"Simon"

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Il giorno seguente:

Si svegliarono entrambi i ragazzi di soprassalto, un grosso rumore li spaventò proveniente dall esterno.
Entrambi aprirono gli occhi, e si ritrovarono abbracciati dolcemente nel loro letto.
Poi louis alzò lo sguardo e si ritrovò totalmente perso sul viso e gli occhi di Harry che lo stavano fissando.
Sembrava sereno.
Poi si fermò sulle labbra di harry.
Sembravano morbide, leggermente increspolite  a causa della mattina
presto.
Così, con un sorriso stampato, baciò a stampo il riccio.
Così da sentire subito il suo profumo così dolce che lo rendeva ancora più bello nei minimi particolari.

"Vado a controllare cosa è successo" sussurrò poi il più piccolo.

"Si" rispose piano il liscio.

Harry si alzò è guardò fuori dalla finestra.
Il suo viso sembrò quasi incurvarsi.

"Torno subito" disse poi.

Louis dubbioso annuì e si limitò a guardare harry che in pigiama usciva dalla porta richiudemdola.

Il tempo passo, e per louis era molto tempo, rimase lì nel letto, aspettando di minuto in minuto che il riccio tornasse a fargli compagnia nel letto.
Alla fine, erano solo le 7 di mattina.
Troppo presto per avere soltanto la voglia di alzarsi.

Dopo una ventina di minuti la porta si riaprì, ma louis inarcò un sopracciglio.

"Salve" disse un uomo alla porta

"O, buongiorno, chi è lei?" Chiese il liscio curioso.

"Sono simon, il nuovo coach di harry, sono stato mandato dal suo vecchio insegnante per dirgli alcune cose, come che da oggi in poi sarò io il suo nuovo maestro."

"Cose è successo?"

"Niente, era solo troppo anziano per andare avanti, e mi ha ceduto il posto."

"Capisco, ma lei, sa per caso dove è harry?"

"Si, è sceso dopo aver visto tutte le palline che erano cascate dai due cesti che mi son portato dietro, così ho potuto parlargli"

"Ora dove è?"

" tranquillo, è andato a scaldarsi"

"Ma sono le 7 di mattina"

"Già, ma è normale per atleti come lui, ci si dovrà abituare."

"Va bene, quando lo posso vedere?"

"Sarebbe meglio dopo la partita, meglio non disturbarlo troppo, alla fine è una partita importante, non è mai arrivato ai quarti in un tennis europe , mi hanno detto"

"Già, immagino "

"Se vuoi puoi venire al circolo per le 12"

"Va bene, okay"

"Se vuoi, puoi andare un paio di ore alla spa, ci sono già stato l'anno scorso e alcune ragazze ti fanno l'accoglienza-"

"Grazie, ma penso ci andrò con harry"

"O harry mi ha detto che ci puoi andare tranquillamente"

"Oh, ne sei sicuro, lui è uno molto protettivo"

"Si, si, vai tranquillo, tanto harry gioca alle 12l

"Okay, allora va bene"

"A dopo, look?"

"Louis"

"O, giusto louis, a dopo"

"a dopo"

Chiuse la porta sorridendo e il misterioso sconosciuto uscì.

——————

12.00:

Louis, camminò veloce verso il campo, dopo essersi cambiato dalla spa, pronto per guardare harry giocare.
Era sorridente.
Il circolo era così accogliente, con quei due alti alberi all entrata che coloravano l'atmosfera e il piccolo cancello.
Subito attraversato si intravedono due grandi campi coperti al lato destro, e al lato sinistro la segreteria.
Louis si incamminò verso i campi.
Attraversò la porta rotonda che lo divideva dal campo, sperando di trovare il suo ricciolino che giocava.
Ma, attraversando la soglia, ciò che vide erano solo due campi vuoti.
C'era un uomo, che passava il campo con la rete.
Lo stava fissando.
Louis corrugò la fronte prima di girare e andare verso il bar del circolo.

Lo vide.
Era li, seduto ad un tavolo, con i gomiti appoggiati alla tovaglia e le mani sulla faccia.
L'uomo di fronte, Simon, gli dava qualche pacca sulla schiena cercando di calmarlo, nel mentre gli diceva cose, ma louis non riusciva a sentire.

""Sta piangendo?""Pensò louis.
Attraversò velocemente le persone e i tavoli, fino ad arrivare a harry e il suo nuovo
maestro.

"Harry?" Chiese "piccolo, che succede?"

Nessuna risposta, solo singhiozzi

"Vi lascio soli" disse poi il maestro, con un viso triste, ma quando si girò, sembrò tirare su un sorriso.

Louis non ci fece attenzione e tornò a guardare il suo ragazzo.

"Harry?"

"Cosa vuoi?"

"Cosa è successo?"

"Me lo chiedi pure?" Rispose tra le lacrime e i singhiozzi

Louis pieno di pensieri e dubbioso si sedette accanto al riccio con l'intenzione di abbracciarlo.
Lo fece, ma le mani di harry si poggiarono sul petto di louis, sembravano volerlo tirare a se ma, tremante lo spinse leggermente all indietro.

"Ma- har-"

"Vai via"

"Harry, cosa ho fatto? Cosa è successo?"

"Tanto cosa ti interessa, non ci sei stato a vedermi, hai preferito andare in una fottutissima spa, a, non lo so, guardare il culo a qualche ragazza? Oppure sei andato nella zona nudista, e in tutto questo io cosa facevo? Giocavo una partita di tennis, faticando, magari preoccupandomi anche per dove eri tu, e immagino che dirti che ho vinto non ti interessi, se non ti interessa, torna a Londra." Poi abbassò lo sguardo e si asciugò le lacrime.

"Harry, no, io, non è così come pensi, sim-"

"A no, non mettere in mezzo simon, è l'unica persona che mi sta capendo ultimamente."

"Ma-h-"

"Torna a Londra"

"H-"

"Non me ne frega un cazzo delle tue fottute scuse, torna a Londra, basta, ti ho già prenotato un volo per oggi alle 4, ti conviene andare a preparare le valigie, se non vuoi perdere il volo"

Una lacrima scivolò lungo la guancia del più grande.
Harry lo vise.
Lo stesso capitò a lui.
Si guardarono negli occhi.
Furono i secondi più lunghi che avessero mai vissuto.
Ma quando louis sbatte le palpebre si decise a scappare.
Si girò e corse verso la camera d'albergo.
Con due occhi verdi bagnati che lo guardavano andare via.
Diversi dalla prima volta

Diversi dalla prima volta

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