Capitolo 3

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Il demone della collina

Le settimane passano e io cerco di allenarmi ogni giorno ma è molto più difficile di quanto mi aspettassi. Corro, faccio flessioni, mi alleno a volare sempre più veloce e con una spada di legno provo a capire come combattere anche se non credo di riuscirci molto bene. Certo, dei cambiamenti ci sono stati. Ora ho più resistenza e sento che è molto più facile fare sforzi che prima mi erano quasi impossibile ma la strada da fare è ancora lunga.

Ripenso spesso alle parole di Leroy, al fatto che io possa davvero farcela e il pensiero di lui che crede in me con tutto se stesso mi aiuta a impegnarmi sempre di più. Oggi come tutti i giorni da ormai un tempo che mi sembra infinito finisco gli allenamenti con la spada all'alba, i miei occhi sono pesanti e tenerli aperti è la sfida più difficile di tutte, i muscoli di tutto il corpo tremano e mi fanno male, per soltanto un secondo socchiudo gli occhi, ma appena lo faccio vedo un lampo di luce verde davanti a me, che me li fa riaprire di scatto. Non ci faccio caso.

"È la stanchezza, devo andare a dormire." Penso tra me e me guardando le mie mani piene di tagli e calli. Faccio per girarmi quando con la coda dell'occhio noto una figura non troppo distante da me. Mi giro lentamente e guardo dritto verso quella alta figura che non riesco a riconoscere data la mancanza di luce.

"Hey, qualcosa non va?" Urlo a chiunque ci sia lì immobile nel buio mentre lentamente faccio strisciare la mano lungo la vita per estrarre il pugnale all'interno della federa.

Con passi lenti la persona inizia a farti avanti e mentre stringo il pugnale più forte ad ogni passo che fa ma mi rilasso finalmente quando capisco chi sia. Il vecchio del villaggio, o come lo chiamano tutti "L'anziano Marcus" si fa avanti verso di me.

"Oh, ciao Marcus, non ti avevo riconosciuto, la prossima volta non nasconderti come un maniaco in mezzo agli alberi, grazie." Lui mi guarda e con il solito sguardo burbero e severo si schiarisce la voce

"Se non lo sai, è già mattina presto, il sole è sorto da pochissimo e tutti ancora dormono, era quello che stavo facendo anche io finchè non ho sentito dei rumori strani provenire da qui, sembra proprio che abbia trovato la causa di tutto quel casino." Continua incrociando le braccia al petto e facendo un colpo di tosse.

"Oh scusa, non avevo intenzione di rovinare il tuo riposino, ti serve dato che sei anziano, giusto?" Gli chiedo in tono sarcastico.

"Io vecchio? Ho soltanto 46 anni per Dio!" E non posso far a meno di ridere per il suo tono offeso. In fin dei conti è una brava persona, anche se da piccoli tutti avevamo un po' paura di lui. Ha una sola ala, l'altra gli è stata strappata ancora molti anni fa, da quel che mi hanno raccontato aveva attaccato briga con un nobile perchè questi lo aveva schernito per gli abiti logori che aveva. Era stato molto coraggioso a ribattere, non tutti avrebbero avuto la forza di farlo. Purtroppo questo gli è costato molto caro, per un demone perdere le proprie ali è come perdere una parte della propria anima.

"Nah hai ragione, non sei vecchio e non ti serve il riposino ma credo servirà a me tra poco, sono distrutta." Gli confesso con un tono di voce basso e sfinito.

"Mi puoi spiegare una cosa? Perchè lo fai?" Mi chiede mentre si guarda l'ala ormai grigiastra, ma che una volta era di un colore bianco come quello delle nuvole.

"Fare? Intendi gli allenamenti?" Gli domando e lui sospira come se avessi fatto una delle domande più stupide del mondo.

"No, non intendo gli allenamenti, intendo perchè ti alzi alla mattina invece di rimanere a letto. Certo che intendo gli allenamenti! Sei davvero così idiota?" Mi sgrida in modo severo, anche se riesco a vedere un piccolo sorriso mentre me lo dice.

Il destino del demone Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora