CAPITOLO 9

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"Sì? Come posso... aiutarla...?" domandò Stella.

Ma appena vide l'uomo alto e di una bellezza superba, il suo corpo cominciò a tremare. Il cervello di Stella era bloccato. Non sapeva nemmeno che ora fosse. Davanti a lei c'era Ashton in carne ed ossa.

Riconosceva i suoi occhi color zaffiro, le folte ciglia nere, il portamento militaresco, la straordinaria avvenenza. Ricordava bene che Geoffrey, suo padre, aveva avuto lo stesso naso aristocratico e il medesimo portamento.

Dio solo sapeva perché Geoffrey aveva sposato quella odiosa di Alicia...

"Sì, penso che possa aiutarmi," rispose Ashton, incapace di nascondere lo stupore.

La donna che aveva dinanzi, quella che era scomparsa più di venticinque anni prima, era Stella Forsythe. Sua sorella, Annabel, la bella di famiglia, invece era rimasta in Inghilterra e aveva sposato un uomo tanto più vecchio da poter essere suo padre. Certamente per i suoi soldi.

Ebbene, il gioco era finito...

"Lei sa chi sono?"

Dal corpo di Ashton s'irradiava una tensione palpabile. Anche Stella stava facendo uno sforzo erculeo per non andare in pezzi.

"Lei è Lord Dunraven," rispose con aperta ostilità. "Ed è diventato l'erede di mio padre."

Era anche colui che non solo aveva spezzato il cuore di Michela, ma che adesso tornava per distruggere le loro vite.

"Il che la rende una mia parente, Stella Forsythe," constatò lui con incredibile arroganza.

"Immagino che, arrivati a questo punto, sarebbe inutile negarlo," replicò lei, sollevando la testa e sostenendo il suo sguardo.

"Completamente inutile," convenne lui. "Posso entrare?"

Alle spalle della donna scorgeva un ingresso spazioso, arredato in modo elegante.

"Mi dispiace, ma non posso," si oppose Stella, sperando che i nervi non le cedessero. "Non sono io la padrona di casa e Michela non rientrerà prima delle sei. E questo mi porta ad una domanda molto ovvia... Perché desidera vederla? Lei le ha fatto solo del male," aggiunse con una voce piena di rabbia repressa.

Male? Quella parola gli fece gelare il sangue. Ashton si chiese che cosa avesse in testa quella donna. Ma alla fine decise di non proseguire quel discorso.

"Signora, vorrei vedere il bambino..." disse Ashton con calma. "Non si preoccupi... Non gli dirò niente. Desidero solo vederlo."

La faccia di Stella cambiò colore passando in un secondo da rosso intenso a bianco cadaverico... In qualche modo riuscì a mantenere una voce pacata e normalissima.

"Non posso permettere questa cosa. Mio nipote, la sua esistenza, non è qualcosa che riguarda lei. Se ne vada... adesso."

"Ma davvero?!" replicò lui con tono minaccioso, non riuscendo a capire che gioco stesse giocando la donna di fronte a lui. "Non capisco perché è così spaventata, Stella? Che cos'avete da nascondere lei e Michela?"

I suoi occhi blu diventarono freddi e taglienti come delle lame d'acciaio. Per una volta fu la lingua a tradire Stella.

"Non è forse lei l'uomo che l'ha lasciata, che l'ha abbandonata dopo averla usata a suo piacimento?" sibilò, sommersa da un'ondata di risentimento tanto forte da renderla isterica. "Lei ha ferito a morte mia figlia ed io non permetterò che succeda più!"

"Per l'amor di Dio!" scattò Ashton, guardandola con aria sprezzante, evitando di rispondere alla sua domanda. "Mi faccia vedere il bambino e me ne andrò subito. Ha la mia parola."

UN NATALE DA RICORDAREDove le storie prendono vita. Scoprilo ora