"Ashe... Che nome strano..." commentò Sasha. "Be'... Ora devo andare, mamma. Ci vediamo questa sera."
"Stai attento, tesoro mio."
"Lo farò, mamma."
Sasha l'abbracciò. Per fortuna non era uno di quei bambini che si vergognavano a dimostrare i loro sentimenti in pubblico. Noah, invece, aveva proibito a sua madre di baciarlo se erano presenti degli altri bambini. Sasha si mise lo zaino sulle spalle e scese dalla macchina mentre Noah gli correva incontro a braccia aperte, muovendole come fossero le ali di un aereo e urlando.
"Sasha! Sasha!"
Michela restò a guardarli un momento con il cuore traboccante d'amore. I bambini si voltarono per salutarla e lei rispose, stampandosi sul viso un sorriso allegro. Questo è solo l'inizio, ragazza mia, le sussurrò una vocina interna.
A ventisei anni stava per diventare un ingranaggio importante nel mondo lavorativo. All'apparenza sembrava una donna che avesse tutto. Solo sua madre, Stella, la persona più vicina a lei, sapeva tutta la storia.
Non ce l'avrebbe mai fatta senza il generoso supporto di Stella. Era stata sua madre a prendersi cura del bambino quando lei frequentava l'università. Entrambe avevano capito che era necessario che lei facesse carriera per poter dare un futuro al figlio.
Stella era stata l'angelo custode suo e di Sasha eppure era una madre adottiva. Le ci erano voluti più di vent'anni per scoprire chi fosse la sua madre biologica e questo solo perché la donna che l'aveva messa al mondo aveva ritenuto prudente una confessione prima di morire.
Era stata una scoperta devastante per la figlia inconsapevole. A volte Michela pensava che non avrebbe mai perdonato Stella il fatto di non averle detto la verità. Durante gli anni, aveva incontrato la zia Annabel una decina di volte e cioè quando Annabel, la sorella maggiore di Stella, era venuta a trovarla negli Stati Uniti direttamente dall'Australia.
Non si dovrebbero tenere dei segreti con i bambini, si disse. Inevitabilmente, ad un certo punto, la verità veniva fuori, causando confusione, conflitti e disaffezione. Lei aveva vissuto quell'esperienza da adulta. Non poteva rimandare a lungo un chiarimento con suo figlio.
Che scelta aveva? Se non avesse risposto in modo esauriente, le domande sarebbero state infinite. Non poteva permettere ai suoi vecchi sentimenti di bloccarla.
"Buongiorno, Michela," la salutò una graziosa brunetta da dietro il banco della reception.
"Buongiorno, Lara."
La ragazza le rivolse uno sguardo ammirato.
"Saunders e gli altri ti aspettano in sala riunioni. Qualcosa di grosso bolle in pentola."
"Hai un nome per me?"
"No, mi dispiace," rispose Lara, sorpresa. "L'appuntamento è fissato alle nove e mezzo. E devo aggiungere che il tuo vestito è stupendo," si complimentò.
Studiando Michela Rogers, lei aveva migliorato enormemente il proprio aspetto e non ne faceva mistero. Michela era una donna di classe e non si dava delle arie di superiorità come le sue colleghe, specialmente la terrificante Murphy Stiller, che teneva le distanze da chiunque non fosse nei posti di comando. Non le importava di rendersi odiosa. Michela invece sapeva quanto fosse importante creare intorno a sé un clima amichevole.
"Grazie, Lara. Sei molto gentile."
Entrata nel suo ufficio spazioso, Michela posò la valigetta di pelle nera e si guardò allo specchio che aveva fatto applicare sul lato interno dello sportello di un armadietto.
STAI LEGGENDO
UN NATALE DA RICORDARE
ChickLitChe Natale sarebbe senza un albero addobbato, il caldo fuoco di un camino e un romantico bacio sotto i fiochi di neve che scendono dal cielo? Una vacanza in Inghilterra, un incontro travolgente e la vita di Michela Rogers è sconvolta per sempre. Ash...