2.Unika

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La piacevole sensazione dei piedi nudi sull'erba ancora bagnata di rugiada fu il primo regalo di quella mattina.
Il sole sorgeva pigro dalla cresta del più basso dei monti Tailli,mentre tutto prendeva silenziosamente vita,inconsapevole di ciò che sarebbe accaduto.
Unika alza il viso al cielo,abbasso le palpebre e il respiro a pieni polmoni l'aria fresca.
Per qualche secondo accarezzo l'idea di essere la sola creatura sveglia nell'istante sottile e impercettibile in cui la notte diventa giorno e tutto si trasforma.
Lasciò che il brivido di quella solitudine si fondesse con L'emozione di godersi la natura nelle sue sembianze più segrete.
Riaprì io occhi e si nutri dei colori del maestoso scenario che si palesava di fronte a lei.
La prima luce ha sempre qualche cosa di magico e le detto sembrava ancora più incantato a Sefira,la valle dove vivono gli angeli.
Lanciò lo sguardo verso nord,il punto in cui l'ampia pianura del sole di Melia dispiegava un caleidoscopio di paesaggi diversi,incorniciati da un anfiteatro di rigogliose colline tra qui brillavano gli specchi d'acqua turchese dei laghi Hyatt.
Si abbandonò allo stupore di vivere in un luogo così suggestivo e ricco di vegetazione.
La tua vista da voi senza meta dagli scorsi più selvaggi a quelli fioriti,fino a quando catturò l'enorme macchia scura che faceva da sfondo.
Istintivamente si strinse intorno alle spalle il pesante scialle di lana grezza color verde smeraldo,cercando di contrastare il senso di minaccia che provava ogni volta che sti pensieri si posavano sull'imponente foresta di Thinkingblu.
Non chinò il volto e fece qualche passo di Prato per sciogliere quel principio di tensione,inatteso e indesiderato.
Unika adorava camminare.
Li dava un senso di quiete e di contatto con il mondo che non provava quando volava o trasvolava.
Si concedeva lunghe passeggiate e solo se hai bisogno di vedere le cose dall'alto e nella loro interezza spiccava il volo,staccandosi da terra e prendendo quota nell'aria.
In cui momenti salve insieme in quei momenti saliva in cielolasciandosi andare alla sensazione di leggerezza del corpo,Per liberare lo spirito e osservare la vita da una prospettiva più ampia.usava di rado il trasvolo,il potere dello spostamento spazio tempo che permetteva di percorrere lunghe distanze in pochi secondi,attraverso la dissolvenza del corpo.
Lo faceva solo quando era indispensabile:nella quotidianità non voleva rinunciare al piacere di osservare tutto da vicino e con calma assaporando i dettagli e vivendo ogni istante con la massima intensità.
'Buongiorno Unika'.
Le parole risonarono nella sua mente e interruppero in modo gradevole le sue riflessioni.
La voce amica che le è raggiunta per telepatia era quella di riferimento assoluto della comunità,la luce della saggezza.
'Buongiorno Metatron.Mi riempiendo l'anima con questa magnifica alba prima di venire da te.'
Unica inclinò la testa all'indietro e sprigionò un sospiro lungo e profondo, ricco del benessere che i suoi sensi avevano assorbito.
'Sto osservando anch'io il cielo.Si preannuncia una giornata luminosa.'
Metatron si interruppe per un attimo,come se un'ombra offuscasse il suo sentiero.
'Unika...'
'Dimmi...'
'Dobbiamo parlare.Al più presto'
Caccole urgenza che traspariva dal tono controllato di Metatron.
'Volo subito da te.'
'Ti aspetto.'
Unika si alzò da terra inarcò la schiena e si librò nell'aria.
Quella mattina non aveva più tempo per camminare.
Conosceva Metatron da quando era nata,13.411 anni prima.
Lui l'aveva cresciuta gli aveva insegnato a capire la potenza della sua mente e le doti più profonde della sua anima portandola a essere l'angelo speciale che ora tutti amavano e riconoscevano come leader naturale di Sefira:una creatura dotata di una straordinaria combinazione di intelligenza,forza e altruismo.
Con il corpo perfettamente in asse,Unika salì in verticale per qualche metro,sopra le cime degli alberi,prima di virare a est e puntare verso la residenza del saggio.
Il vento le accarezza il viso,mentre i primi raggi del sole donavano alla sua pelle un riflesso dorato.
I capelli si biondissimi fluttuavano leggeri alle sue spalle facendo risaltare i lineamenti dolci e armoniosi del volto.
Il profumo delle piante,Del muschio e dei prati in fiore entrava forte nelle narici,ma non riusciva a inebriarle:l'apprensione che aveva sentito vibrare nella voce di Metatron l'aveva turbata.
Gli occhi magnetici fissavano l'orizzonte.
La concentrazione le arrossava le guance,mentre la gioia della vita e sentimento di fiducia nell'avvenire che accendevano costantemente le sue labbra sfumavano in un'espressione contratta.
Unika volava decisa ed elegante,solcando l'aria che sembrava aprirsi per farla passare.
Nel suo corpo sinuoso ed energico si fondevano la sensuale autorevolezza della regina e la vitalità della guerriera.
Ti stava chiedendo il motivo di quella chiamata improvvisa,quando un violento frusciare da lì sopra di lei catturò la sua attenzione.
La smisurata ombra di Yesod,l'angelo Drago,la abbracciò.
Non fu sorpresa di incontrarlo:Yedos non riposava mai e vigilava sulla sicurezza della Valle.
'Yedos!' lo salutò telepaticamente,tenendo la mano.
'Buona giornata a te,Unika.Stai andando da Metatron?'il suono del pensiero del drago rimbombava caldo cavernoso nella mente di lei.
Unika gli sorrise.
La presenza di esodo gli infondeva sempre una grande tranquillità.
'Sì.Mi ha appena chiesto di raggiungerlo,ma non so perché.'
'Vorrà parlare di quello.'con un cenno del muso,Yedos indicò un bagliore appena visibile,fisso nel cielo,a nord.
Unika,impietrita,rallentò di colpo.'È lei?' domandò esitante,mentre un brivido di terrore le correva lungo la schiena.
'Credo di sì.La cometa del mattino,il segno del presagio.Guarda...È uno strano alone intorno e pulsa come se fosse viva.'
Unika non risponde.
Avverti distinta mente il battito accelerato del cuore e l'angoscia che le dilagava dentro.
Yesod se ne accorse subito.anche a quella distanza di si va a a scorgere la potenza dello sguardo di Unika che si fondeva con l'energia del pensiero.
Lividi dell'angelo biondo scintillavano di un colore indaco opalescente e cangiante.
A seconda della luce che filtravano erano più azzurre o più il lilla e si dissolvevano nella corona dorata che circondava la pupilla ellittica.
Yedos adorava quegli occhi.
L'indaco era l'essenza del mistero e della perfezione.
A volte non lo si distingue dal blu,altre lo si confonde con il viola,ma è blu e viola insieme,nella sintesi di tutte le tinte dell'arcobaleno.
Un colore speciale chi ha la forza di due colori.
E Unika era così intensa,determinata,coraggiosa,energica,vitale e nobile come le sfumature del blu;E dolce,seducente,enigmatica,sensibile,emotiva e profonda come le gradazioni del viola.
Yedos percepiva l'intensità delle sue riflessioni e sapeva che non c'era bisogno di ulteriori commenti.
'Se avete bisogno di me,chiamatemi e vi raggiungerò.'
Con un poderoso battito d'ali inclinò il proprio assetto,fece un'ampia virata e si allontanò.
'Grazie,Yedos' rispose Unika in un sussurro,rapita dall'incertezza del futuro che quella visione portava con sé.

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