Capitolo 5: [Lessons] Lezioni

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To Shape and Change - Modellare e cambiare
di Blueowl

tradotto da Mezzo_E_Mezzo


Rinuncia: né io né l'autrice possediamo Harry Potter.

Capitolo 5: [Lessons] Lezioni

Harry si svegliò il mattino seguente, desiderando di avere ancora qualche ora di sonno ma sapendo che era ora di prepararsi. Stiracchiandosi, si sporse ad accarezzare la testa di Edvige prima di prendere i propri vestiti. Come il Professor Piton gli aveva raccomandato, portava sempre addosso i suoi foderi con le bacchette e anche Coral. La catenina d'argento era intorno al suo collo. Harry non se l'era mai tolta da quando l'insegnante di pozioni gliela aveva data.
Prima di andare a letto la sera prima, avevano avuto una riunione nella Sala Comune, che era situata nei sotterranei del castello. Avevano incontrato la Professoressa Pomona Sprite, e ad Harry era piaciuta immediatamente. Era diretta e gentile, e aveva chiarito che loro erano tutti Hufflepuff, e come tali dovevano trattare tutti correttamente ed equamente. Harry aveva apprezzato lo sforzo della professoressa per far sì che la Casa lo trattasse normalmente, sebbene sapesse che ci sarebbe voluto del tempo prima che smettessero di fissarlo. Sperò che non ce ne sarebbe voluto troppo.
La colazione era una faccenda interessante, la varietà di cibo lo sorprese. Si domandò quanti cuochi avesse Hogwarts, ma poi suppose che tutto questo poteva essere frutto di magia. Ignorando gli sguardi curiosi e i sussurri non proprio discreti, Harry si portò la tazza alle labbra.
«Urgh,» boccheggiò, mentre il saporaccio della Pozione Assorbente gli riempiva la lingua.
Si voltò immediatamente e guardò il Professor Piton che era seduto al tavolo degli insegnanti. Il professore stava già guardando dritto verso di lui. I loro occhi si incrociarono, l'insegnante di pozioni mimò molto chiaramente una parola con le labbra: "bevi".
Harry obbedì rapidamente, scolandosi la pozione. Mentre rimetteva giù la tazza, la guardò con meraviglia mentre si riempiva di un altro liquido. Certo che fosse il Distillato del Nutrimento, lo bevve tutto di nuovo, e ripeté la cosa quando si riempì ancora con la Pozione dell'Utilizzo.
«Wow, Harry. Molta sete?» Chiese Cedric, avendo visto che beveva la seconda e la terza tazza.
«Già,» rispose, prima di bere una quarta volta per togliersi il saporaccio dalla bocca.
Neville scoccò ad Harry un'occhiata curiosa, ma non disse nulla. Poco dopo, la Professoressa Sprite venne al tavolo e diede loro il programma delle lezioni.
«Fantastico, abbiamo Pozioni per prima!» Esclamò Harry piuttosto allegramente.
Ricevette diversi sguardi orripilati e confusi.
«Che c'è?» Chiese, adesso anche lui confuso.
Molti dei ragazzi più grandi scossero la testa. «Vedrai,» disse uno di loro.
Harry osservò Cedric, volendo una spiegazione. Esitando, Cedric replicò. «Beh, vedi, Harry, il Professor Piton è... beh, può essere molto severo e talvolta... un po' rude. Non penso che ci sia mai stato un anno in cui non abbia fatto scoppiare a piangere qualche ragazzino del primo anno. Qualche volta riesce a scombussolare anche qualcuno degli studenti più grandi.»
Harry fece una smorfia. Il Professore gli era sembrato severo a Diagon Alley, certo, e alcune delle cose che gli aveva detto erano state molto dirette e brutalmente oneste, ma non riusciva davvero a immaginare che quell'uomo potesse essere del tutto spregevole. Beh... forse poteva esserlo con qualcuno come Dudley, ed era stato probabilmente aggressivo con i Dursley in quella piccola discussione a cui Harry non aveva assistito. Loro l'avevano sicuramente lasciato in pace in seguito e gli avevano dato un'alimentazione completa ad ogni pasto. Ed Harry suppose che l'insegnante di pozioni dovesse apparire un po' intimidatorio, alto e vestito tutto di nero.
Osservò Neville che aveva uno sguardo abbastanza orripilato.
«Dovremo solo fare del nostro meglio e vedere,» fece Harry. «Ma credo che il Professor Piton sia grande.»
«O-okay, Harry,» disse Neville, sebbene apparisse ancora un po' a disagio.

O o O o O

Severus aspettò che tutti i ragazzi del primo anno fossero entrati prima di fare un passo fuori dal suo angolo nascosto ed entrare nella stanza, il mantello che si gonfiava dietro di lui.
«Siete qui per imparare la delicata scienza e l'arte esatta delle Pozioni,» iniziò. Scannerizzò le facce davanti a lui, il cuore che gli si serrava leggermente mentre ricordava alcune delle loro morti.
Susan Bones era stata assassinata da Voldemort stesso dopo che aveva tirato giù due dei suoi vice.
Era accaduto quasi un anno dopo la caduta di Hogwarts.
Justin Finch-Fletchey era stato morso da Nagini dopo aver difeso la sua famiglia in un attacco.
E Hannah Abbott aveva ceduto a una maledizione ricevuta da Lucius Malfoy tre giorni prima.
Si schiarì la gola, riuscendo in qualche modo a guardare severamente tutti loro. «Poiché non ci sarà alcuna sciocca bacchetta da sventolare qui, la maggior parte di voi troverà difficile credere che questa sia magia. Dato ciò, non mi aspetto che molti di voi capiscano la bellezza di calderoni che sobbollono piano con le loro esalazioni luccicanti o il delicato potere dei liquidi che scorrono nelle vene umane con l'abilità di salvare una vita o prenderla... Posso insegnarvi come imbottigliare la fama, la gloria, e anche... mettere un limite alla morte. La sola domanda è... siete dei fannulloni buoni a nulla, o avete la volontà e la capacità di imparare una delle magie più potenti che esistano?»
Severus quasi sorrise. Aveva la loro totale e indivisa attenzione, sebbene notò che solo Harry stava prendendo appunti su ciò che diceva.
Ricacciò indietro con forza il rimpianto che formicolava in fondo alla sua mente. Il ragazzo era stato interessato anche la prima volta all'inizio, e lui aveva rovinato tutto – solo a causa di un insignificante litigio adolescenziale che non era riuscito a perdonare o a buttarsi alle spalle quella volta.
Andò avanti con l'appello, senza fermarsi per niente quando lesse il nome di Harry, come aveva fatto l'ultima volta. Quindi iniziò la lezione, spiegando che cosa avrebbero dovuto fare dopo aver preso l'equipaggiamento ed essersi messi in coppia. Fortunatamente, non avrebbero fatto pozioni in quella lezione. Avrebbero imparato come usare gli strumenti e le tecniche necessarie a tagliare appropriatamente gli ingredienti a pezzi grossi, a cubetti, a fette e a pezzettini.
Harry e Neville stavano lavorando bene insieme, ma Severus sapeva che invece Zacharias Smith, che stava lavorando dietro di loro con un Ravenclaw, avrebbe avuto bisogno di essere osservato con attenzione. Era un ragazzo malvagio il cui solo tratto dominante era la codardia.
Severus decise di rivelare un po' della propria stessa malvagità se il Signor Smith avesse deciso di agire scioccamente durante la sua lezione. Lo aveva fatto l'ultima volta, dopo tutto, e almeno lui avrebbe potuto liberarsi di un po' delle proprie emozioni negative senza sentirsi troppo in colpa.
«P-professor Piton?» Chiese un Ravenclaw, alzando la mano.
«Sì, Signor Duncan?» Domandò, voltandosi verso il banco dove si trovava lo studente.
«Questi coltelli perderanno mai l'affilatezza? I coltelli Babbani si consumano e mi chiedevo...» Si interruppe e deglutì. Evidentemente, aveva sentito voci sui presunti legami del Professore coi purosangue e su pregiudizi contro i nati babbani e tutti i non-Slytherin.
«No, Signor Duncan, normalmente rimangono affilati. Potrebbero corrodersi, però, se li userai per tagliare alcune piante acide o se ci versassi sopra delle pozioni aggressive.»
«Oh, okay, Professore, grazie,» fece lui, col sollievo che rifluiva in lui quando l'insegnante di pozioni non reagì come si era aspettato.
Il Professore si voltò, camminando intorno agli altri banchi per assicurarsi che gli Hufflepuff stessero tagliando gli ingredienti correttamente.
Sorpassò Harry e Neville, cogliendo di sfuggita Coral che si affacciava dalla manica di Harry mentre il ragazzo cominciava a usare la tecnica necessaria a rompere una certa noce. La osservò mentre sibilava qualcosa al ragazzo, e lui annuì con un piccolo sorriso, aggiustando un po' la presa sullo strumento in un gesto più corretto. Harry sibilò una risposta che Severus interpretò come un 'grazie'.
Tornando sul davanti dell'aula, Severus corresse alcuni degli studenti mentre passava.
«Professor Piton?»
Si voltò, stavolta trovando il Signor Smith con la mano alzata.
«Sì, Signor Smith,» disse.
«Potter ha portato il suo famiglio serpente. Ma non sono vietati gli animali a lezione?» Fece la spia lui.
Severus assottigliò gli occhi. Smith ghignò, inconscio del fatto che aveva appena invitato l'ira del Professore, credendo di aver messo Harry nei guai.
«Signor Smith, dimmi, hai forse l'impressione che io non sappia ogni singolo fatto che accade nella mia aula, minuscolo o grande, nascosto o evidente?» Domandò, il tono di voce pericolosamente senza emozione.
«Ehm... no, Signore. Ho solo pensato-» Si fermò quando l'insegnante di pozioni fece un passo in avanti, torreggiando sul suo banco e chinandosi su di lui.
«O forse trovi divertente essere un insopportabile spione?»
«N-no, io ho s-solo pensato che l-lei dovesse s-sapere che P-potter-» Cominciò, volendo tirarsi indietro, ma incapace perché troppo spaventato.
«Non-dirmi-bugie,» Disse il professore pericolosamente, l'aria intorno a lui formicolante di magia rabbiosa. «Volevi metterlo nei guai, niente di più. Non c'era alcun pensiero giudizioso o nient'altro di simile. Non tollero un comportamento del genere. È deplorevole.» Severus osservò il banco di lavoro di fronte a Smith, trovandolo confusionario, e gli appunti che il ragazzo aveva preso erano orrendamente disordinati. Smith non aveva nessuna scusa per tutto ciò. Era cresciuto in una casa di maghi, e una anche prestigiosa.
Era ora di mettere alla prova questo principino viziato.
«Dimmi, Signor Smith, che cosa ottengo se verso della radice di asfodelo in polvere dentro un infuso di artemisia?»
Smith deglutì, incapace di rispondere. Non ne aveva idea.
«Non lo sai? Bene, proviamo di nuovo. Dove guarderesti se ti dicessi di trovarmi un bezoar?»
Smith abbassò gli occhi.
«E qual è la differenza tra l'Aconitum napellus e l'Aconitum lycoctonum?»
«I-io non lo so, Signore.»
«Peccato. Chiaramente, dovresti concentrarti sui tuoi studi invece che sugli animali dei tuoi compagni,» affermò, prima di voltarsi ad affrontare Harry.
Harry si raddrizzò, preparandosi per una ramanzina. Sì, il professore gli aveva detto di portare Coral ovunque, ma forse avrebbe dovuto assicurarsi che Coral rimanesse nella sua manica così non avrebbe distratto altri studenti.
«Signor Potter, dove cercherebbe un bezoar?»
Harry si morse il labbro inferiore. «Nello stomaco di una capra, Signore.» Lo aveva letto verso la fine del primo capitolo del testo di pozioni.
«Aconitum napellus e Aconitum lycoctonum – qual'è la differenza?»
«Solo il nome. Sono la stessa pianta, professore.»
«Che cosa ottengo se aggiungo radice di asfodelo in polvere in un infuso di artemisia?»
«Una potente pozione soporifera, si chiama...» Harry fece una pausa, chiudendo gli occhi per provare a ricordare. Lo aveva letto diverse settimane prima.
«Distillato della... Distillato della Morte Vivente.»
«Corretto, Signor Potter. Un'altra domanda. Dove hai ottenuto queste informazioni?»
«Nel primo capitolo di "Infusi e pozioni magiche", Signore.»
Severus annuì con approvazione. «Quindici punti ad Hufflepuff per non essere uno stupido.»
La lezione continuò e finì senza ulteriori incidenti.

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