6.L'Oracolo

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'Spero di non averti fatto aspettare troppo' sussurrò l'Oracolo,chinando appena la testa in un cenno di saluto.
'Grazie di essere venuta,Allibis.' Unika piegò le labbra in un sorriso sincero.
'Conosci il motivo per qui ti abbiamo chiamato.' la voce di Metatron era calma,ma grave.
Senza nascondere la propria preoccupazione il saggio aggiunse:'Solo tu puoi aiutarci a capire cosa sta succedendo.'
L'oracolo tacque per un momento,poi parlò:'La cometa sta ottemperando al suo ruolo di presagio e annuncia l'arrivo del male.
Ophidiel sta cercando di tornare,vuole impossessarsi dell'incarico che gli è stato interdetto.
Ha bisogno della fiamma della vita e della chiave della felicità per generare un esercito di angeli malvagi e governare il mondo.'
Allibis ebbe un fremito impercettibile e si concentrò.
Gli occhi di Unika e Metatron rimasero su di lei,pesanti ma non stupiti.
Purtroppo ciò che stava dicendo non li sorprendeva.
L'oracolo presti fiato e proseguì rivolgendosi al saggio.
'Da quando l'ha cacciato da Sefira,annullando i suoi poteri,Ophidiel vive confinato nella foresta di Thinkingblu e ha usato le poche forze che gli erano rimasti per sopravvivere e ambientarsi,sviluppando nuovi sensi
e capacità.'
Allibis fece una pausa.
I suoi gesti erano flemmatici e solo all'apparenza rilassati,ma Unika avvertiva la tensione nei suoi pensieri e apprezzò la fermezza con cui cercava di controllarla.
'Ophidiel è sempre stato pieno di risorse:era il capo degli angeli Guida.
Lo investii io di tale carica proprio per il suo acume e la sua determinazione' intervenne Metatron,con espressione presa nei ricordi.
'E così' commentò Unika.
'Ha davvero un'intelligenza fuori dal comune.
Non ha mai mancato una missione,prima che tu decidessi di esiliarlo.'
Prese l'urlo della scialle e se lo tiro sopra le spalle per coprirsi,come se avesse avvertito un freddo pungente e inaspettato.
'Ormai Ophidiel ha recuperato quasi tutti i poteri che aveva perduto' continuò Allibis.
Parlava con grande compostezza,ma il suo viso era cupo.
'Ha plasmato la natura che lo circonda per fortificarsi.'
Metatron reagì con sospiro che sgorgava dal profondo.
Sapeva bene ciò che l'oracolo stava cercando di spiegargli:Ophidiel era tornato a essere il suo spietato antagonista.
Ora più che mai.
E questa volta sarebbe stato anche assetato di vendetta:nulla l'avrebbe fermato.
I tre si scambiarono uno sguardo eloquente:per un attimo nessuno fiatò,come se una mano invisibile avesse tolto loro la voce.
Fu Metatron a riprendere la parola.
'È ancora fisicamente imprigionato nella foresta,ma se è vero che ha ti acquistato i suoi poteri,e in grado di uscirne con la mente e con lo spirito.
Potrebbe entrare nell'animo di altri creature e piegarle al suo volere...'
'Ha già tentato di insinuarsi tra noi?'si informò Unika,rifuggendo l'idea.
Aveva le mani ghiacciate e il respiro sempre più rotto dalle onde infuriate che si agitavano dentro di lei.
'Con il pensiero è qui' rispose Allibis,roteando leggermente la testa prima verso destra e poi verso sinistra,quasi a indicarne la presenza.
'Mi parla in ogni istante della giornata.Cerca di mettersi in contatto con me.Io non rispondo mai e cerco di spingerlo con tutta l'energia che posso,ma sento che prova continuamente a scardinare le barriere della mia mente e lo fa con ferocia.A volte per impedirsi di entrare devo concentrarmi talmente tanto che la testa mi pulsa e le pupille mi scoppiano.Quando se ne va il mondo si oscura e perdo i sensi.'
Allibis singhiozzava.
Brividi inarrestabili facevano tremare il suo corpo.
Unika la strinse a sè e non poté evitare di osservare la cicatrice,ancora ben visibile sul volto dell'oracolo.
Una linea netta gli attraversava l'occhio destro,dal sopracciglio fino a metà guancia.
Unika ricordava il terribile colpo che l'aveva causato:una sterzata brutale inferta dall'Angelo Rinnegato.
Era successo molto tempo prima.
Ophidiel ha interpellato Allibis sul suo futuro e lei gli aveva predetto che,se avesse proseguito nei suoi comportamenti disdicevoli sarebbe stato allontanato da Sefira.
Glielo aveva esposto guardandolo severa,senza nascondergli che la pazienza di Metatron era ormai al limite.
Ophidiel non aveva accettato la premonizione e,travolto da un'irrefrenabile rabbia,l'aveva sfregiata con una sottile lama di luce.
'Rivivo quel momento ogni giorno.Eppure non l'avevo previsto!Questa è la mia condanna:riesco a vedere il futuro di tutti,ma non il mio!'
'Respira,Allibis.Respira...' si raccomandò Metatron con gentilezza.
'Tu sei forte.Hai la capacità di schermarti e Ophidiel non può toccarti.Non ce la farà a impossessarsi di te.' Metatron cercava di rassicurarla ma l'inquietudine cresceva dentro di lui e un'ombra di timore faceva vacillare la sua serenità:prima o poi Ophidiel avrebbe trovato il modo di liberarsi e avrebbe dedicato tutte le proprie forze alla ricerca della fiamma della vita e della chiave della felicità.
Quello sarebbe stato l'inizio della fine.
'Cosa vedi nel futuro?' Unika aveva molte cose da chiedere ad Allibis e non riuscì a placare il desiderio di sapere.
L'Oracolo abbassò le palpebre.
Alzò la fronte al cielo e,inarcando la schiena,come per assorbire la vitalità proveniente dallo spazio che la circondava,liberò un triangolo di luce che dalle piccole corna raggiungeva le dita e univa le sue mani.
La sfera che le fluttuava sopra la testa pulsava di un bagliore opalescente.
'Vedo quattro ragazzi.Due due di loro sono angeli e sono due parti di un'unica entità.Non si conoscono ma quando si fondono sono la salvezza.' non era chiaro nemmeno a lei il significato di quelle parole.
Inalò una boccata d'aria fresca,cercando di calmare il cuore che esplodeva nel petto,poi proseguì 'Vedo un serpente.'
In quel preciso istante le iridi ambrate si spalancarono,come se Allibis fosse stata fulminata da un'immagine agghiacciante.
Smarrita si girò verso Unika e la fisso incredula.
Si concentrò di nuovo,sperando in una visione diversa da quella che l'aveva atterrita.
Unika avvertì lo stato d'ansia e di disagio di Allibis,ma non provò a leggere nella sua mente:era questione di attimi e l'Oracolo avrebbe parlato.
Allibis riprese a piangere.
Erano lacrime azzurre che le sgorgavano dagli occhi e cadevano silenzioso come gocce di rugiada sul pavimento della torre.
La voce mi si spegneva in gola,ogni suono era soffocato.
Solo il suo pensiero stava urlando ed era un grido disperato 'Unika,tu non ci sei nel futuro!Unika,io non riesco a vederti nel futuro!'

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Suspance

SCUSATE PER IL RITARDO MA LA SCUOLA NON MI DA TEMPO DI SCRIVERE NEMMENO UN RIGO.

GRAZIE PER TUTTO.

BYEBYE

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⏰ Ultimo aggiornamento: Apr 10, 2015 ⏰

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