•Esperienze•

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Arrivai a casa di corsa, ansiosa di parlare alla signora Jeong. 

Era ancora intenta a sistemare il giardino, così ne approfittai per invitare lei e Kim a pranzo. Accettò volentieri, ma senza avermi prima ringraziato una decina di volte. 
Erano soltanto le 11.00, perciò mi impegnai molto per far apparire la casa il più pulita e in ordine possibile, poi mi occupai della tavola, che apparecchiai in modo semplice e delicato usando uno dei pochi servizi che mamma e papà avevano lasciato in quella casa. 
Ero molto curiosa riguardo la storia lavorativa della signora Jeong, nonostante avesse vissuto una brutta tragedia il suo lavoro le aveva permesso di rimettersi in piedi.
In quel momento era l'unica persona a cui potevo chiedere consiglio. Se lo avessi chiesto alla mia famiglia avrebbero cercato di riportarmi in Italia per trovarmi un lavoro "come si deve", ovviamente senza badare a quello che io volevo veramente.

L'ora di pranzo arrivò prima del previsto ma non mi feci trovare impreparata. 

Preparai le crocchette di merluzzo per km, accompagnandole con della salsa agrodolce e della salsa d'ostriche (una delle mie preferite!), mentre per me e la signora Jeong preparai del riso alla cantonese, un piatto veloce quando si è di corsa. 

Sentii il campanello suonare una, due, tre, quattro volte e non riuscii a trattenere un sorriso 

Kim pensai mentre andavo ad aprire la porta

Inevitabilmente il piccolo furfante schizzò verso di noi , stringendomi le gambe in un tentativo di abbraccio molto tenero. 

Sua madre entrò poco dopo, si era sistemata e ora indossava un morbido abito rosa pallido, con i capelli ricci e scuri che le ricadevano sulle spalle. 

"Ti ringrazio ancora per l'invito, cara Minhee" disse entrando e togliendosi le scarpe

Presi in braccio Kim e lo portai a tavola, mentre lui osservava con goloso stupore le sue crocchette

"è un piacere signora Jeong" risposi portando in tavola tre set di bacchette; due di metallo e uno di plastica colorato per il piccolo, che cominciò a mangiare come se non ci fosse un domani

"Aspetta, Kim! Minhee deve ancora sedersi a tavola!" lo rimproverò sua madre, e lui si bloccò prima ancora che la crocchetta gli sfiorasse le labbra

"Scusa Minhee" farfugliò triste

Sorrisi e portai in tavola il riso

"Non ti preoccupare, immagino che vedere il tuo piatto preferito ti abbia fatto venire una fame da lupi" e gli feci il solletico, provocandogli una risata 

Mentre pranzavamo ci siamo aggiornate sulla vita di entrambe: finalmente lei era riuscita a trovare un lavoro stabile, che le permetteva di badare e Kim senza fare assurdi turni serali. Di questo ne fui davvero contenta, infatti si vedeva che aveva uno sguardo più riposato e un atteggiamento più positivo. 
Io le raccontai dell'università e di come mi mancassero pochi esami per laurearmi. Tre anni di studi linguistici mi avrebbero aperto molte opportunità, come mi disse lei, e mi fece le congratulazioni in anticipo.

Kim mangiò di gusto tutte le sue crocchette di pesce e poi chiese alla mamma se poteva uscire fuori a giocare.

"è da molto che non guarda più la televisione o i videogiochi sul tablet, credo che sia perché ora sono più presente a casa" mi spiegò lei, mentre apriva la porta per farlo uscire 

"è una cosa molto positiva, sono sicura che ne sarà felicissima" replicai, cominciando a sparecchiare

"Assolutamente sì, però ti prego chiamami Hyun-Jae, e dammi pure del tu, in fondo siamo sullo stesso piano" disse ridendo

Concordai appieno e insieme sistemammo la cucina.
Verso primo pomeriggio le offrì un tè, così ci sedemmo sotto al portico che dava sul giardino dell'entrata, dove Kim era intento a giocare con Chu, tutto preso a inseguire un gomitolo di lana colorata a forma di topolino.

Restammo in silenzio per un po', godendoci l'aria fresca di quel sabato pomeriggio. L'estate si avvicinava, e per fortuna si poteva cominciare a rimanere fuori un po' di più, ora che il freddo non era più così pungente. Nonostante questo, Kim aveva indosso un piumino blu scuro e una sciarpina rossa e verde che le aveva fatto sua madre.

Inguaribile freddoloso

Mi ripromisi di chiederle aiuto per qualche lavoretto all'uncinetto

"Hyun-Jae, posso farti una domanda?" chiesi dopo aver bevuto un sorso del mio tè verde

Distolse per un attimo gli occhi dal figlio

"Certo cara"

"Io avrei trovato un'opportunità, anche se piccola, di lavorare..."

E le spiegai del Cafè, delle mie paure, del fatto che fosse lontano da casa...insomma, volevo sapere se valeva la pena rischiare.
Fortunatamente la sua risposta non tardò ad arrivare

"Recentemente ho sentito parlare di questo Cafè, dicono che l'abbia messo in piedi una ragazza molto giovane. Se posso dirti la mia, sappi che io ho lavorato come cameriera per molto tempo. Non è stato semplice, soprattutto perché avevo Kim a casa"

Mi ricordavo quel periodo. Dovevo ancora fare il sogno, e facevo da babysitter a Kim quasi tutte le settimane. 
Continuò

"Però ricordo di non aver mai mollato perché era quello che dovevo fare. Dovevo mantenere la mia famiglia. La tua situazione è diversa, io non ho avuto scelta, ma tu sì"

Il suo sguardo si spense per un momento, forse perché le riaffiorò alla mente il ricordo del marito.

"Ti direi che sei ancora molto giovane, che dovresti aspettare per cominciare a lavorare, che rischieresti di diventare come me, ma nonostante questo credo che dovresti provarci. è un buon inizio per poter raggiungere il tuo obbiettivo, che presumo sia quello di diventare definitivamente indipendente dai tuoi"

Le sorrisi. Aveva centrato il bersaglio.

"Hai un carattere esplosivo e sei piena di energia, sono sicura che ti divertiresti moltissimo perché conosceresti tante persone diverse ogni giorno, però ricordati l'altro lato della medaglia: sei una cara ragazza e in giro ci sono tante persone maleducate, non farti mai influenzare da loro"

Lo disse con un tono così solenne che fu tentata di inginocchiarmi e dire "Sì maestà", ma evitai.

Si era fatto tardi, Chu aveva smesso di rincorrere il suo giochino ed era andato ad accoccolarsi ai piedi della sua padrona, che ora stringeva tra le braccia un piccolo Kim addormentato.
Li salutai con un abbraccio e mi assicurai che non avessero dimenticato nulla prima di andare.

"Grazie mille per i tuoi consigli, ora sono più tranquilla" le dissi accompagnandola al cancelletto

"è il compito di ogni brava vicina" replicò lei sorridendo

Aspettai che rientrassero in casa prima di tornare dentro. La sera era calata prima del previsto, tanto che non riuscivo quasi più a distinguere la figura di Chu che zigzagava tra le aiuole. Il suo pelo grigio era difficile da individuare, lo intravidi solamente quando rientrò in casa attraverso il basculante. 

Una volta chiusa la porta di casa mi sfregai le mani per calmare i fremiti d'eccitazione. 

Sarei partita l'indomani, il prima possibile. 

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Buon pomeriggio a tutti! Oggi capitolo un po' in anticipo per farmi perdonare del ritardo degli ultimi aggiornamenti :)

Spero vi piaccia!

Annyeo!

|Under Your Mask|↭|Jeon Jungkook|Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora