Capitolo 22: [Blood] Sangue

277 13 2
                                    

To Shape and Change - Modellare e cambiare
di Blueowl

tradotto da Mezzo_E_Mezzo


Rinuncia: né io né l'autrice possediamo Harry Potter.

Capitolo 22: [Blood] Sangue

Harry seguì nervosamente Nicholas di fuori, con Coral arrotolata al suo polso sinistro. Riusciva ancora difficilmente a credere che tutto questo fosse sul serio la realtà.
La colazione era stata leggera e piacevole. Perenelle aveva preparato dei pancake strepitosi e lo sciroppo su di essi era stato dolce e caldo. La casa dei Flamel era comoda e per niente come Harry si era aspettato, anche se non si era soffermato mica così tanto a pensare a come sarebbe potuta essere. Comunque, non poteva evitare di essere sorpreso, poiché era un luogo in cui si figurava vivessero due nonni gentili, piuttosto che due famosi alchimisti.
«Confido che tu abbia dormito bene, vero, Harry?» Chiese Nicholas mentre si allontanavano dalla casa.
Harry annuì, Perenelle gli aveva chiesto la stessa cosa mentre gli serviva i pancake; ad ogni modo, Harry non poté fare a meno di fare una smorfia quando provò a ripensare al suo sogno della notte scorsa.
Era stato strano. Non riusciva davvero a ricordare molto del sogno che aveva avuto, ma sapeva di averne avuto uno, e anche intenso, se poteva fare affidamento sulla sua memoria offuscata. C'era stato un sentimento di fondo molto tangibile, un senso di minaccia e una sorta di avvertimento che spesso gli risuonava nelle orecchie quando Dudley e i suoi amici cominciavano a complottare qualcosa. Ma era stato più di questo. Molto di più.
Era stato un allarme pressante, un segnale di pericolo e di minaccia incombente.
C'era della gente e una discussione intensa. Discorsi a proposito di un qualche genere di piano e l'accenno a del sangue.
Acc! Se solo fosse riuscito a ricordare di più!
«C'è qualche problema, Harry? Sei molto silenzioso,» osservò Nicholas mentre aggiravano una collina e entravano in un campo.
«No, nulla. Stavo solo tentando di ricordare un sogno,» rispose Harry.
«Ah, le avventure che ci lasciano quando giunge il mattino,» commentò lui prima di fermarsi al margine del campo. «Ed eccoci qui.»
«Uh, dove?*» Domandò Harry, un po' confuso. Non c'era nulla di considerevole che riuscisse a vedere.
Nicholas si colpì la vecchia fronte per rimproverarsi. «Oh, perdonami, me ne sono dimenticato,» esclamò prima di mettere la mano sulla spalla di Harry.
Harry sentì un pizzicore caldo che si diffondeva dalla mano di Nicholas nella propria pelle e non riuscì a non sobbalzare quando un largo edificio simile a una stalla apparve all'improvviso davanti a loro. Era dipinto di rosso e marrone e aveva un basso recinto di pietra che circondava un'enorme spazio di terra sulla destra.
«Va' avanti e gira da quella parte. Qualcuno ti sta aspettando,» disse Nicholas con un luccichio negli occhi mentre dava a Harry una spintarella.
Non avendo bisogno di ulteriori sollecitazioni, Harry si affrettò, aprendo il basso cancello del recinto e fermandosi quando i suoi occhi focalizzarono il lato aperto ed esposto della struttura.
L'interno era espanso con la magia, e gli destabilizzò momentaneamente la percezione mentre la mente di Harry tentava di riconciliare le misure della struttura con l'area che aveva dentro. Comunque, la sua battaglia interiore con le dimensioni degli spazi fu rapidamente interrotta quando notò una forma nella stalla.
«Norberta?» Domandò, allibito dal prendere atto delle sue misure.
Non era più la piccola cucciola di drago che aveva aiutato mesi prima, ma un drago adolescente più largo di un cavallo. Lei lo vide subito e si slanciò in avanti, fermandosi proprio al di là della ringhiera che aveva uno scudo magico traslucido, e si artigliò al terreno per la felicità.
Nicholas lo raggiunse alle spalle con un risolino. «Era piuttosto ansiosa di rivederti quando le ho detto che saresti venuto a stare da noi.»
«Davvero?» Chiese Harry.
«Oh sì. I draghi sono più intelligenti di quanto credano la maggior parte dei maghi. Anche se sono comunque animali, e non hanno il nostro livello di consapevolezza, la loro comprensione di certe parti del linguaggio e della comunicazione è davvero impressionante.»
Harry si avvicinò lentamente, un po' sopraffatto dalle dimensioni parzialmente riacquisite, ma stavolta genuine, di lei.
:Ciao, Norberta,: salutò Harry, solo per essere ricompensato dai profondi brontolii felici di lei.
«Dobbiamo stare attenti con i draghi più grandi, per questo c'è lo scudo, ma lo abbasserò per il momento. È stata piuttosto docile per un drago,» disse Nicholas, muovendo la mano e facendo cadere la barriera magica.
Norberta non sprecò tempo. Balzò subito oltre il basso recinto e spinse gentilmente la testa contro quella di Harry.
:È bello vederti di nuovo, ragazza: fece Harry, accarezzandole il naso con la mano destra mentre anche Coral la salutava.
Nicholas sorrise e si portò verso una parete laterale, cui si appoggiò. «Allora, come è stato il tuo primo anno a Hogwarts, in quanto a lezioni?» Domandò, decidendo saggiamente che non era il momento di menzionare gli altri eventi che quell'anno aveva incluso.
«È stato bello. Ho imparato un sacco. Pozioni è la migliore, ma anche Incantesimi e Trasfigurazione sono fantastiche,» disse lui. «Mi piace anche Difesa, ora che non la sta insegnando più Raptor.»
«Ah, sì, Albus mi ha accennato qualcosa a proposito della lezione di DADA, ora che ci penso. Il Professor Lupin adesso dovrebbe essere in grado di insegnarvi anche l'anno prossimo.»
«Fantastico, ma, se posso chiederlo, perché non avrebbe potuto farlo prima?»
«Oh, c'era stata una maledizione su quel posto lanciata anni fa,» fece lui casualmente. «Molti credono che fosse opera di Voldemort. Comunque, la maledizione faceva sì che il corso non potesse essere tenuto dalla stessa persona per più di un anno. Non importava quanto vi si fosse impegnato, succedeva sempre qualcosa che impediva a una persona di insegnare l'anno seguente, come una ferita o la morte accidentale, una strana circostanza, eccetera. Albus ha provato per anni a liberarsene, ma finalmente il problema è stato risolto, grazie al rinnovamento degli scudi e a un talentuoso Spezzaincantesimi.»
Harry rallentò le carezze a Norberta, sorpreso di sentire che la maledizione sul posto di insegnante di DADA fosse stata vera. Aveva sentito delle voci, ovvio, ma non le aveva prese sul serio.
«Sono felice che questo problema sia stato risolto finalmente. So che Albus era stanco di trovare insegnanti di DADA,» aggiunse Nicholas con una risatina. «Una volta ha offerto il lavoro anche a me, ma Perenelle si è rifiutata categoricamente di lasciarmi andare e così ho detto di no. Povero Albus.»
«Se non ci fosse stata una maledizione, avrebbe detto di sì?» Chiese Harry, interessato.
«Beh, se non ci fosse stata una maledizione, dubito che Albus me lo avrebbe chiesto, ma se lo avesse fatto... non lo so, avrei dovuto pensarci. Si tratta di un lavoro con molte conseguenze, dopotutto. A me e Perenelle piace la nostra privacy e questo moderato isolamento dal resto del mondo. Questo sarebbe andato perduto se avessi acconsentito di lavorare a Hogwarts per un qualsiasi periodo di tempo.»
«Penso che sia vero,» concordò Harry.
«Sono stato un insegnante, comunque, secoli fa,» disse Nicholas dopo un momento, la sua voce si acquietò e lo sguardo gli si fece triste. «Ma il mio studente è stato portato via da me.»
Harry, sentendo l'angoscia del vecchio, si voltò per guardarlo in volto, con Norberta che ora stava calma dietro di lui, con la grossa testa sopra quella del ragazzo.
«Che cosa è successo?» Chiese.
«Venne rapito da casa sua un giorno d'autunno e lo trovammo una settimana dopo vicino a un lago.» Nicholas emise un sospiro addolorato che soffocò subito. «È stato molto tempo fa. L'ho accettato, ma vorrei ancora sapere chi è stato.»
Harry annuì dolcemente. «Come si chiamava il suo studente?» Chiese, incapace di trattenere la curiosità.
Gli occhi di Nicholas brillarono intensamente per un ricordo d'orgoglio e felicità. «Abramelino. Quando l'ho incontrato aveva sette anni. Ha mostrato un potente scoppio di magia accidentale, così è stato condotto da me da un amico che conosceva la sua famiglia.»
«Abramelino? Ieri, il Professor Piton...» Harry si interruppe, mentre spalancava gli occhi.
Nicholas annuì, vedendo dove Harry stesse arrivando. «Sì, è la stessa persona. L'ultimo Arcimago Dormiente conosciuto, prima di te.»
Harry sbatté le palpebre, totalmente privo di cose da fare o da dire.
«Quando Albus ci ha chiesto se avremmo voluto occuparci di te per l'estate, non ci ha informato del tuo stato di Arcimago fino a quando non abbiamo accettato di tenerti. Quindi lascia che ti assicuri che non sei qui per quello che sei, ma poiché volevamo sperimentare qualcosa che non avevamo mai provato e perché avevi bisogno di un posto dove stare. Comunque, sono certo che parte del motivo per cui Albus ce lo ha chiesto sia perché sapeva che avevamo avuto dell'esperienza in questo genere di cose e che saremmo stati in grado di aiutarti, in caso di necessità,» spiegò Nicholas prima di spingersi via dal muro della stalla. «E lascia che ti riveli un altro piccolo segreto. Nemmeno io sono un mago normale.»
Ora le sopracciglia di Harry si sollevarono moltissimo. «Anche tu sei un Arcimago, allora?» Chiese impaziente.
Nicholas ghignò. «No, sono un Incantatore.»

To Shape and Change - Modellare e cambiareDove le storie prendono vita. Scoprilo ora