Prologo

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I due ragazzi scendono affannosamente la scalinata stretta e ripida che pochi minuti prima hanno percorso per raggiungere la terrazza in cima alla torre.

Con il cuore in gola respirano l'aria densa di polvere e umidità.

Hanno gli occhi pieni di terrore e puntano lo sguardo sui gradini alti e insidiosi.
Si tengono per mano e questo li rallenta:ma vogliono a tutti i costi stare uniti e farsi forza.
I volti pallidi e turbati vengono illuminati dal sole che entra dai pertugi aperti nelle pareti in pietra ruvida.
Finalmente , davanti a loro compare la porticina in legno che conduce alla navata centrale del tempio della saggezza.
Gli scalini sono finiti e il ragazzo accelera , trascinando la ragazza a percorrere di slancio gli ultimi metri.
Con la mano libera spalanca il battente e insieme si gettano oltre la soglia.
L'impeto li fa finire lunghi e distesi al centro della grande sala,dove interrompono in modo brusco l'importante concilio che è in corso.
'Sono là fuori!' Urla lei,alzandosi da terra,agile come un felino.
'Ci stanno attaccando!' le fa eco lui ,scattando in piedi al suo fianco.
Gli sguardi di tutti si concentrano sui due giovani sconvolti.
Dai loro occhi filtrano strali di paura che cristallizzano il gelido silenzio sceso nella stanza.
Tutto è chiaro e ineluttabile, non servono domande.
L'attenzione generale si orienta verso colui che guida la riunione.
È indiscutibilmente il capo,e la speranza di un suo gesto catalizza l'attesa collettiva.
È seduto ai piedi dell'enorme statua raffigurante l'unicorno nero e le lame di luce che penetrano dalle finestre sostengono la solennità delle sue parole quando prende in mano la situazione.
Con grande pacatezza invita il gruppo a mantenere la calma, poi si alza e si avvicina ai suoi guerrieri.
Li abbraccia con trasporto a uno a uno,mentre organizza il lavoro di tutti,in modo che ognuno abbia chiaro qual è il compito che gli spetta.
I due ragazzi osservano la scena ,l'uno stretto all'altra.
Lo sguardo di lei guizza inquieto in ogni angolo della sala maestosa,fino a soffermarsi sulla tempia del compagno.
Il taglio che si intravedeva appena tra i capelli arruffati è ben rimarginato,ma le richiama alla memoria quanto è accaduto poche ore prima.
Istintivamente la ragazza congiunge le dita e avverte il dolore della ferita che ha la base al pollice destro.
'Il nostro sangue' medita angosciata.
'Non dovevamo andare nella foresta,abbiamo sbagliato.Tutto questo è colpa nostra'.L'ansia la travolge come un fiume in piena e le pietrifica l'espressione del viso.
Il ragazzo non sa come rassicurarla e la guarda scoraggiato.
La triste consapevolezza del l'imminente è inevitabile separazione pesa come un macigno su entrambi.
Insieme pensano di poter affrontare tutto,divisi si sentono morire.
Con tempismo non casuale,il capo si volta e si dirige verso di loro.
Allarga le braccia e appoggia il palmo delle mani sulle loro guance,come se stesse accarezzando un unico volto.
Il calore rassicurante di quel tocco raggiunge lo spirito dei due giovani e ne placa la tensione.
'Devo salutarvi,adesso.Siete e sarete sempre la luce della mia anima.' Si china,chiude gli occhi e,mente li bacia a turno sulla fronte,dentro sè sussurra 'Nel cuore non custodite solo le due Entità Fondamentali,ma anche la vita dell'Angelo che è parte di me.'
Indugia per qualche secondo,respirando l'emozione profonda di quell'istante carico di sentimento.
Lascia scorrere i ricordi di ciò che è accaduto quindici anni addietro e trattiene a stento le lacrime.
Poi torna in posizione eretta e si rivolge ai suoi guerrieri.'Ognuno di voi sa cosa deve fare.È giunto il momento di andare a salvare quello in cui crediamo.'
Mentre tutti abbandonano la sala per mettersi all'opera,esclama con voce stentorea 'Ancora una cosa.Non abbiate pietà di Ophidiel.'

UNIKA-La fiamma della vitaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora