2.

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"Mattia" un sussurro. "Mattia" la voce roca continuò a chiamare il suo nome. Sentì il materasso del suo letto abbassarsi sotto il peso di quella persona, sapeva benissimo a chi appartenesse quella voce, ormai stava imparando a riconoscerne tutte le sfumature. E doveva ammettere che tra i toni che il ragazzo aveva, quello caldo e profondo del mattino era uno dei suoi preferiti. Mattia si mosse un poco svegliandosi ma continuò a dare le spalle al moro facendo finta di essere ancora nel mondo dei sogni. Sentì il suono di uno sbuffo e sorrise, protetto dal piumone che ne nascondeva l'espressione. Continuò a tenere gli occhi chiusi, almeno fino a quando non sentì le coperte venire spostate leggermente lasciandolo scoperto a rabbrividire. Un mugolio distorto uscì dalle sue labbra e si raggomitolò un po' di più in sé, in posizione fetale, per cercare di riscaldarsi. Christian dovette avere pietà di lui perché pochi istanti dopo poté rigodere della morbidezza delle coperte. Ma non fu l'unica cosa che sentì, dietro di lui, appoggiato alla sua schiena, qualcosa gli si premeva contro. Pochi istanti dopo percepì la pressione di un braccio avvolgergli la vita e una mano ghiacciata posarsi sul lembo di pelle bollente del ventre rimasto scoperto durante la notte. Rabbrividì, un po' per il freddo, un po' per la sensazione di quel tocco tanto estraneo quanto stranamente famigliare. Sospirò piano, sperando di non essere sentito, ma il corvino gli stava praticamente incollato. Una mano iniziò a massaggiargli la nuca e i capelli, Mattia se possibile rabbrividì ancor di più e si immobilizzò sul posto. Sentiva il fiato caldo di Christian sul collo, poi questo si spostò verso l'orecchio. Era girato ma riuscì a vederlo sorridere contro il lobo. "So che sei sveglio" sussurrò. Mattia sgranò gli occhi. L'interò corpo percorso da freddi brividi. Si girò nell'abbraccio e fronteggiò Christian. Lo guardò un attimo, gli occhi ancora assonnati che facevano fatica a rimanere aperti, le lunghe ciglia nere che proiettavano la loro ombra sulla pelle diafana, macchiata solo da piccole, adorabili lentiggini scure...
"Lo stai facendo ancora, mormorò tenendo gli occhi chiusi."
Ridacchiò e gli spostò il ciuffo ricaduto sulla fronte. Passò le dita tra le morbide ciocche scure e le trattenne per qualche secondo di troppo. "Ti osservo. L'hai detto tu: tu sei l'unico dal quale voglio essere osservato." Lo scimmiottò. La sua voce suonava flebile, quasi spezzata. Christian sorrise e aprendo gli occhi gli incatenò a quelli azzurro cielo dell'amico. Vi ci perse un attimo, come travolto dalle onde di un mare impetuoso. "Ed è vero." Confermò stringendolo un po' di più a sé, Mattia nascose il viso nell'incavo del suo collo. E inspirò. Il profumo del moro lo inebriò e senza nemmeno accorgersi gemette pacifico sulla pelle del maggiore che, d'altro canto, stava letteralmente rischiando di impazzire nel sentire quel verso, vedere quell'immagine tanto adorabile e percepire le labbra del minore sulla pelle, proprio poco al di sopra della clavicola. "Che ore sono?" La voce di Mattia vibrò contro il collo di Christian. "Le sette circa" rispose. Mattia si staccò dall'abbraccio come scottato e sconvolto quasi non urlò. "E tu volevi svegliarmi alle sette del mattino di Domenica, l'unico giorno libero della settimana. Sei crudele."
Christian scrollò le spalle. "Mi sono svegliato presto e mi annoiavo."
Mattia lo guardò ancora più sorpreso ed incazzato. "E tu ovviamente hai deciso di venire a svegliare me, perché 'ti annoiavi' pur sapendo quanto sono stanco per le prove di ieri. Bell'amico che sei, sono incantato da questa tua dimostrazione di affetto.'
"Smettila di fare il melodrammatico e mettiti giù, non avevi sonno? Bene, dormiamo." E lo tirò di nuovo verso di sé stringendolo in un caldo abbraccio e facendogli inserire la gamba tra le sue. Una volta sistemato lo guardò "comodo?". "Va' a fanculo".

Serena e Carola li trovarono così abbracciati quando passarono per il corridoio che portava alla cucina. Curiose di scoprire il perché di quel bozzo fin troppo grande presente nel letto di Mattia si avvicinarono e sorrisero intenerite nel vedere la scena.

Quando Christian si svegliò trovò lo spazio accanto a sé vuoto. S'intristì leggermente al pensiero che il minore se ne fosse andato  perché resosi conto della vicinanza si era sentito a disagio; ma poi notò il posto ancora caldo e si tranquillizzò: non si era alzato da molto. Difatti una volta uscito dalla stanza dopo essersi sistemato trovò il biondo seduto su uno degli sgabelli attorno all'isola della cucina a fare colazione. Serena, Carola, Luigi e Luca dalla parte opposta.
"Buongiorno" disse stiracchiandosi.
"Alla buon ora, finalmente ti sei svegliato, non ne potevamo più di sentire Mattia lamentarsi della tua assenza" al diretto interessato quasi non andò di traverso il latte che stava tranquillamente bevendo. Iniziò a tossire nervosamente e dopo essersi calmato li rivolse un'occhiataccia. "E chi l'avrebbe nominato, vi ho solo detto che quando sono uscito stava ancora dormendo."

Christian gli si avvicinò, con una mano andò a scompigliargli scherzosamente i ricci mentre l'altra veloce e furtiva rubava il biscotto che Mattia stava prendendo dalla convezione.
"Dovresti smetterla di rubarmi il cibo, Chri."

"E perché? È divertente." Mattia alzò gli occhi al cielo.

Non accadde nulla di particolare in quelle ore, se non le solite chiaccherate sulle scomodissime panchine in legno al freddo alle quali lui non partecipava stando li a fare presenza, cercando di capire qualcosa della discussione tra i cantanti che commentavano la gola secca di Inder e qualche bonario battibecco con Mattia. Era incredibile come si stesse affezionando a quel ragazzo, la cosa lo preoccupò un po'. Non osava nemmeno immaginare come si sarebbe sentito se un giorno, per puro caso uno dei due avesse dovuto lasciare la casa. Non ci volle pensare, erano solo all'inizio e voleva godersi ogni momento.

Rientrò quando il vento iniziò ad alzarsi e soffiare gelido, sotto la felpa non portava nulla e ormai il clima autunnale stava iniziando a farsi sentire. Sospirò nel sentire il calore degli interni dargli un po' di sollievo.
"Chri" si sentì chiamare. "Sta per iniziare la puntata che abbiamo registrato mercoledì, ti va di vederla?" Lo interpellò Serena. Annuì e andò verso i divanetti. Lì, seduto scomposto tra i cuscini, avvolto in una coperta trovò Mattia. Serena, Giacomo, Luigi e Carola affianco a lui. Mattia gli fece spazio e lui gli si accomodò accanto.
Sullo schermo si muoveva agile e deciso, armonioso Christian, impegnato nella riconferma della sua maglia. Dopo una ventina di secondi apparve sull'enorme schermo il primo piano del volto del barese che con  sguardo intenso non si perdeva nemmeno uno dei passi di danza del corvino. Mattia girò la testa dall'altro lato. "Però, il cameraman dev'essere molto interessato a vedere la tua reazione, c'è stato un momento in cui abbiamo visto solo te." Si rivolse a lui Serena.
"Che poi" continuò "perché eri così concentrato, non gli hai tolto gli occhi di dosso un attimo." Mattia sbuffò. E non rispose alla domanda. Christian ridacchiò. "Non c'è bisogno che rispondi Matti, lo so." "Ma vai a cagare" il suono uscì ovattato dalle sue labbra in quanto poco prima aveva seppellito la faccia in un cuscino affianco a sé, in balia dell'imbarazzo.
L'esibizione andò avanti e le ragazze notarono un altro piccolo particolare riguardante i due amici: "Chri, hai davvero indicato Mattia durante il 'mi hai capito' della canzone?" Rise incredula Carola. Questa volta fu Christian a rimanere in silenzio, non che fosse qualcosa di diverso rispetto a quello che faceva solitamente, ma in
questo caso si poteva intuire facilmente il motivo di tanto mutismo.

"Non c'è bisogno che mi rispondi, lo so" gli fece il verso il riccio.
"Però mi fa piacere constatare che non sono l'unico a non riuscire a non guardarti mentre balli." Azzardò facendogli un occhiolino. Per poi alzarsi ad andare a prendere un bicchiere d'acqua e il telefono. Per quel poco che gli era possibile usarlo. Pubblicò il post della sua esibizione e rispose ad un paio di commenti su Twitter. Sdraiato sul letto si mise a guardare un paio di Tiktok e inevitabilmente come accadeva da ormai un po' di giorni ne trovò di suoi e di Christian. Sorrise pensando a quanti film mentali i loro nuovi fan si stavano facendo ma alla fine riconobbe anche lui che certi atteggiamenti potessero sembrare ambigui. Decise quindi di mettere a tacere ogni dubbio pubblicando un "Amici" con il cuore rosso. Sentì la porta aprirsi proprio dopo aver commentato, spense velocemente il cellulare come se fosse stato colto in fragrante nel commettere un qualche tipo di reato e lo lasciò cadere sul letto. "Che nascondi?" rise Christian sedendosi sopra il letto di Mattia accanto a lui. "Assolutamente nulla" arrossì impercettibilmente "e poi non sarebbero comunque affari tuoi".
Christian lo osservò "sei arrossito, mi stavi pensando?" Disse maliziosamente ironico.
"Si." Rispose stranamente serio il minore. "Al fatto che non sono l'unico a guardarti, ho trovato in giro su internet gente che ha notato il tuo sguardo fisso su di me. Quello sguardo, quello con cui mi guardasti la prima sera su quel divano."  Abbassò lo sguardò e iniziò a muovere nervosamente gli anelli.
Sentì la mano fredda di Christian avvolgergli la caviglia nuda. Alzò la testa e lo guardò. "Ah sì, e come ti avrei guardato?" Chiese abbassando il tono della voce facendola risultare estremamente profonda.  Gli occhi fissi su quelli dell'altro. Iniziò a lasciare piccole carezze con il pollice sulla caviglia dell'altro che di riflesso si rilassò. Lo sguardò di Christian talmente intenso da sembrare ustionante, al contrario della freddezza nivea della sua pelle.
Sospirò, disturbato dal bruciore insistente che sentiva diffondersi allo stomaco.

Ricambiò lo sguardo: "come stai facendo anche ora, come se volessi spogliarmi con gli occhi."

What Strangers Don't See - MATIAN ZENZONELLI/AMICI 2021 Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora