Untitled Part 6

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Capitolo XIV

                               “ Il tempo dopo di te… “

Dopo quelle rivelazioni di Elpidia, durante una delle nostre passeggiate per Genova, tornammo in albergo e ci preparammo per il ritorno a casa. Scrissi per l’ultima volta qualcosa che non si avvicinava ancora al finale. Ma dovevo scrivere di quella chiacchierata, di alcune cose che mi aveva fatto capire quella città e soprattutto, la mia migliore amica.

Tornammo a casa nostra, al nostro paese, perché avevamo voglia di cambiare i contenuti delle valigie e di portarci più vestiti, più scarpe, più oggetti personali a Vietri. Ci saremmo rimaste tutto il mese di agosto.

Prima dell’arrivo di settembre saremmo tornate, perché sarei dovuta ripartire per Roma e portare il libro a Monica, terminato. Chissà quale sensazione avrei provato nel pensare che qualcuno poi avrebbe letto parte della mia vita. Una parte soprattutto che mi era costata molto rivelare. Una parte molto sofferta. Chissà come mi sarei sentita io, poi…

Partimmo nel pomeriggio dal nostro paese per raggiungere Vietri, a bordo della mia nuova fiat cinquecento, rosso fiammante. Tutti questi spostamenti in meno di ventiquattro ore. Caricammo  l’auto di cose e stranamente non riuscii a rimettere la scatola in soffitta. E nemmeno riuscii a lasciarla in camera mia. Avevo la sensazione che volesse seguirmi e visto che avevo deciso di terminare il lavoro a Vietri, la portai con me. Era solo il trentuno luglio, pensai che l’indomani sarebbe già arrivato agosto. E c’era tempo per rimetterla a posto. Magari l’avrei riportata a casa prima di andare alla volta di Roma.

Quando arrivammo a casa al mare, mio padre ci accolse subito al cancello e ci fece vedere come aveva abbellito il giardino per una cena che avrebbe tenuto l’indomani. Alla quale ci obbligò di partecipare. Mia madre invece appena ci vide, iniziò a farci uno dei suoi soliti interrogatori. Fiumi di domande sui posti che avevamo visto. E a volte cercò anche di cavare qualcosa dalla bocca di Elpidia, sulla motivazione di quel mio lavoro che avevo dovuto accettare. Su quei viaggi. Ma per fortuna Elpidia, mi fù fedele.

Ci sistemammo in camera mia, lei avrebbe dormito con me ed anche lì mia madre pensò di disturbarci per più di mezz’ora. Poi esausta e stanca davanti a due fortezze che non volevano cedere, se ne andò sconfitta.

“Perché non l’hai detto a tua madre?” mi chiese Elpidia.

“Per lo stesso motivo per cui non l’ho detto alla tua.”

“Cosa centra la mia?”

“Guarda. L’avrei rivelato con piacere più alla tua. Il problema è unico però in ambi i casi, entrambe sarebbero state in pensiero. Avrebbero telefonato più del dovuto, quasi come fossi una malata terminale. Ti avrebbero fatto molte domande su come stavo. Ed io avevo bisogno di sentirmi al sicuro, senza pensieri in più. Mi bastava che lo sapessi tu e mi bastava sapere che eri con me.”

L'amore, dietro le apparenzeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora