Prologo

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L'ansia, l'agitazione, l'emozione, la voglia di ballare al meglio e la speranza di entrare in quella scuola. Tutte queste emozioni si mischiavano e si confondevano dentro me, non riuscivo a capire se avessi voglia di ridere, piangere, urlare o farmi due shottini di Vodka. Sarebbe stata la mia prima apparizione televisiva e dire che ero terrorizzato era un eufemismo, non sapevo cosa mi sarebbe spettato. Sarei piaciuto al pubblico, e ai giudici? Avrei fatto una figuraccia o sarei riuscito a conquistarli? Ero consapevole di essere bravo ma ero altrettanto certo ci fossero centinaia di ballerini migliori di me, lì dentro. La competizione sarebbe stata davvero intensa. Scesi dall'auto noleggiata dai miei genitori tirando un sospiro di sollievo, tutto a posto, non era successo nulla di grave. Bergamo e Roma non erano proprio vicinissime e quando si affronta un viaggio del genere con un veicolo sgangherato non si sa mai cosa potrebbe accadere. Vidi l'edificio imponente stagliarsi davanti a me e di nuovo il nervosismo prese possesso del mio corpo. Il nodo in gola e il battito accelerato di un cuore che sembra stia per uscire dalla cassa toracica sono le uniche sensazioni che sicuramente non dimenticherò mai. Mi sistemai frettolosamente la camicia e feci scorrere le dita nel ciuffo per aggiustare un po' la pettinatura, disordinata da tutte le volte in cui vi ci avevo passato le mani in preda all'agitazione. Presi un respiro profondo e, seguito dai miei, mi avviai verso l'imponente entrata.

Era fatta, avevo ottenuto il banco... Certo avrei dovuto contendermelo ancora per un'altra settimana con un altro ragazzo, ballerino di latino anche lui ma in fondo era già un traguardo l'aver convinto, anche se solo per il momento, uno dei professori. Finalmente avevo ottenuto l'occasione di perseguire i miei sogni e i miei obbiettivi e sicuramente non me la sarei lasciata scappare facilmente, non, sapendo tutti i sacrifici affrontati e quanto il mio posto fosse ambito da centinaia di ragazzi.

Christian Stefanelli. Non prestai molta attenzione al nome pronunciato, ero troppo occupato a tirare un sospiro di sollievo e a riprendere fiato dopo la mia esibizione ma dovetti aspettare e trattenerlo per un altro po' dopo aver visto ballare quel ragazzo. Lui... non sapevo nemmeno come descriverlo, era bravo, molto, aveva uno stile particolarmente elegante e mentre ballava pareva illuminarsi di luce propria, si divertiva e Dio se sembrava un angelo. Rimasi incantato ad ammirarlo fino alla fine della coreografia e anche dopo la fine di questa mi sembrava di non essere in grado di distogliere lo sguardo, era come un magnete che attirava tutto a sé, unico vero centro dell'universo, questo è quello che mi sembrò di vedere. Ed io non potevo che rimanere invischiato nel suo campo elettromagnetico, e davvero la cosa assurda è che non mi dispiaceva nemmeno. Mi riscossi solamente quando lo vidi voltarsi raggiante verso il banco, a quanto pare ce l'aveva fatta e io non potevo essere più felice per lui. Ed era strano perché nemmeno lo conoscevo. Lo vidi sorridermi, probabilmente si era reso conto che lo stavo osservando da tanto tempo e io, imbarazzato, distolsi subito lo sguardo. Ascoltai il suono di una leggera risata e notai si stesse sedendo proprio dietro al banco davanti al mio.
Fu lui a girarsi per primo e parlarmi, gli occhi gli brillavano ancora di gioia e incredulità, probabilmente ancora non aveva metabolizzato il fatto di avercela fatta. Ma non potevo biasimarlo probabilmente anche io avevo quell'espressione dipinta in volto. "Ciao, sono Christian." Disse. L'accento del nord ben marcato.
"Nunzio" rispose il ragazzo accanto a me prima che io potessi anche solo aprire bocca. "Divido il banco con quest'altro ragazzino, Mattia." Vidi Christian annuire, "sei un tipo di poche parole, Mattia?" chiese divertito.
"Non di solito, no. Sono solo..." scossi la testa "non importa, scusami ero distratto, non riesco ancora a credere di essere qui."
"A chi lo dici, sembra un sogno. Ah e buona fortuna Mattia" non capii subito a cosa si stesse riferendo, così, intuendo il mio stato di confusione specificò: "per il posto, penso riuscirai a guadagnartelo, anche se non ti ho ancora visto ballare. Sono sicuro tu sia uno spettacolo." E mi fece l'occhiolino ridacchiando. Sentì una stretta al cuore e un piacevole calore diffondersi nel petto. Il suo incoraggiamento mi aveva fatto piacere.
"Sei cattivo Christian, non puoi avere già delle preferenze, non mi hai nemmeno visto ballare. Dillo che ci vuoi solo provare con lui." Rise il castano e io sorrisi imbarazzato. La risata cristallina del moro mi arrivò dritta alle orecchie. "Forse hai ragione, ma sono sicuro anche tu sia molto bravo. Sarà davvero una bellissima sfida."

Mi paralizzai sul posto, in che senso 'forse hai ragione' ci stava veramente provando con me? Non so come questa frase mi fece sentire. Ero confuso, ero sempre stato considerato una sorta di Dongiovanni perché adoravo provocare le ragazze, consapevole di non essere proprio bruttino ma sapere che forse potevo fare lo stesso effetto ad un ragazzo mi destabilizzò. La  preoccupazione si fece spazio in me, era una cosa nuova e in realtà la cosa mi intrigava e spaventava allo stesso tempo, soprattutto se ripensavo alla reazione che avevo avuto poco prima una volta entrato e visto come ballava.

"Dio, mi porterai sulla cattiva strada Christian." Sospirai ridacchiando e giocherellando disordinatamente con la collana che portavo al collo.

Lui sorrise maliziosamente divertito: "non vedo l'ora, Mattia".












N.A.

Ed ecco il prologo di questa prima storia, spero vi abbia incuriosito anche se non succede niente di tanto emozionante. Perdonatemi se vedete qualche errore, se volete potete segnalarmelo, leggo sempre i commenti. Mi farebbe piacere ricevere anche commenti e critiche costruttive per capire quello in cui potrei migliorare. Siate liberi di esprimervi sempre utilizzando un linguaggio per un tono educato e adeguato al contesto. Detto questo ripeto, spero che questo capitolo vi abbia intrattenuto e noi ci vediamo in un prossimo capitolo.
-A

N.B.
I personaggi non sono miei, appartengono solo alla loro persona.
I fatti e i comportamenti tenuti da essi sono completamente inventati.
Non sono sicura di come si chiami il ballerino di latino che divideva il banco con Mattia, in caso provvederò a modificare e correggere gli errori.

Capitolo NON REVISIONATO.

What Strangers Don't See - MATIAN ZENZONELLI/AMICI 2021 Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora