Fucking Elliot

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DANIEL

Sono davanti alla porta di casa sua. Non succedeva da almeno tre anni. L'ultima volta che è successo gli ho rotto il naso e ho giurato di rendergli la vita un inferno.
E direi che per i tre anni successivi ci sono riuscito con maestria e dedizione.
Quando apre la porta, leggo stupore e confusione sul suo volto.
"Tranquillo. Non sono qui per spaccarti la faccia un'altra volta." Gli dico e lui si sposta e mi fa entrare.
"Immagino tu sia qui per Gabrielle, ma arrivi un po' tardi...di circa tre mesi." Mi dice mentre chiude la porta dietro di noi e si va a sedere sulla sua poltrona.
Fottuto Elliot.
La stessa poltrona su cui ho visto lui e Lauren scopare tre anni fa. Lei sopra di lui e lui con le mani sul suo culo.
"Simpatico. Ma non sono qui per quello. Non solo per lo meno."
Gli dico e lui sembra incuriosito.
"Davvero? E cos'altro potresti volere da me." Mi chiede incrociando le gambe. Ogni tanto mi chiedo se gli piacciono veramente le donne, poi mi ricordo di cosa ha fatto con la mia ex e ricordo che è solo un pagliaccio che vuole sembrare per bene.
"Sono venuto a scusarmi." Mi viene da vomitare solo a pronunciare queste parole, ma credo nel programma che ho seguito, ed uno dei punti fondamentali è chiedere scusa a chi si è fatto male per le nostre cazzate.
"Cosa?" Dice lui aprendo gli occhi così tanto che sembra gli escano dalle orbite.
"Sia chiaro, non per il pugno...e non per quello che ho fatto subito dopo con la tua ex. Te lo eri meritato." Gli dico e lui contrae la mascella alle mie parole.
"Ma dovevo capire quando fermarmi. Invece è ho continuato perché sapevo che non avrei mai potuto punire lei." Continuo e lui prima rimane in silenzio e poi scoppia a ridere.
"Scusa, è per caso uno scherzo? Perché fa ridere in effetti." Mi dice ed io mi iniziò a muovere innervosito dalla sua reazione. Non che mi aspettassi che capisse: a volte penso sembri solo intelligente.
"Senti. Una volta eravamo come fratelli. Ora non lo siamo più. Ma sappi che d'ora in avanti non rovinerò più nulla per te." Gli dico e lui continua a guardami cercando dic aprire se c'è un trucco.
"Dove sei stato questi tre mesi?" Mi chiede ed io non gli rispondo.
"Sei stato al St. Jude? Per quello sei sparito e non hai detto nulla a nessuno? Per questo non ha detto nulla a lei?" Mi chiede. È un illuso se pensa che adesso gli confiderò i miei segreti più intimi, solo perché gli ho chiesto scusa.
"Senti Elliot. Per me rimani un coglione. Uno che fa finta di esserti amico e poi ti pugnala alle spalle. Forse sei anche più manipolatore di quanto io sia mai stato, ma le tue tattiche con me non funzionano, perché non riaprirò alcuna porta con te." Gli dico e lui si alza.
"Hai fatto una cazzata a non dirglielo. Forse lei più di tutti sarebbe stata pronta a capirti. Invece ora è diventata...fredda. Fa male anche a me vederla così. Ho provato a parlarle...ma non ha funzionato. Per questo ti ho scritto." Mi confida ed io abbasso lo sguardo e ripenso a come si è comportata ieri mattina con me...Alle sue parole.
Ti guardo e non provo niente.
Annuisco dandogli ragione, ma senza ammettere a parole che sono un coglione.
"Volevo fare la cosa giusta. Per una cazzo di volta." Dico e lui mi offre una sigaretta che accetto volentieri.
"Si. Ma hai sbagliato pensando che lei ti avrebbe aspettato senza darle nulla. Insomma, non so bene come funziona tra voi, ma se è riuscita a difenderti anche dopo che l'hai fatta aggredire praticamente, vuol dire che teneva a te più di quanto avrebbe dovuto. E le persone come lei, danno, danno...e poi quando capiscono che non le vedi veramente...ti tolgono tutto." Mi spiega e lo so. Non ho bisogno che il fottuto Elliot mi spieghi come funzioni la testolina della mia Gabrielle.
Però, per l'ennesima volta, ha ragione.
"La riconquisterò. Mi perdonerà. E se non lo farà, ci proverò fino all'ultimo." Gli dico e lui sorride esalando una nube di fumo.
"Non ti vedevo così da tanti...tanti anni. È strano." Mi dice ed io lo guardo male.
"Hey. È una cosa positiva. Da stronzo senza cuore sei una vera merda." Mi dice ed io rido.
"E tu lo sei da migliore amico...non so cosa sia peggio." E lui alza le mani alla mia ennesima frecciatina.
"Mi ha scritto lo sai? Lauren." Dice lui ed io mi incupisco perché non voglio più pensare a lei. Non voglio più che contamini i miei pensieri positivi...quei pochi che ho sono per Gabrielle e basta, e non è il caso che lei ci si faccia di nuovo spazio.
"Anche a me...non li ho letti però. Qualcuno che se la scopi, lo trova subito." Gli dico e lui annuisce.
"Per quello che vale...non ne è valsa la pena...provarci con lei dico." Mi confida ed io alzo lo sguardo.
"Tette da paura...culo marmoreo...ma è vuota dentro. E prende dagli altri per riempirsi. Mi dispiace aver barattato quella nostra amicizia per del finto amore." Mi dice e per la prima volta da anni, leggo sincerità nelle sue parole.
"Tranquillo...ci siamo cascati entrambi." Gli dico e lui annuisce.
"Però ti dico una cosa. Gabrielle è il suo opposto. E odierei vederla cadere nell'oscurità. Quindi se non te la prendi tu...se la prenderà qualcun altro." Mi dice guardandomi negli occhi...mi irrigidisco alle sue parole e stringo il pugno, come se mi sentissi minacciato.
"Non io! Calmati. Mi ha già rifiutato due volte...non voglio essere la seconda scelta di nessuno." Mi dice e non posso fare che sorridere.
Brava la mia ragazza.
"Puoi anche non farlo quel sorrisetto. Perché rifiuterà anche te." Mi risponde e se ripenso a come si è spogliata davanti a me e come si è inginocchiata senza ritegno e mi ha fatto venire sorrido.
"L'hai già vista? E ti ha accolto a braccia aperte?" Mi chiede stupito e non posso che pensare male.
A bocca aperta.
"Okay ho percepito che è incazzata...però non potrà rimanere incazzata per sempre no?" Gli dico chiedendolo più per conferma che per sentire veramente la sua opinione.
"Beh tu sei stato incazzato con me per anni..." mi risponde.
"Era diverso...ti eri scopato la mia ragazza e ci sei pure stato insieme dopo." Gli ricordo e lui annuisce.
"E tu non hai tradito la sua fiducia? Andando via senza dire nulla?" Mi chiede. Ed in effetti potrebbe avere ragione, ma l'intenzione non era quella.
"E so che dirai che è diverso. Però sono solo dettagli. Quello che è importante, è che lei ti ha dato il suo cuore in mano, e tu te ne sei andato. Questo è quello che risulta agli atti."
Vorrei uccidermi con le mie stesse mani...perché so che ha ragione. Tutti hanno ragione. Forse questa è la prova che non ne combino una giusta.
"Fanculo gli atti!" Dico con veemenza e lui alza le braccia in segno di resa.
"Però forse mi sbaglio. Forse lei terrà il muso per un po' e poi tornerà da te."
Mi alzo non volendo più rimanere a parlare con lui. Non voglio che le mie poche certezze crollino.
Lui si alza con me e mi allunga la mano. Lo guardo e titubante la stringo.
"Non siamo tornati ad essere migliori amici. Sia chiaro." Gli dico e lui ride.
"Sarebbe un incubo anche per me. Tranquillo." Mi dice e poi me ne vado tornando a casa mia, dove so che mi aspettano tutte le tentazioni del mondo.
La prima cosa che faccio è liberarmi delle scorte di erba e polvere di stelle che tenevo per le necessità.
E poi passo alla vetrina dei super alcolici.
Li guardo affranto: sono stati i miei compagni di viaggio per tutto questo tempo. Mi hanno aiutato nei momenti più difficili , anche se mi hanno reso più buio. Mi hanno fatto sentire più leggero nei momenti in cui tutto era diventato pesante.
Accendo il computer e vedo una mail del rettore della Dillard.
"Gentilissimo signor Lock,
Come concordato con la direttrice Mayfer, di seguito il contratto proposto per il suo primo corso presso la nostra facoltà. Aspettiamo il suo ritorno con trepidazione."
C'erano scritte altre informazioni più tecniche ma sinceramente mi sono fermato alle prime righe.
Prendo subito il telefono e chiamo Emily.
"Cosa vuol dire la mail che mi ha mandato il rettore della Dillard?" Le chiedo senza nemmeno salutare.
"Quello che c'è scritto. Appena vorrai potrai iniziare il corso di cui avevamo parlato. Sarà facoltativo, ma so che sono molti quelli che hanno dato adesione." Sono felice. Anzi di più. Avevo paura che non avrei mai più potuto avvicinarmi all'insegnamento ma questa mail è la prova del contrario.
"Sei contento?" Mi chiede e come faccio a non esserlo? La prima cosa che voglio fare è chiamare Gabrielle per dirglielo, ma poi mi ricordo che forse non è il caso.
È giusto che digerisca il mio ritorno per oggi e poi la vedrò domani. O dopo domani.
Non mollerò la presa su di lei, perché lei ha combattuto per me i mesi prima che partissi...ed ora io farò la stessa cosa.
"Soddisfatto. Molto. Sai se Gabrielle parteciperà?" Le chiedo speranzoso e lei mi dice di sì.
"È quello in cui si vuole specializzare quindi parteciperà sicuramente." Mi dice ed io esulto mentalmente. Sarà divertente averla come alunna.
Soprattutto perché so quanto è brava ad imparare da me.

Red stained - Tinto di rossoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora