Tic Tac - Esteban Ocon

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Un urlo squarcia quel sereno pomeriggio sul castello dell'Accademia. Il cielo della Transilvania è terso, sereno, cristallino, al contrario di quanto si potrebbe pensare. Il clima è molto lontano dalle leggende che si tramandano sul fondatore della scuola, il conte Dracula. Niente tempeste continue, niente ragnatele in ogni angolo, neppure tombe che si aprono all'improvviso. È una normale giornata di fine Ottobre, uno dei pochi mesi in cui la regione non è coperta da precipitazioni che incupiscono l'atmosfera. Per questo le finestre sono chiuse e i vampiri che abitano l'edificio stanno attenti a non farsi sciogliere da nemmeno un raggio di sole. Non c'entra lo sbrilluccichio alla Edward Cullen, la loro è una pelle delicata, di chi è in un limbo tra la vita e la morte e al sole brucia più facilmente.

Quell'urlo rende macabra l'atmosfera, tutti si fermano per un secondo, riprendendo a camminare non appena si rendono conto che è la notte di Halloween e che qualcuno potrebbe giocare qualche brutto scherzo.

Tutti tranne Esteban, che invece sa che quello non può essere uno scherzo. Un attimo prima stringeva tra le braccia la sua Mavis, l'attimo dopo lei non c'è più. Ancora è fermo immobile a chiedersi come sia possibile e come lui possa averla persa nel buio, prima di accorgersi che è tutto vero, che l'urlo terrorizzato proveniva dalle sue corde vocali. Non ci può proprio fare niente, è terrorizzato dall'oscurità ed è fortemente convinto che sia stupido festeggiare Halloween, una festa dove gli umani si prendono gioco di creature come loro.

Si precipita giù dalle scale della torre, dove lui e la sua ragazza stavano festeggiando il loro anniversario in tranquillità, alla ricerca di aiuto. É paradossale che abbiano deciso di mettersi insieme proprio nella notte che lui più odia in tutto l'anno, ma ricorda perfettamente di quando Mavis lo ha baciato nella sala delle feste, per fargli dimenticare la sua paura del buio.

Nell'atrio della scuola a nessuno sembra importare di ciò che hanno appena sentito, tutto procede nella norma, con alunni e professori che si aggirano tranquillamente tra le aule. Esteban individua il suo migliore amico, Lance Stroll, intento a flirtare con una ragazza, vicino agli armadietti. Si dirige verso di lui, evitando di tener conto delle occhiatacce minatorie del gruppetto al centro.

«Lance! Lance!» lo scuote, infilandosi tra lui e la bionda che gli stava davanti fino ad un attimo prima.

Il suo migliore amico gli lancia delle occhiate che potrebbero trasformarsi in coltellate e lo sposta in malo modo, liberandosi la visuale. Si scusa con la ragazza e si volta verso un Esteban totalmente nel panico, mandandogli chiari segnali che lo invitano a dileguarsi.

«Non ora Este! Sono impegnato, qualsiasi sia il tuo problema può aspettare.»

«Ma Mavis è sparita!» esclama lui, senza ottenere risposta. Il suo migliore amico si è già voltato e non lo ascolta più.

Sembrano tutti terribilmente impegnati e dunque capisce ben presto che la sua unica soluzione ha un solo nome, quello a cui non vorrebbe mai rivolgersi. Punta il gruppetto al centro dell'atrio e picchietta sulla spalla di Max Verstappen, interrompendo qualsiasi tipo di conversazione. Ora tutti gli occhi sono su di lui.

«Che cosa vuoi Ocon?» risponde il biondino, con ben poco garbo. Esteban rabbrividisce solo a sentire quel tono di voce.

«Tua sorella è scomparsa» annuncia, dritto al punto.

«Ma che dici?» ribatte Max, completamente incredulo.

«Non sto scherzando.»

«Ci mancava solo questa! Lo sapevo che non doveva mettersi con un idiota come te, ma che le hai fatto?» Max inizia a scaldarsi, alzando il tono di voce e nonostante Esteban sia più alto, trema al solo pensiero che possa sferrargli l'ennesimo pugno dell'anno.

INTO MY HEAD // F1 one shotsDove le storie prendono vita. Scoprilo ora