fare, doveva tenersi impegnato per non pensare, per non tornare con la mente a quel divano, alle sue labbra, al desiderio che aveva provato la sera precedente. 

Si diresse al frigorifero e prese uova, latte, burro, frutta e un infinità di altri ingredienti. Non aveva una ricetta precisa da preparare, avrebbe improvvisato. Preparò anche una quantità industriale di caffè decaffeinato che non era la sua vera passione, lo era più del giovane che ancora non spuntava da quella scalinata, ma gli parve una buona idea averne a disposizione un po' durante tutta la mattina che si prospettava lunga da passare. Cominciò a mescolare uova, zucchero e un po' di cannella, convinto di potercela fare a mentire a se stesso, a raccontarsi ancora le stesse bugie, ad autoconvincersi che il tempo da trascorrere insieme, a loro destinato, era ormai finito e che lui, ed anche Taehyung, dovevano prendere ognuno la strada per la propria felicità. Ma era tutta una menzogna, un'utopia.. Come si fa a pensare di poter trovare un altra persona che ti fa battere il cuore allo stesso modo in cui aveva battuto per il moro? Come si fa a progettare una vita che non sia quella che infinite volte aveva progettato insieme a lui e che ogni volta sembrava sempre più perfetta? Dove avrebbe trovato un altra persona bella, intelligente, simpatica, sensuale quanto Taehyung? Non esisteva al mondo un altro Taehyung ed è per questo che lui lo voleva ancora, lui lo avrebbe sempre voluto, perché non si sarebbe mai potuto accontentare di qualcun altro dopo averlo conosciuto. Lui voleva l'originale ma, purtroppo, era l'originale a non voler più lui..

Tutto in una notte { Kookv~Taekook} Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora