• v e n t i t r e •

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"Dai Gio' non puoi essertelo già dimenticato! Te l'ho ripetuto due minuti fa"

Si trovano a casa di lui, entrambi seduti sul materasso. Il clima di maggio lascia spazio alla tipica afa estiva, che sembra aver anticipato la sua entrata in scena.
Manca effettivamente sempre meno all'esame di maturità che quest'anno avrebbe visto il ragazzo protagonista, ed infine libero dal giogo della scuola. Con tutto l'interesse ed il tempo per dedicarsi completamente alla musica.

Era riuscito a farsi notare da un paio di case discografiche, aveva partecipato a colloqui, ma in cuor suo la scelta era più che chiara.
Sia per le condizioni proposte, per il tipo di trattamento, per l'attenzione alla parte umana dell'artista, ma soprattutto per le proposte e la città di sede.

Fatto decisamente da non sottovalutare

"Giulia però cerca di capirmi, io come faccio a ripetere Petrarca se tu mi sei accovacciata davanti, tutta accaldata e mezza nuda", le comunica esasperato.

"Sangio!", esclama lei con una nota di rimprovero, ma lasciandosi inevitabilmente andare ad una risata quando sente le guance andargli a fuoco non appena si rende conto di essere effettivamente tutta accaldata e mezza nuda, come dice lui.

"Poi se arrossisci pure è finita", si lamente mentre si allunga per lasciarle un bacio, gli occhi accesi da una leggera malizia.

Ma lei è veloce a fermarlo con due dita davanti alle labbra a pochi centimetri da sé.

"No bello, prima finiamo qui"

Ride, Giulia, ride forte mentre vede gli occhi di lui spalancarsi increduli per poi stringersi in due fessure.

"Dai amo' fai questo ultimo sforzo su, fallo per me"

E Sangiovanni proprio non riesce a resistere a quel faccino lievemente imbronciato.

"Ok, ma ho fame", inizia a contrattare lui, "gelato? Ho anche quello al cioccolato"

Lei ride ancora di più.

"Certo che sei proprio monellissimo tu, oh. E prendilo 'sto gelato"

Gli ci vuole poco a scomparire nell'altra stanza, al piano di sotto, ma non prima di averle scoccato un rapido bacio sulle labbra.

Va veloce, voglioso di tornare da lei. Una volta in cucina si affretta ad aprire l'elettrodomestico che contiene quel desiderato dolce, ed intanto pensa alla ragazza che ha lasciato nell'altra stanza.
Gli sembra di vedere la sua immagine proiettata nella sua mente. Il pantaloncino della tuta rosso che lui stesso le ha rubato un paio di volte che le scivola sui fianchi, la canottiera corta bianca che poco prima si trovava sotto una grande felpa e che ora è protagonista, arrivandole poco sotto il seno. I capelli raccolti in uno chignon disordinato e un po' scomposto, ma necessario per dare al collo un po' di respiro.

Si chiede come possa concentrarsi sullo studio per l'esame di maturità imminente, mentre ce l'ha davanti in quel modo, quando in realtà vorrebbe solo baciarla fino a non sentire più le labbra, fino a farle fondere completamente tra loro.

E si domanda anche come sia possibile pensare allo studio in questo momento, quando la sua mente è impegnata in progetti per più ampi ed appaganti, che hanno come protagoniste le sue più grandi passioni, Giulia e la misuca.

Si rende conto di essersi paralizzato, assorto nei suoi pensieri, con la vaschetta in mano, solo quando nota la condenza sulla superficie diradarsi, e appena sente la voce squillante della ballerina che lo richiama dal piano di sopra.

Percorre le scale a due a due per arrivare da lei il prima possibile, ma riconosce la sua voce quando è ancora fuori dalla porta.

"Ma devi ripassare anche tedesco?", chiede lei a nessuno in particolare, "no perchè qua sto leggendo certe parole. Senti un po', eingang sarebbe entrata, ausgang sarebbe uscita", batte appena le mani tra loro, esalata per non si sa cosa. Forse non lo sa nemmeno lei.

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