3.Metatron

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La dimora di Metatron era sulla sommità di una piccola collina,nascosta da una fitta vegetazione.
Era una costruzione dalle geometrie rigide e squadrate,composta da due edifici rettangolari,uno di fianco all'altro.
Quello a ovest,di due piani,era rivestito in pietra e mattoni e aveva un grande terrazzo a cielo aperto.
L'altro era leggermente più lungo e più alto di un livello.
Era tinteggiato di bianco e sovrastato da una serie di lucernari con le coperture a spiovente.
Nel punto di intersezione tra le due ali si trovava un enorme porta di legno,pesante,tutta scolpita e incisa con profili di creature fantastiche,che fungeva da ingresso principale,mentre il retro dava su un parco di alberi secolari.
Sul lato nord si ergeva una grande torre a base ottagonale,ricoperta di roccia scura.
Era maestosa e caratterizzava la casa.
La torre era un luogo raccolto intimo dove Metatron passava la maggior parte delle sue giornate.
Il tetto era dominato dalla clessidra della continuità,l'ingranaggio ancestrale che scandiva e misurava lo scorrere del tempo a Sefira.
Due ampolle sovrapposte di acqua congelata e cristallizzata contenevano la sabbia dell'eternità.
I granelli di fluivano dal bulbo superiore a quello inferiore attraverso un piccolo foro di uscita e uno di ingresso.
Perfettamente simmetrici e perpendicolari,i due ugelli erano separati da una fessura che stabiliva la fondamentale indipendenza dei due contenitori e loro naturale equilibrio.
Non appena l'ultima particella di sabbia lasciava il recipiente sovrastante per depositarsi in quello sotto,il congegnino ruotava,dando l'addio alla nuova unità temporale e ricominciando a calcolare il trascorrere inesorabile degli istanti.
La velocità di discesa di granelli era influenzata dall'intensità della vita a Sefira.
Il cure degli angeli e il loro stato d'animo avevano il potere di rendere gli attimi intensi e viva Siri oppure estremamente lenti e senza fine.
Unika volse lo sguardo nel preciso momento in cui la clessidra si capovolgeva e non poté fare a meno di chiedersi quanto l'arrivo dalla cometa del mattino avrebbe suggestionato le emozioni della comunità e lo scandire degli eventi successivi.
La porta era aperta e il battente cigolò quando Unika lo spinse per entrare.
A piedi nudi,cammino senza fare rumore sul pavimento in pietra a pavé.
Ogni stanza era lastricata di un mosaico che raffigurava le gesta più importanti degli angeli di Sefira.
Lungo le pareti c'erano scaffali carichi di libri,intervallati da arazzi colorati e impreziositi da sontuosi ricami che riprendevano i paesaggi della valle.
Altri mobili antichi ospitavano sculture e manufatti di provenienza lontana.
Tutto era in perfetto ordine.
L'atmosfera era caldo e accogliente.
L'olfatto percepiva un perfetto odore di legno e di pelle,emanato dalle copertine dei volumi.
Unika notò che il camino era acceso,come sempre.
Metatron amava i significati importanti e intrecciati della fiamma e la teneva viva,qualsiasi fosse la stagione o il mese dell'anno.
Il fuoco poteva dare la morte,ma era anche il simbolo dell'eternità.
Spaventava con la sua forza,pur essendo fonte di calore.
Come spesso succedeva,sono le cose fondamentali erano connotate da una forte dualità e nel fuoco a vivevano il bene e il male,insieme.
Metatron avvertì subito la presenza di Unika e le parlò con il pensiero.
'Grazie di aver fatto così presto.'
'È la cometa del mattino,vero?' chiese Unika con genuina impazienza.
Sapeva che lui le leggeva nella mia mente e non c'era bisogno di celare la propria trepidazione.
'Vieni,sono nell'osservatorio astrale,la sto ammirando.'
Unika salì le scale volando,Per raggiungere l'angolo del terrazzo dove Metatron aveva posizionato una serie di complicate e potente apparecchiature per osservare il cielo.
Passando davanti alla porta dello studio,si soffermò di fronte al tavolo:vi erano stesi i disegni e le mappe astronomiche su cui il Saggio aveva iniziato a segnare note e appunti.
Appena i loro occhi si incrociarono,Unika sentì il cuore sobbalzarle nel petto e si illuminò.
Poi avvertì la preoccupazione di Metatron e le sue mani si raffreddarono.
'Fammi vedere' disse,avvicinandosi al grande telescopio orientato verso la stella.
'Guarda la coda...' le indicò Metatron,spostandosi per lasciarle il posto.
'È circondata da un alone verdastro molto brillante.È meravigliosa.Stupisce che una cosa tanto bella possa portare con sé tanta distruzione.'
Unika analizzò la cometa e fu sorpresa dalla vitalità della sua luce.
Rimasi in silenzio per qualche secondo,e poi si informò:'Hai già un piano?'
'Nessun piano.Stavo studiando la sua storia,i suoi movimenti m,le sue apparizioni,i presagi e le tragedie che l'hanno accompagnata.Per ora c'è solo una cosa da fare.'
'Cosa?'
'Interpellare l'Oracolo.'

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UNIKA-La fiamma della vitaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora