• d i c i a n n o v e •

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Un lieve peso sul dorso lo fa destare quel lunedì mattina. Un bacio su una scapola, poi sull'altra.
Le labbra delicate, sempre un po' timide che percorrono la parte alta della schiena, e che poi scendono, scorrendo lungo la spina dorsale per risalire in una lenta carezza fatta di sfioramenti.
Si gode ancora quelle attenzioni, non vuole mettere fine a quella dolce tortura.

"Cosa posso aver fatto di così bello per meritarmi un risveglio del genere?", mugugna con il viso contro il ciscino.

La sente ridere appena, prima di stampare un altro bacio, questa volta con un po' più di intenzione, sulla base del collo.

"Devi alzarti, stamattina hai scuola", gli fa sapere Giulia.

"Ma come faccio ad alzarmi se tu mi salti addosso e mi riempi di baci, scusa?"

Il tono è fintamente sofferente.
In realtà neanche troppo, visto che preferirebbe davvero di gran lunga continuare a crogiolarsi in quelle attenzioni, piuttosto che affrontare una giornata di lezioni.

La sente vibrare sulla sua schiena, segno che sta nuovamente ridendo, prima ancora che il suono ilare giunga alle sue orecchie.
E con un movimento tanto repentino quanto inaspettato, capovolge la situazione facendola cadere tra le lenzuola ancora sfatte, per sdraiarsi sopra di lei.

"Non credo di voler andare a scuola", inizia.

Un bacio sul collo, poi un altro ancora, in un languido percorso che inizia dal retro dell'orecchio destro per terminare chissà dove.

"Sono sicuro che nemmeno tu vuoi che vada"

E il sospiro tremolante che le scappa non fa altro che confermare la sua tesi.

Non risponde, Giulia.
Continua in silenzio a bearsi di quelle attenzioni, di quelle coccole forse un po' troppo sentire per poter terminare subito, ma così piacevoli da non poter essere interrotte dalla coscienza che richiama agli impegni di entrambi per quella giornata.

"Preferisco di gran lunga baciarti tutta", continua Sangio.
La dolce tortura giunta fino allo sterno, dopo essersi premurato di abbassare la scollatura della maglia larga che indossa quanto possibile per poterci arrivare senza troppi problemi.

"Devo andare in sala anche io Gio", è ciò che riesce ad esalare, persa in quel vortice.

"E ci vai piena di baci, no? Che ti dispiace?"

Ed è ancora una volta il corpo di Giulia a rispondere per lei, quando con un gesto quasi automatico gli circonda le spalle con le braccia per stringerselo più addosso.

"Magari puoi entrare alla seconda ora"
Gli occhi di lei serrati, le labbra schiuse.
Una risata, quella di lui.

"Certo amore, entro in seconda ora"



•••



"E finalmente il nostro Romeo ci degna della sua presenza"

"Che c'è, Giulietta ti ha trattenuto a letto?"

"Andate a fare in culo", ride Sangio alle provocazioni dei suoi due migliori amici.
Un'imprecazione che ha però un fondo di verità, non ama parlare della sua intimità da quando Giulia è nella sua vita.
Non lo sa il vero motivo in realtà.
È come se considerasse i momenti con lei così preziosi, da volerli preservare, e tenere solo per loro.

"Tanto in prima ora c'era Zerbi, francamente non avevo gran voglia di fare educazione fisica", risponde invece in una mezza verità.

"Ed hai preferito un altro tipo di esercizio fisico", rincara la dose Deddy, " mi sembra più che logico, come biasimarti"

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