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E forse tutto quel buio, quel silenzio e il freddo che percepiva perforargli le ossa lo intimidivano un po'. A confortarlo solo il colore giallastro delle lampadine accese e la morbidezza, si fa per dire, dei cuscini arancioni sistemati su quella stupida panchina bianca diventata ormai teatro dei suoi pensieri più intimi.
Alzò per l'ennesima volta gli occhi al cielo e sbuffò.
Il fatto che lo aveva sconvolto non era tanto l'essere arrivato ultimo in classifica, era circondato da ballerini talentuosi, tutti molto bravi che sapevano sempre come stupirlo e lui era solo contento di avere la possibilità di confrontarsi con artisti e atleti tanto qualificati; le sfide continue erano una prerogativa del programma e fin dal momento in cui aveva anche solo avuto il minuscolo barlume di speranza di poter entrare nella scuola, si era preparato all'eventualità di affrontarne molteplici e di arrivare perfino agli ultimi posti. Era normale, il naturale ciclo vitale di un ballerino: il giorno prima sei al primo posto, in vetta al mondo e l'attimo dopo ti ritrovi a sprofondare in basso, sempre più in basso, fino a toccare il fondo. Spettava a lui stesso il compito di rialzarsi e tornare a brillare, nessuno l'avrebbe fatto per lui.
Era consapevole di star esagerando, di star ingigantendo il tutto, in fondo arrivare ultimo per una o due volte non era certo una tragedia ma per qualche motivo la sua mente aveva deciso di prenderla peggio di quanto avrebbe dovuto, forse complice lo stress continuo a cui erano sottoposti dei ragazzi che di punto in bianco si ritrovano catapultati in un ambiente tutt'altro che familiare, a chilometri di distanza dalla propria famiglia e con una visione del proprio futuro tutt'altro che chiara. Con il proprio destino in mano a tre sconosciuti, e occasionalmente poco più che certo, evidentemente erano competenti ma che non sapevano assolutamente nulla di lui, della sua storia, della sua danza. Non che dovesse importare. Amici era un programma che scovava talenti per poterli poi lanciare nel panorama dell'arte mondiale, ma non era certo clemente nel selezionarli: se non sei già ad un livello soddisfacente sei fuori! E anche se selezionato erano più le volte in cui i maestri cambiavano idea che altro, la tua posizione era costantemente messa in dubbio e valutata forse nella maniera più cinica possibile. Perché in fondo loro erano lì per ballare, non per raccontare la loro storia, sperando di impietosire ed essere presi. Quindi non attribuiva nessuna colpa ad Amici. Il magone che sentiva era solo e solamente causato dal suo senso di inadeguatezza, aveva paura di deludere il maestro, in una realtà così volubile il minimo errore avrebbe potuto scatenare un uragano di conseguenze inarrestabili a cui lui poteva dare una sola fine: l'espulsione. E ora più che mai, dopo il disastro del provvedimento disciplinare e la ramanzina e/o avvertimento del professore, l'ultima cosa che avrebbe dovuto fare sarebbe stata regalare un pretesto a chiunque non lo credesse adatto per aizzarsi contro di lui e cacciarlo. Come avrebbero reagito i suoi, sua madre che lo aveva sempre sostenuto e fatto di tutto per permettergli di arrivare dove era ora?

Chiuse gli occhi cercando di mette sommariamente in ordine i pensieri che gli vorticavano in testa. Sentì la porta cigolare e vide Christian avvicinarsi, fece fatica a reprimere il sorriso. E forse era una persona e un amico di merda ma non poté che sentirsi felice nel vederlo li, vicino a lui, a preoccuparsi quando poteva benissimo restare in casetta a festeggiare il suo secondo posto, meritatissimo.

"Bro, cosa ci fai qui?" Si sedette al suo fianco.

Un flebile "niente" sbiascicato uscì dalle sue labbra ma Christian non se la bevette, non era certo stupido. L'aveva notato lo sguardo confuso e soprattutto deluso del biondo fisso sullo schermo. Aveva notato le sue spalle irrigidirsi, gli angoli della bocca incurvati all'in giù. Gli aveva accarezzato il ginocchio, soffermandosi un attimo per infondergli il suo supporto e poi si era alzato, supponendo che l'altro volesse rimanere da solo a pensare. Fu quando non lo vide tornare che si preoccupò più di quanto non lo era prima e decise di andare a cercarlo. Non fu difficile trovarlo, c'era un solo posto in cui entrambi si nascondevano quando avevano bisogno di pensare o semplicemente stare un po' soli.

What Strangers Don't See - MATIAN ZENZONELLI/AMICI 2021 Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora