- Lips so sweet -

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New Orleans di notte è qualcosa di impossibile da descrivere a parole. Chiudi gli occhi e riesci a percepire nell'aria quella magia che tutti decantano nelle storie che si raccontano ai turisti.

La gente per strada balla, canta e beve, come se fosse ogni volta una cosa nuova, quando invece accade ogni sera. Li osservo dalla terrazza del locale , mentre cerco di trovare un senso al perché sono uscita con i miei compagni di corso che conosco a malapena.

O per meglio dire, che non voglio conoscere. Sembrano persone squisite, ma così superficiali che a volte mi fanno pensare che ormai l'essere umano si è ridotto a questo: relazioni deleterie, vizi che giustificano azioni insensate e valori che a stento riesco a definire tali.

Non ho mai saputo vivere nel nome del carpe diem. 

Non ho mai saputo legarmi ad una persona per il puro piacere di farlo, senza portarmi dietro il mio bagaglio emotivo di traumi adolescenziali irrisolti. Ogni volta è uno scaricare addosso alle persone quello che mi porto dietro, facendole spaventare ed allontanare.

Alla fine, evito di farlo e basta. Sto bene nella mia piccola bolla privata. A volte è brutto sentire la mancanza dei rapporti umani, ma è ancora peggio sentirsi soli in una stanza piena di gente...quindi perché sottopormi ad una sofferenza inutile.

"Gabby! Vieni a bere qualcosa dai!" Urla dall'interno una ragazza di cui non mi ricordo il nome...lei però da brilla si ricorda il mio...devo sentirmi onorata per questo? Sono certa che se mi dessi la possibilità di conoscerle, queste persone mi stupirebbero, ma non sono ancora a quel punto del mio percorso da essere umano.

"Grazie, ma non mi piace molto bere...entro tra poco." Le dico ed anche se delusa per un millesimo di secondo, lei poi se ne va saltellando a ritmo di musica.

"Vivere a New Orleans prevede alcol a quantità...forse sei nel posto sbagliato." A rompere il silenzio è la voce più strana che abbia mai sentito. 

Mi spiego.

La sua voce era normalissima: bassa ma calda e avvolgente. Non era roca, ne tantomeno graffiante. Però aveva spezzato quell'attimo di silenzio che stavo vivendo in una maniera così potente che on riuscivo a spiegarmi il perché avessi sentito i brividi ad ogni parola pronunciata.

Mi giro nella direzione da cui proveniva la voce, cercando di scoprire chi mi avesse parlato, ma per un gioco di luci ed ombre la persona a riguardo era avvolta dal buio e non accennava a farsi vedere.

Per un attimo mi sembrò di essermi immaginata tutto e tornai a guardare Bourbon street nel pieno della sua vitalità notturna.

"Sì, sei decisamente nel posto sbagliato." Ripete la voce, confermando la sua idea.

Mi giro nuovamente verso di lui, per vederlo avanzare lentamente, uscendo dall'ombra.

"Scusami?" Gli chiedo attendendo di vedere il suo volto ed ignorando gli stessi brividi provati la prima volta , pervadere il mio corpo una seconda volta.

Ed ecco che la luce delle lanterne sulla terrazza, tocca il suo volto, mostrandolo a me.

La barba poco curata ricopre il suo viso stanco. Gli occhi sono accompagnati da delle profonde occhiaie, che vanno a confermare l'idea che mi ero fatta sui miei compagni festaioli. I capelli sono dei ricci scomposti e scuri ed incorniciano il suo volto perfettamente, rendendolo la persona più strana che avessi visto. Il naso sottile leggermente arrossato dal freddo della notte, perfettamente coerente ed in armonia con il resto del volto molto severo e rigido.

Eppure c'era qualcosa che mi disturbava particolarmente...come se stessi vedendo due mondi schiantarsi l'uno contro l'altro e lui fosse le macerie rimaste dopo lo scontro.

Red stained - Tinto di rossoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora